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Coppa Davis, Albert Costa: “La nuova Davis vi conquisterà; Nadal è con noi”

Il 2018, come è ormai noto, è stato l’anno dell’ultima edizione della Coppa Davis per come abbiamo imparato a conoscerla; dalla prossima stagione, infatti, la storica manifestazione a squadre cambierà format, con l’obiettivo di innovare e rendere più appetibile un torneo a lungo criticato, ma mai realmente riformato. La rivoluzione operata dal gruppo Kosmos, presieduto, tra gli altri, dal calciatore del Barcellona Gerard Piqué, ha però scatenato vibranti proteste da parte della maggior parte dei giocatori, profondamente contrari ad un intervento così invasivo su una competizione che vanta più di cento anni di storia.

In difesa del nuovo formato della Coppa Davis è intervenuto, ai microfoni della Gazzetta dello Sport, Albert Costa, ex tennista e allenatore spagnolo e attuale direttore della fase finale della nuova Davis, che si giocherà, dal 18 al 24 novembre 2019, a Madrid. L’ex campione del Roland Garros (2002 ndr), nonché vincitore di tre Davis, sia da giocatore che da allenatore, ha difeso le scelte del gruppo Kosmos, spiegando le ragioni profonde di questo drastico cambiamento: “Ora tutti si lamentano, ma era da tempo che i giocatori, che consideravano già morta questa competizione, chiedevano un cambiamento. Ora sono stati accontentati. Questa nuova formula li impegna per sole due settimane contro le quattro di prima. Arriveranno a fine stagione più freschi e alcuni di loro potrebbero giocare anche solo la settimana delle finali”.

Su eventuali problemi di sovrapposizione con altre competizioni, quali la Laver Cup, la Hopman Cup e la World Team Cup, Costa è stato molto chiaro: “La Coppa Davis è l’unica competizione a squadre ufficiale esistente da 118 anni a questa parte, dove i giocatori rappresentano le federazioni del loro paese. In tutte le altre non è così…”.

L’ex tennista iberico ha anche parlato di come questo nuovo format potrebbe ridare fascino ad una competizione che, a suo giudizio, negli ultimi anni stava progressivamente perdendo appeal: “Al contrario di quanto succedeva fino ad ora, ci saranno 18 nazionali in campo contemporaneamente, nella stessa città per una settimana intera. L’interesse rispetto a prima sarà molto più alto perché tutti: fans, investitori, televisioni si concentreranno sul torneo finale. La sfida tra Francia e Croazia, ad esempio, interessava solo ai diretti interessati e pochi altri appassionati”.

Nonostante i buoni propositi che hanno ispirato questa riforma, però, come è stato giustamente sottolineato dalla Gazzetta, le critiche della stragrande maggioranza dei top player non si sono fatte attendere; come si potrà far cambiare loro idea? “Parliamo con i capitani, con le federazioni. Ci confrontiamo spesso con i ragazzi della Next Gen, loro sono molto importanti, sono il futuro del tennis. A tutti spieghiamo il progetto e tutte le novità positive. Credo che dopo la prima edizione la maggior parte dei dubbiosi si convincerà della bontà di questa nuova formula e si entusiasmerà. A Madrid poi si giocherà sul veloce indoor, come alle Finals di Londra, da cui i top player potranno facilmente arrivare con due ore di volo”.

Tra i sostenitori della nuova Davis un nome di spicco è sicuramente quello di Rafael Nadal, che da tempo denuncia l’eccessiva densità del calendario Atp e Itf: “Sì, adora il nuovo format ed è dalla nostra parte, ma non solo per l’amicizia che ci lega. Lui è un professionista molto puntiglioso e durante la stagione ci darà una mano e cercherà far capire ai colleghi quanto sia positivo il cambiamento”.

Costa, infine, ha aperto alla possibilità di qualche modifica al nuovo format, mostrandosi comunque ottimista per la buona riuscita della manifestazione: “E’ un work in progress, ci stiamo confrontando con Atp, Slam e Itf per cercare di risolvere i problemi, a partire da quello della data. Fidatevi, questa Davis vi conquisterà”.

Pierluigi Serra

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