Coppa Davis: Djokovic e Troicki regalano la vittoria alla Serbia, Murray chiude il discorso contro il Giappone di Nishikori. Avanzano anche Repubblica Ceca, Stati Uniti, Argentina e Belgio.

Si conclude all'insegna della lotta e dello spettacolo il weekend di Davis. Soffre ma avanza la Serbia di Novak Djokovic, che l'ha spuntata dopo una maratona interminabile contro Kukushkin, e di Viktor Troicki, che ha regolato nel match decisivo Nedovyesov. Deve combattere anche Murray, costretto al quinto set da Nishikori, che poi però deve arrendersi. Bene anche l'Argentina, prossimo avversario dell'Italia, gli Stati Uniti, la Croazia e la Repubblica Ceca, con Rosol che ha dato una lezione di tennis al giovane Zverev.

Come sappiamo, i veri campioni tirano fuori il meglio proprio nei momenti più difficili, anche nelle giornate in cui mancano le energie e tutto sembra andare storto. E così ha fatto quest’oggi Novak Djokovic: il numero 1 del mondo, apparso per niente brillante e reattivo come ci ha abituati, ha dovuto trarre le motivazioni dalla sua grinta e il suo orgoglio per superare uno splendido Mikhail Kukushkin, autore di una prestazione ai limiti del perfetto. Il Kazako ha tirato per tutto l’incontro colpi precisi e potenti, dimostrando tutto il suo valore in Coppa Davis e mettendo alle corde il serbo per almeno tre set. Nole invece ha palesato spesso una stanchezza dovuta probabilmente al poco allenamento, dopo il problema agli occhi che lo ha costretto a ritirarsi da Dubai, e ha avuto bisogno per spuntarla di cinque ore e cinque set di dura lotta.

L’incontro è stato caratterizzato da scambi duri da fondo campo, e sorprendentemente è stato proprio Djokovic, il più grande atleta del circuito al momento, a tentare di accorciare gli scambi con palle corte e discese a rete, a volte un po’ forzate; Kukushkin invece ha tenuto benissimo nei bracci di ferro dalla linea, rallentando il gioco con palle senza peso per poi tirare accelerazioni fulminanti. Ad incidere negativamente sulla prestazione di Nole è stato anche il rendimento al servizio: saranno infatti ben 12 i doppi falli alla fine della partita, un numero, per lui, davvero troppo alto.

Nel primo set, entrambi hanno poche difficoltà al servizio nei primi game. Ma il primo tentativo di allungo arriva già nel sesto gioco, con Djokovic che si guadagna una palla break; il kazako però non trema e annulla la chance del rivale. Poco dopo è il serbo a trovarsi in difficoltà, quando sul 5 pari è costretto prima ai vantaggi, e poi ad offrire a sua volta un’occasione di break, ma anche lui dimostra freddezza e respinge gli assalti. Si arriva così al tie-break, in cui il numero 1 spreca diverse chance. Dopo aver conquistato un mini break in apertura, infatti, il serbo restituisce il favore commettendo un doppio fallo, per poi sbagliare una banale palla corta e una volée non troppo difficile, mandando il suo avversario al servizio per il set. Kukushkin non si fa pregare e chiude la pratica.

Copione simile anche nella seconda frazione. Il primo a portarsi in vantaggio è ancora Djokovic, che agguanta un importante break e vola sul 2-0. La scarsa continuità odierna del serbo però si manifesta nuovamente: prima si fa strappare la battuta, poi si riprende ancora il break, issandosi sul 3-2, per poi concedere ancora al kazako una possibilità di rientrare, possibilità immediatamente sfruttata. Saranno tante nelle fasi successive le occasioni, per entrambi i giocatori, di operare un sorpasso, ma nessuno dei due riesce a staccarsi definitivamente. Si arriva così ancora al tie-break, e questa volta Novak non fallisce. Il serbo si porta sul 6-2, e firma la vittoria del set con un ace provvidenziale. In avvio di terzo parziale però, quando tutti si aspettavano un match in discesa per il primo tennista al mondo, Kukushkin fulmina il rivale con un inizio impressionante, all’insegna di accelerazioni vincenti. Djokovic fatica a rispondere e a trovare le contromisure, e nonostante un importante contro-break, cede ancora il servizio e si trova incredibilmente sotto per 5-2. Nole prova a realizzare una disperata rimonta, recupera fino al 5-4, ma non riesce a portarla a termine, arrendendosi con il punteggio di 6-4.

Dalla quarta frazione però il campione di Belgrado cambia marcia, mentre il kazako subisce un prevedibile calo. Novak conquista subito tre palle break consecutive, non riuscendo però a centrare l’allungo. La svolta però e solo rimandata: nel sesto game il serbo ottiene il break e lo consolida issandosi sul 5-2. Kukushkin prova a rientrare, ma alla fine deve cedere sul 5-3, cedendo il set al numero 1. Stesso andamento nel parziale decisivo, con Djoko che si guadagna immediatamente il break, conducendo poi al meglio e ponendo fine all’incontro con il netto punteggio di 6-2, nell’entusiasmo di un pubblico caldissimo.

Nole Davis

Ci ha poi pensato Viktor Troicki a siglare la vittoria del team serbo. Nel match decisivo, infatti, ha sconfitto senza troppi patemi Oleksandr Nedovyesov– noto anche per aver eliminato l’Italia nel 2015 con la vittoria su Fabio Fognini- con il netto punteggio di 6-2 6-3 6-4. Qualche problema per Troicki solo nell’ultimo gioco, in cui ha salvato due pericolose palle break. Il prossimo avversario per la Serbia sarà la Gran Bretagna di Andy Murray.

Dopo la maratona di Djokovic, il match più interessante e combattuto della giornata è stato quello tra Andy Murray e Kei Nishikori. Lo scozzese, grande protagonista della scorsa edizione della competizione, ha regalato l’ennesima vittoria alla sua nazione, superando in un match durissimo il nipponico al quinto set, dopo essersi fatto recuperare un vantaggio di due parziali. In ogni caso, sono stati tanti gli scambi spettacolari, e Murray ha dovuto faticare non poco per scrollarsi il suo rivale. Nel primo set, dopo uno scambio di break, lo scozzese ha un set point nel decimo gioco, ma Nishikori riesce a salvarsi; la vittoria del parziale però è solo rimandata per Murray, che sul 6-5 centra l’allungo decisivo. In avvio di seconda frazione, il numero 2 del mondo cede immediatamente la battuta, ma nel quarto game si riprende, riportandosi in parità. Si arriva così al tie-break, che è estremamente combattuto: sul 6-5, il giapponese si procura un set point grazie ad un errore dello scozzese, che però  non trema e si salva. Sul 7-6, poi, Murray gioca un punto fenomenale in difesa, costringendo il nipponico all’errore e conquistando il set.

Le due frazioni successive vedono la rinascita di Nishikori, bravo a non mollare a continuare a martellare da fondo campo. Il giapponese si aggiudica il terzo e il quarto set con il punteggio di 6-3 6-4, grazie anche a qualche sbavatura dello scozzese, rimanda tutto al set decisivo. Qui Murray comincia come peggio non potrebbe, consegnando immediatamente il proprio turno di battuta. Nishikori però, in vantaggio e nel momento di “uccidere” l’incontro, dimostra ancora una volta di non avere la grinta necessaria per aggiudicarsi i match contro i più forti, e subisce due break consecutivi che lo condannano pochi game dopo alla sconfitta, con il punteggio di 6-3.

Murray

In Australia, John Isner ha portato il suo team al successo, mettendo in campo una prestazione al servizio impressionante, come suo solito. A farne le spese è stato Bernard Tomic, menomato da un infortunio e distratto fin troppo dalle tensioni intere al gruppo e dalle polemiche con Nick Kyrgios, colpevole secondo lui di aver finto di essere malato per saltare la sfida contro gli aussie. L’americano si aggiudica i primi due parziali con un break decisivo per set, con un doppio 6-4. Nel terzo set, sorprendentemente, Tomic strappa la battuta- per la prima e unica volta- al rivale nel dodicesimo gioco, conquistando automaticamente anche il set. Ma nel quarto parziale l’australiano è impotente di fronte ai potentissimi servizi dell’avversario e al tie-break,  nonostante un mini-break di vantaggio iniziale, è costretto ad arrendersi con il punteggio di 7-4. A sfidare gli statunitensi nei quarti sarà la Croazia di Marin Cilic, che ha eliminato il Belgio, finalista dello scorso anno. Nonostante l’ottima vittoria di David Goffin ai danni del campione degli Us Open 2014, infatti, nulla ha potuto nell’incontro decisivo Kimmer Coppejans, dominato dal giovane Borna Coric.

Esce vittoriosa anche l’Argentina, grazie a Leonardo Mayer, che ha faticato un po’ più del previsto contro Michal Przysiezny. 6-7(4) 7-6(4) 6-2 6-3 il punteggio finale in favore del sudamericano, la cui squadra sarà l’avversario dell’Italia il prossimo Luglio. Infine, da registrare il successo della Repubblica Ceca sulla Germania. Dopo il ritiro di Thomas Berdych contro Philipp Kohlschreiber, meritevole in ogni caso di aver espresso un livello di gioco alto, Lukas Rosol ha distrutto il giovane Zverev, rimandando la sua consacrazione in Coppa Davis.

I risultati

Serbia-Kazakistan (3-2):

N.Djokovic b. M.Kukushkin 6-7(6) 7-6(3) 4-6 6-3 6-2
V.Troicki b. O.Nedovyesov 6-2 6-3 6-4

Gran Bretagna-Giappone (3-1):

A.Murray b. K.Nishikori 7-5 7-6(6) 3-6 4-6 6-3

Australia-USA (3-1)

J.Isner b. B.Tomic 6-4 6-4 5-7 7-6(4)

Polonia-Argentina (2-3):

L.Mayer b. M.Przysiezny 6-7(4) 7-6(4) 6-2 6-3
H.Hurkacz b. R.Olivo 4-6 7-6(8) 6-4

Germania-Repubblica Ceca (2-3):

P.Kohlschreiber b. T.Berdych 6-3 7-5 rit.
L.Rosol b. A.Zverev 6-2 6-3 6-1

Belgio-Croazia (2-3):

D.Goffin b. M.Cilic 6-4 6-4 3-6 7-5
B.Coric b. K.Coppejans 7-6(5) 6-2 6-2

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