La Coppa Davis, come tutti sanno, rappresenta la massima competizione a squadre del tennis maschile. Non sono stati sufficienti 116 anni di storia, per placare la continua disputa tra i tennisti più forti e la Federazione Internazionale. Al termine di ogni weekend dedicato alla Davis infatti, sono immancabili continui dibattiti al fine di rendere la formula di questa competizione più attraente per i migliori. Certamente sono lontani i tempi in cui a difendere i colori della nazionale scendevano in campo leggende come Courier, Agassi, Sampras e McEnroe, in occasione della finalissima del 1992. Ultimamente infatti è un dato di fatto che molti top player disertino l’appuntamento. Ma andiamo a scoprire insieme le principali motivazioni.
Come detto la Coppa Davis appartiene a un organismo differente dall’Atp e proprio per questo i tennisti, a differenza di alcuni tornei, sono liberi di scegliere se prendervi parte o meno. C’è da ammettere tuttavia, che l’attuale formato costringe i paesi non ospitanti a lunghe trasferte che mal si conciliano con gli appuntamenti del calendario. Ulteriori problemi sono rappresentati dal cambio repentino di superficie a cui i giocatori devono cercare di adattarsi e le fatiche che comporta un match al meglio dei 5 set. Senza dubbio esempi lampante di quanto affermato sono i casi del tennista argentino Leonardo Mayer, costretto a saltare il primo Master 1000 stagionale, a causa delle scorie del match contro Souza, e della Serbia di Novak Djokovic, costretta a un fulmineo e improbabile cambio di superficie dopo Wimbledon contro l’Argentina.
Non sono mancate a questo proposito le dichiarazioni di Nadal e Federer, d’accordo riguardo al mal funzionamento della competizione a squadre maschile, che negli ultimi anni ha messo a disposizione punti per il ranking. Tuttavia nemmeno ciò ha sortito gli effetti sperati. “È ovvio che qualcosa non sta funzionando. Ciò che sta facendo l’ ITF non è positivo per il nostro sport. Per me l’ITF ha perso una grande opportunità per rendere le cose migliori e per dar vita a una competizione di maggior livello. La Federazione mente agli appassionati e a tutto il mondo. Diranno che lo scorso anno è stato tutto bellissimo, quando Federer e la Svizzera vinsero la Coppa Davis, ma io, Novak ed altri tennisti importanti non abbiamo preso parte parte alla competizione” assicura il fuori classe spagnolo ai microfoni americani.
Della stessa opinione è anche Roger Federer, che dopo il trionfo dello scorso anno, insieme al suo connazionale Wawrinka ha deciso di non prendere parte a questa edizione. “È chiaro che le cose funzionano male, la Davis è una grande competizione ma ci sono molte cose che non vanno nel migliore dei modi e bisognerebbe cambiarle” afferma il 17 volte vincitore Slam, concorde con il rivale sul fatto che si dovrebbero interpellare i giocatori sulla scelta delle date e delle preferenze.
Non c’è dubbio che le domande più frequenti siano: “Come si può trovare un accordo? Si dovrebbe cambiare formato? L’ITF dovrebbe obbligare i giocatori a prendere parte alla competizione, aggiungendo più punti?” Lasciando le risposte a voi, noi in chiusura possiamo solo affermare ancora una volta che le emozioni che è in grado di trasmettere la Coppa Davis sono uniche nel loro genere. Ciò è testimoniato senza dubbio dal fatto che tennisti con una classifica modesta, indossando la maglia della loro nazione, finiscono per compiere delle vere e proprie imprese sportive. L’esempio più recente è rappresentato dal britannico James Ward, che in un match dalle mille emozioni, con il supporto dei compagni di squadra, ha avuto la meglio sul numero 1 americano Isner in un match infinito.