Il n. 2 del mondo Andy Murray accenna un timido sorriso quando parla dei suoi obiettivi del 2016. Lo scozzese ha le idee chiare: vincere almeno uno Slam, difendere il titolo Olimpico, ma soprattutto tentare il bis in Davis Cup con i suoi compagni della Gran Bretagna. È un programma decisamente ambizioso – però grazie alla moglie Kim e alla figlia Sophia – le motivazioni al top player britannico non mancano.
Murray è stato e continua ad essere il punto focale del movimento tennistico d’oltre Manica: negli anni più bui il 28enne di Glasgow si è assunto anche responsabilità non sue; poi come nei migliori romanzi, l’anno scorso è giunto il tempo della rivincita sportiva. Ma da venerdì a Birmingham inizia un nuovo capitolo di questa splendida avventura, perché il team di Sua Maestà dovrà fare i conti con il Giappone.
Andy non si nasconde e ha già fatto intendere che, nonostante un calendario al limite dell’umano, vuole partecipare a tutti i quattro match che separano la Gran Bretagna dalla seconda insalatiera consecutiva. “Sono focalizzato sia sull’Olimpiade che sulla Coppa Davis. I risultati di questa settimana sono fondamentali: se non dovessimo vincere sarei costretto a prendere un periodo di vacanze extra dopo Wimbledon per preparare al meglio la stagione sul cemento. Sarei entusiasta se riuscissi a trionfare ancora una volta nei Giochi Olimpici e a Church Road. Quello che più conta adesso è focalizzarsi su un torneo alla volta, comunque credo di poter riuscire in questa impresa”.
La pressione nei confronti di Murray aumenta sempre più, anche a causa delle dichiarazioni del capitano dei britannici Leon Smith. “Iniziare la stagione da campioni in carica è stupendo, però allo stesso tempo non dobbiamo pensare a tutto quello che è successo l’anno scorso; anzi bisogna dimenticarlo. Ci sarà una cornice stupenda a Birmingham, dato che è la prima volta che giochiamo in casa da quando abbiamo sollevato il trofeo”.
Le “fatiche” di Andy Murray sono appena iniziate, ma possiamo esseri certi che se riuscisse a eguagliare Eracle, entrerebbe di diritto nella mitologia tennistica britannica e internazionale.
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