Ancora non sono stati ufficializzati ma gli US Open 2020 potrebbero partire con qualche defezione eccellente. Così come anche Rafael Nadal, che nei giorni scorsi aveva espresso tutto il suo scetticismo, anche Ashleigh Barty, infatti, non è sicura di partecipare allo Slam statunitense.
In un’intervista rilasciata al Sydney Morning Herald, l’australiana regina del ranking si è detta entusiasta di un possibile ritorno al tennis giocato ma ovviamente i fattori da considerare sono davvero tanti: “Si parla di nuovo di tennis e questo è un segnale incoraggiante ma prima di decidere se partecipare ai tornei americani voglio conoscere e comprendere tutte le informazioni che la WTA e l’USTA possono darci”.
Ci sono alcuni elementi che sono imprescindibili per la decisione di Ashleigh Barty: “Devo considerare non solo me stessa ma anche la mia squadra. Devo capire il livello di sicurezza e tutte le regole e i requisiti che saranno indicati per quel che riguarda lo staff”.
Ed è proprio quello il punto dolente visto che nelle scorse settimane l’USTA aveva abbozzato un programma che prevedeva di fatto l’esclusione dello staff dei giocatori durante i prossimi US Open per limitare al minimo viaggi, spostamenti, contatti e di conseguenza le possibilità di contagio.
A fine agosto, anche secondo gli esperti, la situazione legata alla pandemia del nuovo coronavirus dovrebbe raggiunger un livello davvero basso di diffusione ma si teme sempre la possibile ondata di ritorno e quindi un nuovo stop con tutte le complicazioni che ne deriverebbero.
Ma la presenza di Ashleigh Barty non è in dubbio solo per gli US Open. L’australiana, infatti, sta decidendo sulla partenza o meno per l’America dove, oltre al secondo Slam di questa travagliata stagione, si potrebbe giocare anche il torneo di Cincinnati, uno dei primi eventi cancellati a causa del covid-19.