L’Italia si appresta ad entrare nella famigerata e tanto attesa fase 2. Il calo costante dei deceduti e dei contagiati ha spinto il governo a procedere verso un nuovo snodo nella lotta contro il Covid-19 che prevede, al contrario delle iniziali aspettative che speravano in un via libera quasi totale, solamente un parziale allentamento delle attuali misure e una lenta e graduale riapertura del paese in maniera da evitare una possibile nuova crescita dei contagi. Il decreto ministeriale dello scorso 26 aprile, oltre ad aggiungere alle opzioni di uscita dal domicilio la tanto discussa voce relativa alla visita ai congiunti, contiene alcuni nuovi (e molto discussi) dettami per il mondo dello sport. Che cosa sarà dunque possibile fare dal 4 maggio, fatidica data di inizio della fase 2? Per quanto riguarda la semplice attività fisica, con la riapertura di ville e parchi, decade il limite dei 200 m dalla propria abitazione e per ogni cittadino sarà dunque nuovamente possibile effettuarla mantenendo l’ormai nota distanza di sicurezza.
Il nuovo decreto ministeriale ha concesso poi solamente la ripresa degli allenamenti relativi agli sport individuali (per quelli di squadra si dovrà attendere il 18 maggio) “agli sportivi professionisti e non professionisti riconosciuti di interessa nazionale dal Coni, dal Comitato Paralimpico e dalle rispettive federazioni, in vista della loro partecipazione ai giochi olimpici o a manifestazioni nazionali ed internazionali”. Tale ordinanza, che quindi impedisce la riapertura dei centri sportivi, come prevedibile, ha fin da subito contribuito a creare confusione e proteste poiché di fatto consente la ripresa dell’attività sportiva a poche categorie, escludendone altrettante molto cospicue, come quelle degli amatori.
Proprio a proposito di ciò, tra le tante proteste, si è distinta come manifestazione del sentimento popolare la petizione lanciata da Dario Caporali, Lucio Caprioli, Beatrice Caruso, Mattia Fornaci, Roberto Massarini e Sabrina Tummolo su change.org che chiede “gli stessi diritti per gli sportivi nella ripresa delle attività agonistiche e amatoriali”. La petizione, che nel giro di pochi giorni conta già quasi 1400 firme, nasce con l’intento di chiedere nuove disposizioni che garantiscano pari diritti ed uguaglianza tra gli atleti e l’unico modo di fare giustizia in questi casi sarebbe proprio quello di autorizzare tutti o nessuno.
I creatori della petizione lamentano l’arbitrarietà della decisione presa in materia e la mancanza di indicazioni oggettive e numeriche (come ad esempio classifiche nazionali) volte a stabilire gli atleti che possono tornare ad allenarsi. Viene sottolineato inoltre, relativamente al tennis, come esso sia tra gli sport individuali uno di quelli che non contemplano il contatto fisico, vista la grande distanza tra gli atleti (e quindi più sicuro di situazioni che si creano in una fabbrica o in un ufficio ad esempio) e allo stesso tempo viene evidenziato come in questo sport, basato su tornei e classifiche individuali, un decreto del genere possa creare grandi svantaggi soprattutto a coloro che vedono il tennis non solo come un divertimento, ma come una professione. Lucio Caprioli, uno dei creatori della petizione, ci ha ribadito che il decreto dello scorso 26 aprile è stata ritenuta un’inaspettata e ingiusta via di mezzo, non supportata da indicazioni chiare e che la volontà di creare questa iniziativa è nata dopo aver parlato con numerosi giocatori e maestri di tennis in particolare, ma anche di altri sport, arrabbiati per la decisione che crea grandi disuguaglianze all’interno di uno sport individuale.
Questo del mondo dello sport è un ambito molto discusso durante l’emergenza Covid-19 che si trova diviso a metà tra voglia di ripartire e la prudenza da mantenere per evitare un nuovo aumento dei contagi. Uno studio del Politecnico di Torino sembrerebbe confermare che il tennis, in quanto sport ritenuto tra i più sicuri a causa della distanza fisica tra gli atleti, potrebbe essere uno dei primi a ripartire. Proprio in virtù di questo, anche il ministro Spadafora avrebbe dichiarato una possibile riapertura dei circoli di tennis il 18 di maggio. Staremo a vedere che cosa succederà nei prossimi giorni e se il tennis potrà davvero ripartire per tutti.