Che la pandemia di covid-19 ha messo a dura prova i tennisti professionisti, sia quelle del circuito WTA che dell’ATP, è innegabile. Soprattutto, ad aver “sofferto” di più sono stati quelli che non gravitano intorno alle prime 100 posizioni del ranking. “Come poter risolvere?” Deve esserselo chiesto anche Marion Bartoli che ha lanciato una proposta destinata a far discutere.
In un’intervista rilasciata Tennis Major, l’ex campionessa francese non ha usato mezzi termini: “Non capisco tutti questi tornei di doppio con le conseguenti spese dovute ad uno staff che per forza di cose raddoppia”. Ma Marion Bartoli non si ferma qui: “Un giocatore che gareggia in singolo, così come facevo io, non può permettersi un entourage così largo”.
Destinata a non passare inosservata, l’attuale coach di Lucie Wargnier, ha poi aggiunto: “Non voglio cancellare definitivamente i tornei di doppio, è giusto che rimangano negli Slam e alle olimpiadi perché è tradizione”.
Durante lo stop per il coronavirus si è parlato a lungo di un altro tema che ha generato polemiche: il relief found che vede in Novak Djokovic – con il sostegno di colleghi illustri sia uomini che donne – il principale promotore. Marion Bartoli avrebbe pronta anche un’altra soluzione: “Perchè non destinare i fondi dei tornei di doppi aumentando il montepremi dei singolari o comunque a chi gioca solo Challenger?”
Sicura che queste sue parole non le faranno certo aumentare la popolarità, l’ex campionessa di Wimbledon, per sostenere la sua tesi, rincara la dose: “In fondo loro non si allenano con la stessa intensità e non fanno gli stessi sforzi di chi scende in campo da solo contro il singolo avversario eppure continuano a prendere gli stessi soldi”.