C’è molto scetticismo sul proseguo della stagione. Simona Halep è solo l’ultima giocatrice ad aver espresso tutte le sue perplessità sulla possibilità di tornare in campo a New York per il prossimo US Open.
Il protocollo che l’USTA ha presentato non convince non solo la maggior parte delle giocatrici della WTA ma anche tanti colleghi del circuito maschile. E, anche dai continui confronti tra le tenniste non sembrano riuscire a trovarsi soluzioni per una stagione che sembra tutt’altro che vicina alla ripresa.
Dopo Novak Djokovic, Rafael Nadal e la regina della classifica femminile Ashleigh Barty, in una recente intervista al The New York Time, a prendere una posizione di “diffidenza” riguardo al possibile svolgimento dello Slam americano è stata Simona Halep.
Una dei primi fattori da considerare, infatti, secondo la rumena è ovviamente la questione sanitaria: “La pandemia in corso, seppur in questo momento il contagio sembra diminuire, potrebbe cambiare tutto durante la competizione. Il rischio non è solo nel viaggio ma anche nella possibilità di doversi sottoporre ad un’ulteriore quarantena”.
Un ritorno in campo che, forse, ancora più che i giocatori si auspicano sponsor ed organizzatori: “È una decisione molto personale da prendere. Io capisco che ci sono giocatori che al momento non stanno guadagnando ma bisogna pensare alla carriera a lungo termine. Dobbiamo pensare prima di tutto alla nostra salute”.
Le parole della Halep hanno subito scatenato la reazione di Eric Butorac, ex giocatore e attualmente direttore delle relazioni con i giocatori dell’USTA: “Le condizioni non solo delle migliori ma non solo per quel che riguarda il tennis. Questo è il modo in cui viviamo adesso. Sarei il primo ad essere felice se si potesse disputare un Us Open uguale a quello dello scorso anno che è stato incredibile”.
A pesare nella decisione che Simona Halep e compagne dovranno prendere prima, eventualmente, di dirigersi verso New York c’è anche un calendario che si preannuncia essere fitto di impegni.