È possibile guadagnare 1619 posizioni in un anno e chiudere in Top 100? Sì, chiedere a Pablo Andujar

Pablo Andújar

Nella giornata di lunedì è stato stilato l’ultimo ranking della stagione 2018, la quale è giunta al termine dopo circa 50 settimane di gioco. L’ultimo match ufficiale disputato è stata la finale del Challenger di Andria, vinta da Humbert ai danni di Filippo Baldi. Ovviamente, non essendoci in programma tornei che assegnavano tanti punti non ci sono state grosse variazioni, eppure tutti coloro che si occupano delle statistiche non aspettavano altro che la pubblicazione di quest’ultimo ranking, in modo da poter trarre molte conclusioni.

In particolare, il sito dell’Atp – ATPWorldTour.com – ha divulgato una statistica molto interessante che comcerne tutti i giocatori capaci di migliorare di almeno 100 piazze il ranking con il quale avevano iniziato l’anno ed a chiudere in Top 100. Tra i 13 giocatori che ce l’hanno fatta, spicca il nome di Pablo Andujar, il quale si è reso protagonista di una clamorosa scalata, culminata con un bilancio di +1619 posizioni guadagnate, che gli hanno permesso di stabilirsi all’82º posto del ranking rispetto al 1701º che aveva a gennaio.

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Intervistato dall’Atp, il nativo di Cuenca ha dichiarato: “È qualcosa che non avrei mai pensato fosse possibile. Sono incredibilmente felice. La verità è che quando ho iniziato la stagione non sapevo come avesse reagito il mio gomito e se la possibilità di tornare al top della mia forma fosse concreta. Nonostante ciò, anche questa stagione ha avuto i suoi piccoli passi falsi, come ad esempio un nuovo problema al gomito. Sono cose a cui si dà poco peso, ma che in realtà condizionano il mio ritorno al massimo della forma.

Andujar, che in passato era stato Top 35 ed aveva vinto ben tre titoli Atp, prima di iniziare questa stagione non prendeva parte ad un torneo del circuito Atp da ben 15 mesi. Nell’intervista, infatti, ha rivelato: “È stato un anno pazzo. Ho cominciato la stagione con la consapevolezza che potesse essere l’ultima delle mia carriera, in quanto non avevo un Ranking Atp e non sapevo come si sarebbe comportato il gomito. Ora invece sono numero 82 del mondo e giocherò nel main draw degli Australian Open”. 

Nonostante questo incredibile exploit, dati alla mano, lo spagnolo non è stato colui che ha fatto registrare i dati migliori dal 1998 a questa parte. Meglio di lui, infatti, ci sono stati due tennisti che hanno guadagnato rispettivamente 1702 e 1689 posizioni, entrambi nel 2004; si tratta del tedesco Tommy Haas, che ha chiuso 17, e dello svedese Thomas Johansson, che ha concluso la stagione al numero 38. Succedono invece il tennista iberico in questa speciale classifica Paul-Henri Mathieu, grazie alle 1541 posizioni guadagnate, che gli hanno permesso di chiudere il 2012 alla 59ª piazza del ranking, e Chris Woodruff, che nel 1999 ha fatto un balzo di ben 1341 posizioni, concludendo l’anno ad un passo dalla Top 50.

Ricordiamo che Andujar, in questa stagione, si è aggiudicato il Grand Prix Hassan II in quel di Marrakech e ben tre Challenger – Alicante, Firenze, Buenos Aires -. Inoltre, il tennista spagnolo è diventato il giocatore con il ranking più basso a vincere un trofeo Atp negli ultimi 20 anni, ed è riuscito nell’impresa che non si realizzava dal 2014, quando ne fu capace Goffin, di vincere in due settimane, consecutivamente, un titolo Challenger ed un titolo Atp.

Per quanto riguarda gli altri tennisti, sono stati ben 13 coloro che sono riusciti nell’intento di guadagnare oltre un centinaio di posizioni per poi chiudere l’anno in Top 100. Oltre ad Andujar, troviamo Humbert e Garin, che ne hanno rispettivamente guadagnate 290 e 220, seguiti da de Minaur, Hurkacz, Opelka, Munar, Ivashka, Klahn, Andreozzi, Kudla, Klizan e Gulbis. Proprio quest’ultimo rappresenta l’eccezione dato che tutti e dodici gli altri hanno messo in bacheca almeno un titolo Challenger. Il lettone ha comunque raggiunto la finale a Stoccolma, il quarto turno a Wimbledon, ed ha conseguito altri discreti risultati che gli hanno consentito di incanalare punti, dunque non si può assolutamente dire che il suo traguardo sia stato raggiunto immeritatamente.

Ernests Gulbis
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