In una noiosa giornata di lavoro, tra la trentesima visione di una replica di Beautiful ed un’attenta analisi di dati inutilmente complicati, alcuni inossidabili scienziati decidono di impiegare il proprio tempo nella realizzazione di uno studio insensato ma fortemente interessante, ideato probabilmente dopo l’ennesimo shock anafilattico provocato dalla troppa esposizione allo scempio tennistico emanato dalla sfida Ferrer-Simon, che, come infernale pena, passa in loop tra i televisori dei loro laboratori.
TENNIS GIOCATO? NON PROPRIO – I suddetti, tifosi di Roger, Rafa, Novak o Stan (di Murray no, perché, diciamocelo, nessuno tifa Murray), esaminano incontri su incontri, cronometrando con precisione svizzera gli effettivi tempi di gioco in una partita di tennis. Tra lamentele improbabili, strani tic nervosi ossessivo-compulsivi, liti sfrenate con arbitri e giudici di linea, il periodo durante il quale la pallina viene colpita con aurei movimenti angelici o con padellata belluinamente potenti, ne rappresenta soltanto una minima ed insignificante porzione.
LO STUDIO – Infatti, secondo i noiosissimi dati, soltanto il 16,1% del tempo totale racchiude di fatto il vero e proprio. Quindi, per la restante durata, i campioni si dilettano in simpatici siparietti, perdite di tempo insensate, medical timeout inverosimili, cambi campo dal sapore di trasloco e rituali scaramantici (o magici) che perforano le imperturbabili menti dei professionisti della racchetta, dediti giorno e notte al nobile giuoco, erede diretto della più che regale pallacorda.
QUESTIONE DI TEMPI – Ciò dimostra, seppur con notevoli dosi di personalissima interpretazione, che nel tennis si vince sì con i colpi (belli o meno che siano, non importa), ma ancor di più con strategie mirate al solo scopo di distrarre il malcapitato ed ingenuo avversario, che inesorabilmente cadrà nella subdola trappola propostagli. Sarà un caso, ma i migliori sono proprio quelli che, a questo ammasso di lievi ed infidi accorgimenti, prestano maggiore attenzione. Ogni riferimento a persone o cose è puramente casuale, ovviamente…