Una carriera da coach inversamente proporzionale a quella da tennista. Forse un’affermazione un po’ ingenerosa e che non rende sufficiente onore agli sforzi compiuti sui campi del circuito maschile, ma con un curriculum del genere come allenatore risulta difficile affermare il contrario. Wim Fissette compie oggi quarant’anni, di cui gli ultimi dieci trascorsi al fianco delle migliori tenniste del circuito. In ambito Atp non si ha memoria di sue imprese sportive, considerato anche un best ranking fermo alla posizione numero 1291; come coach, invece, il suo palmarès è a dir poco mostruoso.
“Analitico” è l’aggettivo che meglio si addice alla sua figura di allenatore e così viene definito dagli addetti ai lavori, per sua stessa ammissione. Wim Fissette, di nazionalità belga, è uno di quei coach che ritiene essenziale un approccio analitico alle partite per ottenere miglioramenti in un atleta. Agli albori della carriera, era solito esaminare le partite annotando tutti i punti su carta, lavoro che osiamo immaginare essere infernale; di certo sarà lieto dello sviluppo tecnologico e dell’apporto che ha fornito al suo lavoro di analisi, che continua incessantemente e fermamente a perseguire.
La sua prima avventura “in panchina” è a dir poco entusiasmante. Nel 2009, Fissette è il coach di Kim Clijsters, la quale si trova al rientro nel circuito. Il connubio belga funziona meravigliosamente bene e si conclude con un bilancio notevole: nel 2011, anno della separazione professionale tra i due, Clijsters ha aggiunto in bacheca ben tre tornei dello Slam (due US Open, un Australian Open) e un “Masters” di fine anno con un, seppur rapidissimo, balzo al vertice del ranking Wta.
Dopo quasi un anno e mezzo di pausa, nella primavera del 2013 Wim abbraccia il progetto Sabine Lisicki. Sotto la sua guida, la tedesca raggiunge la sua unica finale Slam in carriera, a Wimbledon, sconfitta solo da Marion Bartoli, con tanto di vittoria sulla regina Serena Williams. Pochi mesi ed il belga comincia il 2014 collaborando con Simona Halep. In quest’occasione non arrivano titoli ma sicuramente dei miglioramenti per la rumena, che non era ancora una tennista di livello come lo è attualmente: best ranking (n. 2 Wta, poi ovviamente ritoccato) e finale al Roland Garros. Meno fortunata la collaborazione con Azarenka, agrodolce quella con Konta nel 2017, stagione che è comunque rimasta la migliore della sua carriera di quest’ultima. Un altro favoloso trionfo Slam arriva poi con Angelique Kerber, che insieme a Fissette ha conquistato il suo terzo titolo Slam sull’erba londinese nel 2018.
Risultano quindi facilmente comprensibili i motivi per i quali il coach belga sia così ricercato ed apprezzato nel circuito. L’ultima sfida? Naomi Osaka. Un talento immenso sui cui lavorare ed una collaborazione estremamente interessante, i cui frutti si spera possano vedersi presto, non per altro perché equivarrebbe ad un ritorno alla normalità.