Emma Raducanu, con calma

La vittoria agli Us Open sembra un lontano ricordo per Emma Raducanu. Ma a 19 anni va bene anche perdere 6-0 6-1 al primo turno.

11 settembre 2021. A Flushing Meadows va in scena la finale degli Us Open. Da un lato Emma Raducanu, giovanissima britannica che dopo aver impressionato a Wimbledon è pronta a regalare al suo paese una grande gioia. Approdata in finale partendo addirittura dalle qualificazioni, non ha perso neppure un set e sta giocando un tennis celestiale. Dall’altro Leylah Fernandez, ennesimo talento canadese emerso negli ultimi anni dopo Andreescu e Bouchard (senza citare i colleghi maschi). Lei di set ne ha persi svariati, ma visto il calibro delle avversarie sconfitte (Osaka, Kerber, Svitolina e Sabalenka) è più che giustificato. La finale in sé non offre molto. Raducanu, sempre in controllo, trionfa in due set e finisce sulle prime pagine di tutti i giornali.

I mesi passano, le carriere proseguono ed è possibile avere un quadro più completo delle due atlete. Raducanu disputa cinque match fino a fine 2021, ottenendo due vittorie poco convincenti contro giocatrici fuori dalla Top 100. Fernandez invece supera un paio di turni ad Indian Wells per poi venire sconfitta da Rogers e godersi le meritate vacanze. Nel 2022, la canadese non parte con il piede giusto, travolta da Swiatek al secondo turno di Adelaide. Ancora peggio Raducanu, che di game ne vince uno solo contro l’ottima Rybakina all’esordio sempre ad Adelaide. Un normale incidente di percorso per la britannica, che però viene subito etichettata come sopravvalutata, ‘pompata’ dai media, e chi più ne ha più ne metta. La domanda dunque sorge spontanea: com’è passata Raducanu da essere una giovane aspirante tennista, con la passione per la Formula 1 e per la cultura cinese, a star di fama mondiale da 2 milioni di followers su Instagram e personaggio sportivo dell’anno per la BBC? La risposta ruota attorno al concetto di ‘tempo’, tanto importante nella vita quanto in una carriera.

Non è un segreto che non appena una ragazza, già di per sé talentuosa e di bell’aspetto, diventi anche vincente e quindi popolare, i brand facciano a gara per accaparrarsela. E quindi Dior, Tiffany, Evian, British Airways e tanto altro. Sbilanciarsi e dire che si sia montata la testa è un po’ troppo azzardato, specialmente non conoscendola personalmente; ciò su cui non ci sono dubbi, tuttavia, è che sia stata travolta da un’onda mediatica che in parte ha spostato il suo focus, distogliendola dal tennis. Detto ciò, tornando al concetto di “tempo”, non c’è da stupirsi se una diciannovenne, appena alla sua sesta partita Wta in carriera, subisca una batosta. Fa parte del percorso di crescita. Anzi, paradossalmente è stato ‘strano’ vederla vincere uno slam così presto. Spesso si dice che i giovani debbano essere lasciati in pace per crescere tranquillamente. La verità, invece, è che le pressioni, così tanto criticate, sono necessarie in quanto costituiscono un elemento imprescindibile in una carriera. Pertanto meglio imparare a conviverci fin da subito.

Ciò su cui si potrebbe obiettare sono proprio le priorità. Non dovremmo pretendere che Raducanu diventi immediatamente una campionessa fatta e finita, fuori e dentro dal campo. Al contrario, sarebbe opportuno reputarla una giovane talentuosa con un importante trofeo in bacheca ma che ha ancora tanto da dimostrare. Non affrettiamoci a cercare una nuova Serena Williams o Sharapova. È vero, negli ultimi anni il tennis femminile è stato orfano di una vera e propria regina, ma il futuro è più che roseo. Tra Swiatek, Gauff, Fernandez, ovviamente Raducanu e tanti altri talenti pronti a sbocciare, c’è da stare più che tranquilli. Quindi, cara Emma, prenditi il tuo tempo e non avere fretta. Il mondo del tennis capirà.

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