Quella di George Bastl è la storia di un tennista senza particolari doti che, con un cinismo pressoché spietato, ha saputo pienamente approfittare dell’occasione più ghiotta della carriera, tramutandola in gloria eterna. Non ce ne voglia infatti il tennista svizzero se siamo qui a ricordare il suo quarantacinquesimo compleanno “solo” per quel celebre episodio.
Correva l’anno 2002 ed era in corso il torneo più prestigioso della storia del tennis. Nell’impianto dei Championships, tra una fragola con la panna e l’altra, si stava per consumare uno dei momenti più drammatici della carriera di Pete Sampras, che già nella precedente edizione si era dovuto arrendere alla nascente classe di un altro svizzero (che avrà però un pizzico di notorietà in più). Presagi funesti derivavano già dalla collocazione che gli organizzatori avevano riservato al campione americano, vero padrone di casa del torneo: non Centre Court ma campo n. 2, comunemente noto come cimitero dei campioni. L’avversario di secondo turno? George Bastl, svizzero, best ranking n. 71 e secondo turno allo US Open come miglior risultato Slam. Fino a quel momento.
“Il punto più basso della mia carriera“. Con queste parole Sampras ha etichettato quel pomeriggio passato poi alla storia del tennis. Sotto gli occhi increduli del pubblico, Bastl si porta avanti di due parziali; tra la consapevolezza di un’impresa titanica e la reazione d’orgoglio e di classe del campione ferito, il match giunge al quinto e decisivo set. A questo punto, considerato l’andamento del match, una vittoria da parte della leggenda statunitense sembra cosa ovvia. Il break però lo porta a casa lo svizzero, allora n. 145 del ranking mondiale: 6-4 in suo favore, miglior risultato Slam della carriera e soprattutto l’estromissione del sette volte campione di Wimbledon.
George Bastl è passato agli annali del tennis come colui che ha posto fine alla carriera di Sampras a Wimbledon. Un’impresa, la sua, sicuramente inaspettata, facilitata dal momento psicologico non idilliaco del sette volte campione dei Championships: non per questo, però, meno importante. Lo svizzero infatti non annovera grandi tornei nella sua bacheca: sia in singolare che in doppio, rimane il terzo turno in uno Slam il miglior risultato (in doppio, US Open); a questo si affiancano quattro Challenger, di cui uno a Milano. Una curiosità: vinse Milano anche in doppio nel 2000 in coppia con Giorgio Galimberti.
Gli dei del tennis hanno poi deciso di affidargli, simbolicamente, un’altra comparsa importante nella carriera di un futuro campione. Siamo sempre a Wimbledon, nel 2005, match di primo turno: Bastl affronta il diciottenne Andy Murray, speranza del pubblico inglese. La partita in questo caso scivola via veloce appannaggio però dell’avversario. Bastl, stupefatto dal talento del giovane scozzese, “diede avvio” alla carriera su erba di quello che sarà poi l’idolo di casa.
Buon compleanno George, l’uomo al posto giusto nel momento giusto.