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I grandi colpi – La risposta anticipata di André Agassi

André Agassi, con il suo tennis a tratti compulsivo e frettoloso, è stato uno di quei tennisti che ha riscritto il modo di praticare il nostro sport. Negli anni ’90, periodo in cui questo ragazzo americano dall’insolito outfit appare sui campi, il servizio era considerato il fondamentale con cui imporre all’avversario la propria trama di gioco, ponendolo così in una netta condizione di svantaggio. Agassi, invece, decise di candidarsi a “mortificatore” delle potenti battute, aggredendole come se fossero palle senza peso ed effetto. Non solo novità importanti nello stile quindi, bensì soprattutto un modo di concepire la risposta in un’ottica proattiva e non meramente difensiva. Questo colpo, unito alla pazzesca capacità di anticipo da fondo, ha reso l’ex kid di Las Vegas un tennista unico nel suo genere.

Agassi alle prime apparizioni.

CARATTERISTICHE TECNICHE – Alla base della spiccata propensione nel colpire in anticipo, va individuato innanzitutto il terrificante allenamento che papà Mike impose al giovane André sin da fanciullo: fece costruire una macchina lanciapalle (si narra di circa 2500 palline al giorno!), che scagliava veri e propri missili; vien da sé che, per forza di cose, Agassi sviluppò particolarmente i suoi riflessi in ribattuta. Senza ombra di dubbi, pur colpendo ad altissima intensità anche dal lato destro, la risposta di rovescio aveva una marcia in più. Lo statunitense impugnava la racchetta con una “doppia eastern” di dritto, fondando l’efficacia del suo colpo su un’impressionante rapidità di movimento delle braccia e delle gambe; in campo, probabilmente, gli arti inferiori non erano mai del tutto fermi. Tale celerità nei movimenti gli permetteva di impattare dei servizi anche in equilibrio precario, mettendo ugualmente in difficoltà il suo avversario. Le peculiarità di questo colpo, in definitiva, vertevano sul timing eccezionale d’impatto, sull’anticipo e sulla rapidità complessiva di esecuzione, nonché di pensiero. Molto peculiare era anche il particolare movimento del polso, a volte ingannevole sull’effettiva traiettoria della palla.

ASPETTI TATTICI – Ma la vera sfrontatezza di Agassi risiedeva nell’approccio il più possibile offensivo contro i servizi avversari. La vera novità è proprio questo nuovo modo di concepire la risposta, possibile ovviamente per quanto detto sopra. Pensiamo a Goran Ivanisevic o a Pete Sampras, gente con servizi costantemente da oltre 200 km/h: il buon André si piazzava sulla riga di fondo, raramente più indietro, per sfruttare la velocità e rendere la sua risposta pressoché ingiocabile. Sono clamorose le ribattute direttamente vincenti in cui si spingeva addirittura ben dentro il campo, destando stupore non solo al pubblico ma anche all’avversario di turno. L’obiettivo era quello di mettere da subito l’avversario in una posizione di svantaggio, costringendolo a remare per tutto lo scambio nel tentativo di inseguire i fendenti anticipati provenienti dall’altro lato della rete. Il serve&volley doveva essere di eccelso livello, poiché era un attimo ricevere una risposta tra le stringhe. Tutto questo avveniva con una naturalezza disarmante, quasi offensiva, in un gesto breve e rapido sempre coordinato, senza apparente difficoltà.

UN CENNO ALL’ESTETICA – Osservare Agassi dall’esterno genera una sensazione di incredulità. E’ impossibile, in tempo reale, cercare di individuare il lavoro di tutte le componenti fisiche ai fini dell’esecuzione. Solo rallentando le immagini si può cercare di comprenderne la tecnica: gambe flesse e rapidissime, tronco in costante proiezione verticale e polsi robustissimi. E’ un colpo affascinante da ammirare principalmente per la sua rapidità; tutto avviene in un attimo e la pallina schizza via senza che Agassi si scomponga. L’efficienza e l’efficacia della risposta raggiungono apici mai toccati negli anni precedenti e aprono la strada ad un tennis sempre più fondato sulla capacità di sfruttare il proprio fisico. E’ indubbio che André Agassi abbia rappresentato uno spartiacque importante tra il tennis anni ’90 e quello recentissimo dei vari fenomeni attuali.

La portata storica di quest’uomo nella storia del tennis occupa una fetta molto ampia. I suoi continui contrasti interiori, superati nella costante ma complessa crescita professionale, si sono manifestati esternamente nell’ultimo punto della sua carriera, davanti al pubblico di casa, in un pianto memorabile che ancora oggi è ben presente nella mente degli appassionati. Il ragazzo dai lunghi capelli e dallo stile discutibile, poi improvvisamente calvo e più rispondente ai canoni dell’epoca, ha dato l’input a moltissimi ragazzi che si sono affacciati al mondo del tennis; ogni grande ribattitore delle ultime stagioni ha necessariamente studiato André Agassi, il tennista della silenziosa rivoluzione tecnica.

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Luca Sassone

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