I grandi colpi – Le splendide volée di Edberg

Il gioco di volo di Stefan Edberg ha indubbiamente fatto la storia. E' entusiasmante notare la compostezza e l'eleganza dei suoi gesti.

Non può essere un caso che Stefan Edberg, durante la sua carriera da allenatore, abbia collaborato per due anni con Roger Federer. Se lo svizzero rappresenta infatti il prototipo (moderno) dell’eleganza nel tennis, lo svedese costituisce indubbiamente l’archetipo dell’armonia e della bellezza dei colpi e dei movimenti, specialmente dal lato sinistro. Le sue volée sono considerate da molti illustri addetti ai lavori come le migliori di sempre ed incarnano perfettamente lo spirito del suo tennis e più in generale di quello dell’epoca, molto più votato all’attacco ed al dominio della rete. Lo stile di Edberg rimarrà inconfondibile ed unico in eterno, costituendo in tal senso una venerabile icona.

CARATTERISTICHE TECNICHE – E’ molto complesso interrompere il flusso di coscienza conseguente alla visione di filmati sulle volée dello svedese, eppure è necessario sottolineare alcune componenti essenziali nel suo gioco di rete. Prima di soffermare l’attenzione sulla parte “racchetta-braccio”, va evidenziata l’eccellente posizione a rete, frutto di una predisposizione naturale al gioco offensivo e corroborata da una struttura fisica importante: Edberg era rapidissimo con i piedi e molto esplosivo, il che gli permetteva di aggredire il colpo e di proiettarsi in avanti in tempi piuttosto rapidi, ingenerando nell’avversario una certa fretta nel giocare il passante. Lo slancio laterale per “parare” le risposte più complesse è sintomatico della sua reattività; il polso d’acciaio e la robustezza nella parte inferiore del corpo rappresentavano le armi in più per un’ottimale posizione a rete. Il movimento è, potremmo dire, “classico”, aggraziato e pulito; è impressionante soprattutto la compattezza nelle aperture, sempre piuttosto brevi: raramente Stefan appare scoordinato o fuori tempo.

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Stefan Edberg a colloquio con il suo “allievo” Roger Federer.

ASPETTI TATTICI – Come detto, il bagaglio tecnico di Edberg era strutturato per un gioco essenzialmente d’attacco, differente però da quello odierno. Bisogna sempre contestualizzare il tutto in un periodo storico che va dai primi anni ’80 alla seconda metà degli anni ’90, momento in cui si rese conto di non poter rivaleggiare per motivi fisici e anagrafici, alle prese sempre più con un tennis in continua evoluzione verso la potenza. Il 1990 ed il 1991 rappresentarono il biennio d’oro della sua carriera, l’apice del suo gioco verticale. L’ex numero 1 del mondo era supportato da un servizio devastante che rendeva più agevole la realizzazione del suo piano tattico; molte volte le volée costituivano una mera formalità, altre volte, nei casi più spettacolari, erano delle vere e proprie pennellate di classe. L’apice del suo repertorio, immortalata in numerosi scatti, è la volée bassa di rovescio, quella giocata tra le “stringhe”, in un equilibrio per chiunque precario ma non per Edberg. Da una fase potenzialmente di difesa, direzionava la palla verso l’incrocio delle righe, imprimendo alla stessa un taglio micidiale verso l’esterno. Il movimento del corpo sembrava direzionare la traiettoria per prepararsi ad un’eventuale ribattuta. Quando si suol dire qualcosa di unico ed inimitabile.

UN CENNO ALL’ESTETICA – Sicuramente più di un cenno nel caso specifico: raramente vi è una tale unanimità nel ritenere un tennista il migliore di sempre in un determinato colpo. Edberg si inserisce in questo filotto; moltissimi giornalisti, commentatori, arbitri e giocatori (anche suoi avversari) lo hanno definito come il più elegante ed efficace di sempre nel gioco di volo. La purezza e la linearità del gesto sono impressionanti, per gli amanti del tennis retrò Edberg rappresenta indubbiamente il modello migliore. Ciò si riflette anche sull’atteggiamento in campo, sempre ordinato e rispettoso, senza episodi al di sopra delle righe. Le parole non bastano per descrivere la portata della sua eleganza, forse meglio far parlare un filmato.

Per i nostalgici e per gli amanti del serve&volley, fisiologicamente ed inevitabilmente in fase di estinzione, Stefan Edberg rappresenta uno degli esempi più virtuosi. La sua efficacia nel gioco di volo va di pari passo con la sua enorme eleganza e compostezza nei gesti. Un fenomeno, un talento puro.

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