Il bello e il cattivo tempo degli Ibi 2019: resoconto di un torneo discusso

La 76esima edizione degli Internazionali di Roma è stata bagnata da un meteo malevolo e da una pioggia incessante di critiche sia da parte dei giocatori che degli spettatori. Il sole però è tornato a splendere con la vittoria di Nadal, il ritorno dei Delpo e un’affluenza da record. Di Isabella Bonciani.

Pioggia e vento, tanta pioggia e tanto vento, hanno creato una gran bufera, in tutti i sensi, su questa 76esima edizione degli Internazionali d’Italia. Uno dei più importanti appuntamenti tennistici sulla terra rossa quest’anno è stato bagnato, ma poco fortunato, vista la pioggia incessante del mercoledì, che non ha permesso lo svolgimento neanche di una partita, e la pioggia di critiche da parte di un po’ tutti.

Il torneo si è decisamente concluso in meglio con la straordinaria vittoria di Rafael Nadal che, sconfiggendo Stefanos Tsitsipas e Novak Djokovic, rispettivamente in semifinale e in finale, si è tolto qualche sassolino dalla scarpa. Non solo. Lo spagnolo non vinceva un torneo dall’agosto del 2018, in cui perse proprio dal giovane greco, e conquistando il titolo si conferma pluricampione del torneo romano con il maggior numero di vittorie pari a 9.

Una discreta soddisfazione anche per la vincitrice del torneo femminile Karolina Pliskova, ex numero 1 del mondo. La ceca infatti vince gli Internazionali per la prima volta in carriera, battendo in finale Johanna Konta.

Un match su tutti merita attenzione: quello dei quarti tra Djokovic e Juan Martin del Potro. L’argentino, dopo essere stato per molto tempo fermo per infortunio, pare essere ritornato ad alti livelli, giocando una bella partita con il serbo e ripresentandosi con il suo esemplare rovescio. Rientro che, oltre ai fan, fa assai piacere anche agli avversari: il serbo ha dato la mano a Delpo dopo un suo colpo strano e, a fine partita, l’abbraccio tra i due è stato emozionante.  

Successi di rilievo, sì, ma questa edizione sarà indubbiamente ricordata per le innumerevoli polemiche che potrebbero lasciare strascichi anche in previsione del 2020.

Complice il meteo, che tanto complice non è stato, che nella giornata di mercoledì non ha dato tregua  con una pioggia incessante che non ha permesso lo svolgimento neanche di una partita con il conseguente timore, da parte dell’organizzazione dell’evento, di dover rimborsare i biglietti, così come previsto dal regolamento.  

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All’alba del giovedì infatti c’erano già polemiche provenienti da ogni dove.
Tanto per cominciare Dominic Thiem si è fortemente lamentato con gli organizzatori per aver costretto i giocatori a stare tutto il giorno al Foro ad aspettare qualora spiovesse, salvo poi  farli rientrare in hotel alle 19, nel momento di massimo caos vista la concomitanza della partita di calcio Lazio – Atalanta che ha generato un gran traffico e tensione.

Dunque nella giornata di giovedì si è svolto il doppio turno: i sedicesimi e gli ottavi di finali. Doppia fatica per i tennisti che forse ha provocato lo sfogo da parte di Fabio Fognini che si è scagliato contro il direttore del torneo Sergio Palmieri invitandolo, non troppo educatamente, a lasciare il posto, salvo poi fare dietrofront via social e chiedendo scusa.  

Forse l’azzurro non era neanche troppo contento di giocare sul Pietrangeli, di cui si è lamentato più volte, campo scelto durante la partita contro Tsitsipas. Del resto anche Djokovic si è spesso pronunciato sulle condizioni poco buone dei campi del Foro. A quanto pare il numero 2 sarebbe velocissimo per la pochissima terra rossa e il Grand Stand non sarebbe ottimale per la scarsa compattezza del terreno.

Il serbo si è risentito anche per le righe bianche che, non asciugandole, risultavano scivolose visto che ad ogni fine set i campi venivano bagnati. Risentimento al quale a fatto eco Roger Federer che è anche scivolato procurandosi un dolore alla gamba, motivo per cui si sarebbe ritirato ai quarti.

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Una doccia fredda, restando sul tema dell’acqua, avrebbe dovuto farsela anche Nick Kyrgios che in questo torneo ha davvero dato il meglio di sé. Ha rimediato un warning e penalty point per comportamenti antisportivi, poi si è lamentato con eccentricità per i movimenti sugli spalti, in seguito, a causa di una parolaccia di troppo, ha rimediato anche un penalty game e qui è uscito fuori di senno. In sequenza ha lanciato la racchetta in terra, calciato una bottiglia, scaraventato in campo la sedia del giudice di linea e, chiuso il borsone, è uscito dal campo.  La pena? Un’altra doccia fredda: l’australiano ha dovuto rinunciare al premio in denaro del torneo e all’ospitalità, inoltre probabilmente dovrà pagare una multa e potrebbe essere squalificato per un periodo di tempo piuttosto lungo.

Gran confusione, con conseguenti critiche, c’è stata anche tra gli spettatori. Dapprima l’aumento del costo del biglietto per la presenza di Federer ha portato con sé non poche polemiche, poi la disorganizzazione nel giorno piovoso di mercoledì. Infatti i rinvii dei match a intervalli di mezz’ora ha costretto il povero pubblico a rimanere sotto la pioggia all’interno del Foro ma con ben poche speranze di assistere a qualche incontro, visto che il meteo non dava segni di miglioramenti. Il giorno seguente l’organizzazione, per evitare di dover rimborsare i biglietti a chi non aveva visto neanche una partita, ha risolto il problema permettendo al pubblico di mercoledì di vedere i  primi match di giovedì iniziati in mattinata. I possessori dei biglietti del giovedì invece avrebbero dovuto attendere le 13 per vedere le partite nel Campo Centrale e nel Grand Stand.

Neanche un po’ di soddisfazione per noi italiani che speravamo in qualcosa in più, visto gli ottimi risultati ottenuti dagli azzurri nei tornei recenti. Con un po’ di delusione ci siamo dovuti accontentare di vederli giocare, e perdere, chi ai sedicesimi e chi agli ottavi.  

Dopo giorni di pioggia però il sole pare sia tornato a splendere, infatti sembra che quest’anno la partecipazione sia stata da record (più di 223 mila spettatori) ed in effetti prendere parte ad un evento di fama internazionale in un luogo così suggestivo è davvero un privilegio.

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Duranti i giorni del torneo romano, l’ombelico del mondo del tennis, da quello amatoriale a quello professionistico, è tutto concentrato in pochi metri quadrati del Foro Italico, vista la non concomitanza degli Internazionali con altri tornei.

L’appassionato si ritrova a pochi passi dai suoi beniamini che adesso può tifare dal vivo, in una cornice verde, suggestiva e piena di storia, sottolineata dalle lastre posizionate in terra con i nomi degli italiani che si sono contraddistinti in vari sport. Non si può che essere incredibilmente coinvolti dall’atmosfera, dall’emozione di essere parte di un evento così grande e così importante.

Appena si varca la soglia del Foro Italico, veniamo catturati da un vortice di entusiasmo e nasce immediatamente la voglia di potersi sdoppiare. Di poter guardare una partita e un allenamento insieme, di poter acquistare nello stand della nostra marca preferita e di poter sbirciare negli studi televisivi nella speranza di vedere i giornalisti che, essendo sempre in tv, sono diventati ormai di casa. Insomma viene voglia di non perdersi neanche un attimo, anzi si desidera che ogni attimo si impressioni nella memoria per conservarlo per sempre come un ricordo felice.

E’ un evento talmente importante che si possono trovare persone di ogni tipo di nazionalità, con le loro culture, con il loro modo di vestire e di essere e questo ci fa rendere conto di quanto il mondo non finisca nella nostra città di provenienza ma piuttosto di quanto sia grande e vario e per questo bello e interessante.

Gocce di profumo romano bagnano il Foro e si mescolano con aromi di tutto il mondo.  

Isabella Bonciani

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