La flessione costante di Djokovic e il dubbio su Miami

Nel giro di circa quindici giorni, Novak Djokovic è stato sconfitto da Nick Kyrgios in due occasioni: ad Acapulco, nel loro primo incontro ufficiale, e poi ad Indian Wells in due parziali. Nell’ultimo caso, in realtà, si parla anche di un infortunio al gomito, che ne metterebbe addirittura in dubbio la presenza a Miami. Per il serbo, in realtà, le delusioni iniziano a diventare tante, ma le ultime due sconfitte contro l’australiano pongono degli interrogativi ancora maggiori. In passato, anche non giocando il suo miglior tennis, Nole riusciva infatti a rimanere attaccato agli scambi ed al match fino agli ultimi punti; l’atteggiamento ed il linguaggio del corpo, invece, comunicano sensazioni antitetiche. Il mistero sul suo attuale momento di forma si infittisce, ma alcuni dati sono ineludibili.

DICHIARAZIONI E PRIORITA’ – Dopo la nascita di Stefan, primogenito avuto dalla moglie Jelena, Djokovic ha più volte dichiarato che il tennis non costituisce più la sua priorità. Il periodo delle voci su un’eventuale rottura con la moglie sembra essere cessato (anche se la celebre discussione in diretta sui social ha lasciato basiti un po’ tutti) e la famiglia rappresenta il fulcro dei suoi interessi. E’ in effetti abbastanza palese che la concentrazione del serbo sia piuttosto ballerina, storicamente invece suo punto di forza. La continuità di rendimento che lo ha reso mostruoso ed imbattibile sta lasciando spazio a tentennamenti ed insicurezze, con l’immediata conseguenza di un gioco altalenante ed a sprazzi. Questo aspetto si è manifestato in modo evidente nella sfida contro Del Potro. C’è poi anche chi parla di un netto calo fisico, addirittura a livello muscolare, che non gli garantisce la canonica agilità ed elasticità sul campo: è’ evidente agli occhi la mancanza di coordinazione su molti colpi; un connubio tra disattenzione e condizione fisica non ideale lo sta classificando come un giocatore battibile.

La canonica e travolgente grinta di Nole che ultimamente latita dai campi.
La canonica e travolgente grinta di Nole che ultimamente latita dai campi.

RISULTATI NEGATIVI – Nel 2017, per Djokovic c’è stata solo la consolazione ad inizio anno a Doha contro Murray, sfida che aveva infiammato tutti gli addetti ai lavori. E invece, tra l’altro per entrambi, è arrivata la cocente delusione australiana, seguita poi dalle più recenti sconfitte sempre sul veloce. Miami potrebbe rappresentare uno stimolo maggiore in termini di attenzione, poiché nella passata stagione il serbo si era laureato campione, consolidando il proprio dominio. In termini di mera classifica, un eventuale forfait al prossimo Masters 1000 avrebbe un peso specifico preoccupante. Di sicuro, anche grazie alla crescente affermazione delle nuove leve e dell’elevato rendimento di Federer e Nadal, l’era di Nole il cannibale appare lontana anni luce e difficilmente rinnovabile in tempi brevi. Certamente, non è semplice trovare ancora stimoli dopo stagioni da assoluto dominatore in cui ha imposto il monopolio più assoluto; però, esattamente in questa fase tennistica, campeggia l’esempio Federer, che a 36 anni suonati è ancora capace di trovare le motivazioni giuste per divertire e divertirsi.

Alla base del flessione del serbo, in definitiva, vi sono primariamente condizionamenti psicologici, derivanti probabilmente da motivi “interni” su cui si possono solo effettuare delle congetture. Che manchino motivazioni o energie nervose è difficile da comprendere ad una visione esterna. A tutto questo, ma in misura inferiore, v’è anche un calo fisico, che lo rende un giocatore scarico sulle gambe ed a tratti impacciato nelle esecuzioni. Se l’infortunio al gomito non si rivelerà di entità così grave da impedirgli la partecipazione a Miami, potremo avere risposte maggiori in merito a questa sua “rottura prolungata”.

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