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Le ultime del Divino

Perchè prima o poi arriverà quel giorno, no? Ecco, se pensate che la risposta a questa domanda sia no, e che quindi Federer non si ritirerà mai, cliccate subito la “ics” che c’è in alto a sinistra e chiudete il pezzo. Se invece, come me, avete deciso che sarà meglio abituarsi da subito a quest’idea, che oggi sembra più razionale di ieri, arrivate almeno fino alla prossima frase. Anche perchè per la prima volta in carriera il Divino ha dichiarato, in quel di Perth, che non sa se ci sarà un 2020. Traduzione: potrebbe ritirarsi a fine 2019. È chiaro, ora, che la traduzione sia la mia personale, ma chi non ha pensato che le Finals di Londra potrebbero davvero essere l’ultimo torneo della vita di Federer-giocatore? Io ci ho pensato, e se sono giunto a questo pensiero ho anche riflettuto sul fatto che verosimilmente quest’anno giocherà abbastanza bene da poter entrare alla O2 Arena dalla porta principale. Perché voi ve lo immaginate un Federer che, nel suo ultimo anno di carriera, esce dagli Slam nei primi turni e che non arriva quasi mai in fondo ad un torneo? Io no, nonostante qualcuno mi dica che abbia una fervida immaginazione.

E quindi proviamo a riflettere come se questo fosse davvero l’ultimo anno di Roger. Ultimo Australian Open, ultimo Roland Garros, ultimo Wimbledon e ultimo US Open. Ho inserito anche il torneo di Parigi perchè ad oggi lo stesso Federer non sa se ci giocherà o meno, ma il solo il beneficio del dubbio (che negli ultimi anni non c’è mai stato) mi fa essere ottimista. E poi ritengo non voglia chiudere la sua vita sul rettangolo di gioco in una stagione in cui ha giocato solo tre Slam su quattro. E così, gli ultimi concerti di Federer potrebbero anche coincidere con quelli in cui Djokovic sarà il più odiato in assoluto del circuito. “Che c’entra Novak?” vi starete chiedendo. C’entra, perchè provate a pensare ad una finale di Wimbledon in cui da una parte della rete c’è lo svizzero e dall’altra parte il serbo. Siete davvero sicuri che ci sia qualcuno, nel mondo, che tiferebbe Nole (oltre ai suoi parenti, intendo)? Ad oggi il numero uno del mondo sembra essere l’avversario più accreditato di Federer, e a meno di sorprese la lotta per gli Slam (escludendo Nadal, non esattamente al top) sarà un gioco a due. Sono tuttavia altrettanto convinto che l’anno prossimo le eventuali “vedove di RF” si troveranno quasi a tifare per Djoker e Rafa, per restare ancorate ad un passato pregno di rossocrociato dal quale sarà difficilissimo staccarsi. Già me li vedo con gli occhi lucidi mentre dicono: “Oggi c’è Nadal-De Minaur: che bello quando Rafa perdeva contro Roger…”

Oltre che per quello che ha lasciato al tennis giocato, il Magnifico verrà rimpianto per quello che rappresentava al di fuori del campo. L’emblema di un tennis elegante, onesto e pulito, il candore di un gesto tecnico tra i più copiati nelle scuole-tennis, l’educazione verso il prossimo e il rispetto per i rivali. Col meraviglioso suono grattato emesso dalle corde della sua racchetta quando colpisce la pallina si potrebbe creare una playlist da disco di platino, il movimento del suo corpo durante l’esecuzione del rovescio ad una mano potrebbe essere insegnato nei corsi di danza e la sua eleganza nel vestire (soprattutto a Wimbledon) ha riportato a scuola gli influencer di tutto il mondo con lo smartphone in cartella.

Roger Federer mancherà più di ogni altro al mondo del tennis e a quello dello sport. Forse è davvero arrivato il momento di guardare ogni partita del Divino come se fosse l’ultima, o quasi. E se davvero deciderà di giocare anche sulla terra battuta vorrei dire agli scienziati e agli studiosi di non stupirsi o preoccuparsi: il calo delle nascite finirà ad agosto 2020.

Jacopo Crivellari

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