Il 2020 sarebbe dovuto essere per Matteo Berrettini l’anno della conferma o, per i più ottimisti, della consacrazione. Purtroppo però il 2020 non è stato in grado di dare questo tipo di risposte, perché in generale si è giocato poco e in condizioni particolari (basti pensare al freddo del Roland Garros) e perchè Berrettini ha giocato solo 6 tornei, compreso l’ultimo Parigi-Bercy dove è uscito al primo turno.
Fare un bilancio di una stagione come questa risulta quindi difficile, se poi ai pochi tornei giocati aggiungiamo anche l’infortunio che l’ha tenuto lontano dai campi per un po’ dopo il Roland Garros. Se riavvolgiamo il nastro di un anno, troviamo l’istantanea di Berrettini fotografato insieme ai migliori 8 giocatori del mondo del 2019 per le Finals di Londra, ciliegina sulla torta di un anno memorabile – semifinali a New York su tutte.
Matteo è quindi approdato ai nastri di partenza di questo 2020 da numero 8, un bel biglietto da visita da mostrare agli avversari, uno di quei biglietti che suonano “ah però!“. La sconfitta in 5 set contro Sandgren invece ha invece strappato in più pezzi quel biglietto, restituendoci una dimensione più terrena di Matteo, presagio di una stagione tutt’altro che brillante.
“Dobbiamo renderci conto e prendere coscienza che stiamo facendo qualcosa di eccezionale. Quindi, secondo me, bisogna essere contenti dei risultati ottenuti fino a qui, però con l’ambizione e lo stimolo di fare ancora meglio” aveva dichiarato Santopadre alla vigilia della nuova stagione tennistica, sottolineando l’eccezionalità dell’anno passato e delle difficoltà che Matteo Berrettini avrebbe dovuto affrontare per confermarsi ad alti livelli. E così è stato.
Difatti la stagione è poi proseguita con dei buoni risultati, vedi i quarti a Roma o gli ottavi a New York (dove è uscito per mano di un Rublev che si è dimostrato essere il giocatore più in forma di questo 2020), e alcune sconfitte rivedibili, come il terzo turno del Roland Garros con il tedesco Altmaier, oppure l’ultima al primo turno di Parigi-Bercy contro Marcos Giron.
Nonostante una stagione altalenante e tutt’altro che esaltante, Berrettini chiude da numero 10 al mondo e si qualifica come riserva per le Finals di Londra. “Spero di non giocare a Londra, perché vorrebbe dire che qualcuno si è fatto male e non voglio che succeda” ha dichiarato sportivamente.
Lo aspettiamo allora nel 2021, e siamo convinti che tornerà ai livelli che ci ha abituato: daltronde ci dimentichiamo che dalla sua ci sono l’età (ha solo 24 anni), una solidità mentale invidiabile oltre che un servizio e un dritto devastanti. E poi nello specchietto retrovisore vede ormai la sagoma di Sinner e questo anche per lui sarà un nuovo stimolo.