È Federer, bellezza. Colui che ha tolto il tennis dal piedistallo patinato e l’ha trascinato nell’arena disincantata della popolarità. Dal momento stesso in cui è uscita la notizia della seconda operazione al ginocchio destro tutti ne hanno iniziato a parlare come se non potesse esserci nessuno che non lo sapesse. Tutti erano medici, tutti coach e tutti avevano giocato a tennis da giovani. Importa zero se l’unica racchetta che avessero mai preso in mano era quella da spiaggia, di plastica e senza corde. Ciò che contava era mostrarsi in grado di dire la propria, come accade con le cose davvero importanti. La nazionale di calcio perde? Tutti allenatori. Arriva il coronavirus? Tutti virologi. Federer si opera? Tutti Gianni Clerici.
La bellezza di questa dinamica è contenuta nel fatto che in realtà Roger non ha mai fatto nulla perchè il tennis diventasse più popolare. Domenica 8 luglio 2007, finale di Wimbledon: Federer entra in campo con una giacca e un gilet con i profili d’oro che si toglie dopo aver scattato la foto pre-partita con Nadal. Alla fine, prima di andare a ricevere la coppa vinta, indossa un blazer bianco panna. L’avesse fatto qualcun altro, qualsiasi altro individuo sulla faccia della terra, apriti cielo. Lo ha fatto Roger e nessuno ha osato pensare che lo abbia fatto per vanità fine a sé stessa, se non coloro che dichiaratamente son contro lo svizzero perchè d’un altro campanile. Federer con il look di Wimbledon 2007 è diventato un’icona: tutti l’hanno amato, ammirato, invidiato benevolmente. Dal banchiere a mio cugino che lavora all’Enel.
L’eleganza federeriana non è mai sfociata in lussuria, perchè è sempre stata accompagnata ad una garbatezza dei modi, una gentilezza di sguardi, una creanza d’espressioni. È molto difficile scrivere o parlare di Roger: il rischio di cadere nel fanatismo è elevatissimo, poiché a volte la sua attitudine va oltre i limiti della semplice ragione e darne conto con quest’ultima diventa complicato.
Più complesso ancora è fare previsioni che riguardano il divino svizzero: una persona sana di mente e con un minimo di buon senso direbbe che dopo due operazioni così ravvicinate e invasive sarebbe sorprendente vederlo rigiocare una partita nel 2021, soprattutto perchè tra due mesi compirà trentanove anni. Eppure non ho letto nemmeno un articolo e non ho sentito nemmeno un parere di qualcuno che contempli la possibilità che la carriera di Federer possa essere finita qui. Debbo forse pensare che tra chi si occupa o chi è semplicemente appassionato dell’amato gioco non ci sia nessuno dotato di raziocinio? Non credo che sarebbe corretto, se lo pensassi. Veder tornare Roger in campo non stupirebbe nessuno. Ed è questa una delle sue vere forze: far diventare il miracoloso credibile, tanto credibile che tutti sanno che l’incredibile avverrà di sicuro. È come se quando si tratta di Federer ci si innalzi al suo livello, si entri nella sua dimensione fatta più di straordinario che di ordinario. Un’altitudine in cui l’irrazionale diventa razionale, normale, facile da prevedere. Ecco perchè tutti prevedono che dopo due operazioni consecutive allo stesso ginocchio Federer tornerà in campo. Bisognerà solo saper aspettare.