Ieri è iniziata la Laver Cup, ovvero la più importante sfida tennistica tra Europa e Resto del Mondo. Si gioca a Ginevra, Svizzera, bellissima (e ricchissima) città a sud del Lago Lemàno, a 250 chilometri della patria dell’ideatore di questa competizione, cioè Roger Federer. L’atmosfera è elettrizzante, affascinante. Sarebbe stato interessante calcolare il livello di decibel al primo ingresso ufficiale di RF nel PalExpo, avvenuto ieri sera all’ora di cena. Immagino ci si sia avvicinati molto al livello di uno stadio di calcio. Spero di aver reso l’idea.
Da una parte Bjorn Borg, dall’altra John McEnroe, i più grandi nemici-amici della storia del tennis. Al termine della prima giornata comandano gli europei per tre punti a uno, ma oggi potrebbe cambiare tutto nel giro di una partita. I match del sabato, infatti, valgono due punti. Significa che Isner potrebbe regalare il pareggio alla squadra a stelle e strisce, se dovesse vincere contro Sascha Zverev alle 13. A seguire, la partita più attesa della giornata: Federer sfiderà Kyrgios. Nick si esalta nelle competizioni a squadre, ama follemente il basket e la Laver Cup è il torneo che più di tutte glielo ricorda: s’impegnerà al 100 percento. È già una notizia. Roger cercherà il sesto successo su sette sfide contro l’australiano; l’ultima si è giocata proprio nella scorsa edizione della coppa dedicata a Rod Laver: vinse l’elvetico 6-3 6-2. Alle 19 Rafa Nadal farà il suo esordio giocando contro Milos Raonic, avversario pericoloso col quale ha perso due volte su undici. Nemmeno il tempo di una doccia per lo spagnolo: subito dopo giocherà in coppia con Tsitsipas contro Kyrgios e Sock.
Zverev potrebbe perdere contro Isner, Federer dovrebbe teoricamente vincere contro Kyrgios. In serata, Nadal ha i favori del pronostico in singolare ed è sfavorito nel doppio col suo collega greco Stefanos. Secondo logica, i punti di vantaggio del Team Europe potrebbero restare due, gli stessi con cui si è conclusa la giornata di ieri. Ciò lascerebbe apertissimo il discorso vittoria finale, considerando che domenica con ogni partita vinta se ne guadagneranno tre. Quest’evento è bello. Follemente interessante.
Credo che si possa scrivere con certezza, senza timore di smentita, che l’immagine più seducente, ammaliante e per certi versi anche inaspettata di questa Laver Cup è stata quella che ha visto coinvolti Fognini, Federer e Nadal durante la partita dell’italiano contro Sock. Fabio pareva perduto, troppo teso per poter esprimere il suo gioco. Roger e Rafa, ovvero i detentori di 39 titoli Slam per chi non lo sapesse, hanno cercato di mettergli in mano la bussola, avvicinandosi come due genitori, consigliandolo e motivandolo. Parole poi risultate inutili ai fini del risultato finale, visto che Fognini ha perso in due set, ma è bello pensare che l’azzurro potrà tenere sempre dentro di sé quelle parole così preziose. Centellinarle. Utilizzarle quando e se gli dovesse convenire, nella sua carriera e nella sua vita. Perché quell’”only positive” uscito dalla bocca del più grande tennista di tutti i tempi è più che un consiglio. È una lezione d’esistenza.
È stato emozionante. Che piaccia o meno, abbiamo sempre considerato Fabio una persona molto vicina a noi. I suoi comportamenti a volte sopra le righe, e in ogni caso sempre molto “italiani”, ce lo hanno avvicinato, hanno fatto nascere un sentimento d’amicizia, quasi fratellanza nei suoi confronti. In quel cambio campo siamo stati fieri di lui. Orgogliosi di ciò che è riuscito a farci vivere. Insieme a Fognini, in quel cambio campo, c’eravamo anche tutti noi.