Quando la beneficenza è leggendaria

Siamo tutti segregati in casa. Molto bene, è il momento di andare a rivedere cosa succedeva ad Indian Wells dieci anni fa.

Nessuno avrebbe mai immaginato una situazione ai limiti del paradossale come quella che stiamo attraversando in questi giorni: un silenzio assordante domina i nostri spazi, gli uffici sono deserti e le case pullulano di persone improvvisamente desiderose di contatti umani. Tale contesto può tuttavia rivelarsi una grande opportunità per dedicarsi, come nel nostro caso, a coltivare costantemente il nostro sport. A tal proposito, esattamente dieci anni fa, sul campo centrale dello splendido impianto di Indian Wells, si disputava un doppio che definire leggendario è quasi offensivo. Se abbiamo dimenticato cosa è accaduto dieci anni or sono, questa sera è l’occasione giusta per rinfrescarsi la memoria e godere di un’ora abbondante di puro show.

Il contesto storico di questo match/esibizione si caratterizzava per un’emergenza diversa e decisamente peggiore di quella attuale: gli abitanti di Haiti, piccola isola del Mar dei Caraibi, vennero colpiti nel 2010 da uno dei terremoti più terrificanti della storia dell’umanità; la terra, con una violenza disumana, devastò l’intero territorio, causando morti ed immani difficoltà nel ripartire. Tale disgrazia investì infatti una popolazione già notoriamente non benestante. Come sovente accade in questi casi, però, il mondo del tennis non rimase inerme di fronte all’accaduto. Si decise così di organizzare un doppio di beneficenza per la raccolta fondi da destinare ad Haiti. Il quartetto venne composto dai quattro tennisti più rappresentativi e seguiti nel mondo per meriti passati e presenti: Federer e Sampras a sfidare Nadal e Agassi dall’altro. Due coppie costruite non casualmente: da un lato Roger e Rafa si trovavano nel pieno della loro rivalità sportiva, così antitetici ed affascinanti da incollare chiunque allo schermo; dall’altro i due statunitensi erano stati i protagonisti di un dualismo altrettanto sentito durante gli anni ’90 ed inizio 2000, tra l’altro da sempre sostenitori dei rispettivi compagni di doppio, nonché forieri di qualche piccolo screzio recondito. A condire il tutto di quel quid in più, microfoni ed auricolari per i quattro guerrieri, in modo da alimentare la partita con dialoghi e battute e coinvolgere nello show il pubblico. In tal senso, i padroni della scena sono stati sicuramente Agassi e Federer, più propositivi ed estroversi dei rispettivi compagni.

La coppia Agassi-Nadal

A distanza di anni, è ancora oggi meraviglioso constatare in primis l’incredibile spirito caritatevole di questi immensi campioni, sempre pronti e disponibili a mettersi in gioco all’occorrenza, ed in secundis il fascino che porta con sé un incontro del genere. In un clima apparentemente disteso e sereno, il secondo punto dell’intero incontro, con il senno di poi, ha tuttavia rappresentato un piccolo campanello d’allarme della mai sopita rivalità tra i due statunitensi: Agassi spara un violentissimo dritto verso Sampras che fa in tempo solo a voltarsi di spalle, pur senza essere colpito. Verso la fine dell’incontro, però, una serie di battutine, sulle quali Nadal smorza affermando di non aver capito a causa del suo inglese poco approfondito, confermano la presenza di qualche sassolino di troppo nelle scarpe dei due, frutto di incomprensioni del passato.

Nella celebre autobiografia del Kid di Las Vegas, il buon Sampras venne infatti etichettato come “taccagno”, circostanza mai completamente digerita dal rivale. Più avanti nell’incontro, Agassi si rivolse a Pete, che era al servizio, dicendogli: “Ma devi essere sempre serio?“. La provocazione ha causato la – seppur pacata – reazione di Sampras, che cominciò ironicamente ad imitare l’andatura di Agassi. Quest’ultimo, allora, replicò senza farsi attendere facendo segno di svuotarsi le tasche. Sampras, dal canto suo, fece parlare il campo, servendo un missile che colpì fortunatamente Agassi solo di rimbalzo. Insomma, nonostante poco evidente agli occhi del pubblico, in campo vi fu un chiaro rimando a dissapori del passato non completamente digeriti, placati fortunatamente dall’abbraccio finale a rete.

L’abbraccio dei campioni dopo la sfida.

La vittoria è andata al duo Federer-Sampras. Il match, divertentissimo, ha visto l’alternarsi di scambi classici da esibizione a veri e propri sprazzi di sana competizione. Dal dritto contro dritto di Roger e Rafa, sottolineato da versi di forte comicità, agli smash al salto di Sampras, dai tocchi di classe dello svizzero alle risposte ancora meravigliose di Agassi, il risultato finale ha dato vita ad un evento di proporzioni gigantesche che ha regalato un’ora abbondante di puro spettacolo nel senso stretto del termine. Riguardando anche solo i momenti salienti, in questo particolare momento, riecheggia nell’aria un sentimento quasi nostalgico ed allo stesso tempo di sincero apprezzamento per aver sposato la causa di beneficenza. Da vedere e rivedere, tutto d’un fiato.

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