Lo si sapeva almeno un mese prima che tutto iniziasse, ma la verità e che poi quando accade davvero stupisce sempre. Rafael Nadal ha dominato il Roland Garros ed ha vinto il suo dodicesimo titolo a Parigi. È oltre ogni limite immaginabile, pensabile, razionalizzabile. Quando perse a Barcellona in semifinale alcuni hanno scritto che fosse un giocatore finito. Redimetevi, blasfemi. Dopo il secondo set della finale qualcuno ha pensato che il suo impero potesse vacillare. Pentitevi, scellerati.
Dominic Thiem è un signor giocatore, sia chiaro, ma non è l’uomo giusto per il colpo di Stato contro Rafael Nadal in una finale Slam. O almeno non lo è ancora. Se all’ultimo atto ci fosse arrivato Djokovic penso che sarebbe stato diverso; il serbo sa perfettamente come si vince un Major, e sa altrettanto bene che un calo di un paio di game in una partita del genere e contro un avversario di quel calibro ti può costare il titolo. Così è stato, in effetti. L’austriaco ha giocato bene, indubbiamente meglio di come giocò lo scorso anno nello stesso incontro. Il fatto che non abbia potuto riposarsi in questa settimana è stato, a mio avviso, un fattore positivo: rimanendo sempre dentro il ritmo-torneo ha sprecato sì tante energie mentali, ma le ha convertite tutte nella causa-Parigi, senza potersi distrarre e, soprattutto, riflettere troppo. Avrebbe potuto pensare ad esempio che ieri ha sconfitto colui che aveva alzato la coppa degli ultimi tre Slam, sentendosi appagato. Invece oggi è entrato in campo ed è stato tanto un “diavolo” almeno quanto lo è il suo rivale, per sei/sette games. Una risposta più che eloquente a coloro che riflettevano sul fatto che potesse essere stanco fisicamente dopo la maratona contro Nole. Per l’amor di Dio, ha venticinque anni. Nel quarto set uno spiraglio per provare a rientrare lo ha avuto, Dominic. Mi ha dato però l’impressione di giocare i punti di quel parziale come se non avesse più niente da perdere, quando in realtà il suo avversario non era così distante, almeno nel punteggio. Nella testa, lo spagnolo sapeva di dover fare solo un altro sforzo; poi la Coppa dei Moschettieri sarebbe stata sua. Thiem, invece, la testa ce l’aveva già sotto l’acqua della doccia.
Nessuno sulla terra battuta gioca meglio di Rafael Nadal, e che io ricordi nessuno lo ha mai fatto. Il dritto è uno dei colpi più influenti e incisivi del circuito, il rovescio è diventato efficacissimo: quegli incrociati corti-e-stretti sfidano le leggi del tennis, della matematica, della fisica. Sarebbero difensivi, originariamente; solo che lui li gioca talmente tanto bene che la maggior parte delle volte divengono l’ultimo colpo dello scambio. E non perchè li mandi fuori…
Duemilacinque, dumeilasei, duemilasette, duemilaotto, duemiladieci, duemilaundici, duemiladodici, duemilatredici, duemilaquattordici, duemiladiciassette, duemiladiciotto, duemiladiciannove. Eppure piange. È ancora umano.