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Nella seconda parte dell’articolo, abbiamo sottolineato come l’aspetto psicologico sia determinante non solo durante l’evento agonistico vero e proprio, ma anche durante la fase di preparazione dell’atleta. Tuttavia, i risvolti critici ad alto impatto psicologico, forse i più rilevanti, sono altrove, e tipicamente li registriamo in caso di sconfitta ed infortunio del tennista.
TENNIS E SCONFITTA
Il tennis è uno sport dove si perde quasi ogni settimana, perché il vincitore del torneo è uno ed uno solo. Esistono giocatori molto forti che in carriera hanno vinto pochissimo o niente del tutto, come per esempio il tedesco Jan-Lennard Struff , un solo titolo vinto a 34 anni, o il serbo Filip Krajinović, appena ritiratosi con zero trofei all’attivo.
Alcuni di questi eterni perdenti hanno vissuto problemi di depressione perché non sono stati in grado di gestire le continue delusioni che affliggono il tennista sconfitto settimana dopo settimana, mese dopo mese, anno dopo anno.
Ci sono addirittura casi di giocatori che seppur vincenti, come per esempio il sudafricano Kevin Anderson, hanno vissuto lo stesso tipo di difficoltà perché lo stress della sconfitta ripetuta nel tempo è un fattore realmente critico e destabilizzante.
TENNIS ED INFORTUNI
Anche da questo punto di vista, il tennis è particolare. Se non giochi non guadagni nulla e se non sei un tennista affermato, i mancati guadagni possono diventare un elemento disturbante.
Il tennis infatti è uno sport professionistico dove l’atleta gioca normalmente per sé ed i rischi economici legati ad un infortunio sono tutti a suoi carico.
Senza parlare poi dell’impatto psicologico di una lunga assenza dalle competizioni in grado di produrre tensioni nervose delicate: basti pensare al caso limite del nostro Matteo Berrettini, quasi sull’orlo del ritiro, la cui carriera ha subito un grave rallentamento causato dagli infortuni a ripetizione patiti negli ultimi due anni.
In verità, probabilmente, più che di un Mental Coach, The Hammer avrebbe bisogno di una professionista specializzato in rieducazione posturale, dato che a quanto pare i problemi fisici che hanno perseguitato il tennista italiano sono dipesi in larga parte da una scoliosi emersa da controlli effettuati solo di recente.
Lo stesso Matteo ha dichiarato che ha introdotto nella routine di allenamento esercizi specifici per migliorare il suo deficit posturale con il fine di diminuire la frequenza degli infortuni. Ed effettivamente, sembra che i suoi ulteriori sforzi stiano funzionando…
Abbiamo illustrato come la vita di un tennista sia stressante sotto molteplici punti di vista. Nel prossimo ed ultimo articolo, parleremo del Mental Coach, il professionista che ha come obiettivo quello di forgiare la mente dell’atleta per affrontare nel migliore dei modi le criticità che quotidianamente il giocatore si trova a dover affrontare.