Quanto manca il tennis giocato! Nessuna domanda solo un’affermazione. E, siamo sicuri, che siano in tanti a pensarla come noi. Dopo le prove generali per la ripresa, con i vari tornei – a carattere locale – organizzati in giro per il mondo, adesso è il momento di fare sul serio.
Archiviate le polemiche sull’Adria Tour e i suoi organizzatori, con un Novak Djokovic diventato facile bersaglio – soprattutto dopo essere risultato, con la moglie Jelena, positivo al covid-19 – ma senza che nessuno tenesse conto che, più che il numero 1 del ranking mondiale a dover essere messe in discussione fossero le norme sanitarie previste da Serbia e Croazia.
Attenzione però, questo non vuole essere una difesa all’operato di Novak Djokovic. Lui ha sbagliato e con lui tutti i partecipanti. Troppi i dettagli lasciati al caso. Troppe poche le attenzioni che i giocatori hanno prestato facendosi prendere la mano da un facile entusiasmo. Qualche “colpa” però anche ai tifosi – in numero ridotto sugli spalti – che però non sono riusciti a “trattenersi”.
L’Ultimate Tennis Showdown ha, invece, dato una nuova linfa al tennis. Format rivoluzionario, un vero e proprio spettacolo – con l’intenzione di diventare un appuntamento fisso nel calendario – e un pubblico tutto nuovo. Uno “svecchiamento” che fa bene ad un mondo che ancora troppo spesso resta ancorato al suo passato.
Adesso però si sente l’esigenza di tornare a competere. La sentono i giocatori, per passione e per portafoglio perché – non lo si può negare – il tennis è uno degli sport più costosi. La sentono i tifosi perché sarà uno degli ultimi a ripartire proprio per il suo carattere così internazionale.
Gli US Open, in questo 2020 di passione, si trasformano e da ultimo Slam dell’anno diventano il secondo lasciandosi alle spalle tutto il periodo “su terra” con gli appuntamenti di Roma e Madrid, ma soprattutto il Roland Garros, che spera ancora di poter aprire le porte del Court Philippe Chatrier.
Tra tutti i buoni propositi però c’è ancora il virus che fa paura. Negli Stati Uniti, nonostante le smentite di rito – arrivate anche dal sindaco di New York, Bill De Blasio – è tutto ancora molto incerto e, a Flushing Meadows, l’unica sicurezza sono gli spalti che rimarranno deserti. La speranza è che almeno i giocatori possano calcare e riempire i campi da gioco.
Le incertezze rimangono tante. Le conferme di partecipazioni ancora latitano e il tempo stringe. La quarantena al rientro in Europa lascia ancora più di un dubbio, e non piccolo. Urge trovare una soluzione. WTA e ATP al lavoro. Un nuovo stop metterebbe fine ad ogni speranza di ripartenza in questo 2020 e non solo.
Il 2021 si potrebbe già aprire con un forfait. Ma quella è un’altra storia.