Il cielo azzurro si mischia e si confonde con i campi di Melbourne Park, sede del primo e attesissimo Major dell’anno. I tifosi si stanno risvegliando dal torpore invernale, le giocatrici mettono in campo quanto appreso nella off-season, cercando di riprendere i ritmi il prima possibile. Due settimane, questo è il tempo a disposizione per provare a scaldare i motori prima di prendere un aereo e volare a Melbourne, dove punti, soldi e soprattutto gloria possono spingere a superare i propri limiti, a spendere fino all’ultima briciola di energia che si ha in corpo. È ciò che ha fatto lo scorso anno Caroline Wozniacki, così come la sua avversaria in finale Simona Halep, entrambe sopravvissute a diverse battaglie dall’esito incerto fino all’ultimo 15. Se l’anno scorso si parlava già di tabellone aperto e di tante mine vaganti pronte a fare il colpaccio, quest’anno la situazione sembra amplificata, con top players altalenanti e giovani in rapida ascesa. In un main draw complicato, che tende continue trappole alle favorite per il titolo, ci sono 10 dati interessanti da tenere in considerazione:
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Tra le 128 partecipanti compaiono 5 campionesse del passato: Serena Williams, 7 volte vincitrice, Azarenka, autrice della doppietta 2012-2013, Kerber, Wozniacki e Sharapova, con le ultime tre impostesi solo una volta. Oltre a loro ci sono anche 3 atlete in grado di raggiungere l’atto finale, perdendolo, ovvero Venus Williams, Cibulkova e Halep. Interessante notare come ci siano anche alcune giocatrici che hanno vinto l’edizione junior dell’Australian Open, come Pavlyuchenkova, Karolina Pliskova, Townsend, Lapko e Kostyuk, oltre alla già citata Azarenka. In tabellone vi sono in tutto 13 vincitrici Slam, nel 2018 erano 9.
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Venus Williams sarà la giocatrice più anziana a scendere in campo, scontato visto che nessun’altra giocatrice nelle prime 400 si avvicina ai suoi quasi 39 anni, così come ai 37 di Serena. La terza giocatrice più anziana è invece Samantha Stosur, 34enne, mentre la sua coetanea Vera Zvonareva ha fallito la qualificazione al main draw. Al contrario, il tabellone pullula di giovanissime nate dal 2000 in poi. Yastremska, Anisimova, Potapova, Aiava, Osuigwe sono direttamente ammesse in tabellone mentre Andreescu e Swiatek sono passate attraverso le qualificazioni. Tra Venus Williams e Whitney Osuigwe ci sono poco meno di 22 anni di differenza, precisamente 7975 giorni. Queste giovanissime possono sembrare spesso ancora acerbe, ma nel tennis tutto può succedere molto rapidamente: qualche turno superato, una vittoria importante che dà fiducia e si inizia la scalata ai vertici. Lo scorso anno la 19enne Aryna Sabalenka, all’epoca fuori dalle prime 60, perse al primo turno contro la beniamina di casa Ashleigh Barty. Oggi la bielorussa è l’11esima testa di serie, ad appena 50 punti dalla top10.
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Tra i tanti primi e possibili secondi turni ci sono degli incontri che attirano l’attenzione più di altri, per diversi motivi. Primo su tutti è il primo match del tabellone, quello che coinvolge la numero 1 del mondo Simona Halep e la sempre temibile Kaia Kanepi. L’estone a New York ha lasciato le briciole ad Halep, che di lì a poco avrebbe chiuso la stagione in anticipo per un’ernia al disco, e potrebbe tentare nuovamente l’impresa. Il tennis devastante di Kanepi non teme alcuna avversaria e nonostante i chiari problemi di mobilità dovuti ad acciacchi vari, è ancora in grado di condurre una partita dall’inizio alla fine, senza dare opportunità all’avversaria. La cosa incredibile è che nonostante Halep sia stata poi infortunata, è quella delle due ad aver disputato più tornei dopo New York, con Pechino e Sydney, in entrambi i casi estromessa all’esordio. Kanepi non è più scesa in campo dopo la sconfitta al terzo set contro Serena Williams a Flushing Meadows e la sua condizione è ancora più in dubbio. Un altro possibile rematch è quello tra Kvitova e Petkovic al secondo turno, dopo la maratona che vide uscire la ceca al primo turno nella passata edizione. Kvitova è apparsa in forma a Sydney dopo le opache prestazioni a Brisbane e potrebbe prendersi una rivincita importante per il resto del torneo. Petkovic dal canto suo non arriva a Melbourne con le migliori speranze dopo la mancata qualificazioni a Brisbane. Gli ultimi tornei del 2018 sembravano indicare una possibile risalita, con semifinali a Guangzhou e Linz e quarti in Lussemburgo, ma tornare nelle prime 20 del ranking rimane per ora un obiettivo lontano. Tra gli altri rematch, Konta ritrova Tomljanovic pochi giorni dopo Brisbane.
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Camila Giorgi sarà l’unica rappresentante azzurra in Australia. Ha sfiorato la qualificazione Martina Trevisan, sconfitta da Lin Zhu al turno decisivo. Giorgi nel 2018 raggiunse il secondo turno prima di cedere lottando ad Ashleigh Barty e ad un infortunio che ne condizionò le settimane successive e che già aveva “rovinato” una settimana perfetta a Sydney, limitandola nella semifinale contro Kerber. Quest’anno Camila è una testa di serie e può sfruttare un paio di turni più morbidi prima di entrare nelle fasi calde. La marchigiana ha raggiunto il terzo solo una volta, nel 2015, il suo periodo migliore prima di dover fare i conti con tanti e continui infortuni. Quattro sono i match vinti nel main draw in totale da Camila a Melbourne, numero che potrebbe crescere e ci auguriamo non di poco. Esordio con Dalila Jakupovic, con cui l’anno scorso perse a Nottingham prima di raggiungere i quarti di finale a Wimbledon, ma quella partita fu dettata più dagli errori di Giorgi che dai meriti di un’avversaria comunque in crescita. Al secondo turno la rumena dal rovescio d’oro Bogdan o la giovanissima promessa polacca Swiatek, passata dalle qualificazioni e già pronta per il circuito principale. Il terzo turno è sulla carta proibitivo contro la campionessa di Brisbane Karolina Plikova, apparsa da subito in ottima forma. Nel caso dovesse battere l’ex numero 1 del mondo, gli ottavi potrebbero essere più abbordabili, con Muguruza e Kasatkina che non hanno ancora convinto in queste prime settimane di 2019. Nulla impedisce ai tifosi azzurri di sognare un quarto di finale contro Serena Williams, per provare a prendersi una rivincita che sarebbe un risultato storico, una semifinale mai raggiunta da nessuna tennista italiana prima.
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In tabellone ci sono 9 giocatrici locali, di cui una testa di serie, quattro wildcard e una qualificata. Tra queste tante giovani, con Aiava appena 18enne. Samantha Stosur è l’unica veterana, lei che ha giocato questo torneo dal 2002 tutti gli anni tranne che nel 2008, raggiungendo due volte gli ottavi di finale -nel 2006 e nel 2010-. Le speranze dei tifosi locali sono però riposte nella classe 1996 Ashleigh Barty, pronta ormai al salto definitivo. Ritiratasi nel 2014 ad appena 18 anni, Barty ha ritrovato la passione per il tennis e nel giro di tre stagioni si è affermata come una delle migliori atlete al mondo. Ancora giovanissima, il pubblico di casa sembra spronarla positivamente ma ancora deve raggiungere la seconda settimana per la prima volta. In generali gli Slam sembrano la categoria di torneo in cui più fatica, ma i tempi sono maturi e il tennis della 22enne non è mai stato più efficace. È del 1978 che un’australiana non vince lo Slam di casa, in quell’occasione Chris O’Neil seguì Evonee Goolagong nell’albo d’oro, in anni in cui le giocatrici locali regnavano quasi incontrastate. Dopo Stosur, l’Australia può ricominciare a sognare proprio con Barty.
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Ci sono ben 15 americane in tabellone, un numero altissimo che mostra come i ricambi generazionali si stiano formando e che ragazze come Anisimova e Osuigwe stanno facendo grandi progressi in poco tempo. Poco lontana dai numeri degli States c’è la Russia, con 12 atlete, anche qui molte giovanissime già pericolose. Chiude il podio l’Australia con 9 tenniste, seguono Repubblica Ceca e Francia con 7 e Cina, Romania e Germania con 6.
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Oltre al titolo, in palio in queste due settimane ci sarà anche il vertice del ranking. I mesi di inattività di Simona Halep potrebbero cominciare a pesare, lei che una volta scalati i punti della finale da difendere si troverà solo a poche centinaia di punti di vantaggio da Osaka, Stephens, Kvitova, Kerber. In tutto sono 10 le giocatrici che potrebbero sostituirla, tra le quali Wozniacki e Kasatkina, che saranno però fuori dalla corsa non appena Halep scenderà in campo. Una sconfitta prematura della rumena potrebbe portare al vertice per la prima volta una delle giovani citate oppure restituire la corona a Kerber, attualmente numero 2 del mondo. Anche Caroline Wozniacki potrebbe essere prossima ad un crollo, lei che senza i 2000 punti della vittoria si trova attorno alla decima posizione mondiale.
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Lo spettacolo non tarderà ad arrivare sui campi di Melbourne Park, visti alcuni match di primo turno di livello altissimo e difficili da pronosticare. Tra questi, assolutamente da seguire:
Halep-Kanepi, Stosur-Yastremska, Kasatkina-Bacsinszky, Keys-Aiava, Cibulkova-Zhang, Bencic-Siniakova, Barty-Khumkum, Sakkari-Ostapenko, Wozniacki-van Uytvanck, Stephens-Townsend, Puig-Pavlyuchenkova, Goerges-Collins e Vekic-Mladenovic.
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Halep-Pliskova, Osaka-Svitolina, Kvitova-Wozniacki, Stephens-Kerber: sono questi i quarti di finale teorici, anche se visto l’andamento degli Slam nella passata stagione difficilmente si avvereranno. Halep aveva sul suo cammino Pliskova anche lo scorso anno nei quarti di finale, con la rumena che si impose facilmente. In quattro incontri diretti ci sono state quattro vittorie per l’attuale numero 1 e un solo set perso, stranamente su terra, la superficie che più la favorirebbe. Per una buona notizia ce n’è però anche una cattiva per Halep, che risponde al nome di Serena Williams, possibile avversaria agli ottavi di finale. Osaka è una delle prime 8 teste di serie per la prima volta, ma la pressione non sembra darle troppi problemi per ora: una finale Premier, una semifinale in un Premier Mandatory e una semifinale Premier, questi i risultati in 3 dei 4 tornei dopo lo Slam vinto. Svitolina è avanti 3-2 negli sconti diretti ma Osaka ha vinto l’unico giocatosi a Melbourne, ormai tre stagioni fa. Brutte notizie per Caroline Wozniacki, che nel caso dovesse sopravvivere ai primi turni troverebbe una rinvigorita Kvitova ad attenderla, ceca che è anche avanti 3-1 nei precedenti. Uno spicchio di tabellone che non dà però alcuna sicurezza, tra la condizione di salute di Wozniacki sempre difficile da interpretare, i pessimi risultati Slam di Petra Kvitova nel 2018 e la presenza di Sharapova e Sabalenka a rendere tutto ancora più scottante. A chiudere il tabellone c’è Angelique Kerber, che non poteva pescare peggio: Sloane Stephens non sarà certo la più regolare delle top10, ma al momento giusto ha saputo sempre piazzare la zampata vincente. Aggiungendo anche che l’americana è avanti 4-0 nei precedenti e con Kerber ha perso in tutto 14 games (meno di 4 a partita in media), il quadro sembra piuttosto chiaro. Il problema però è che è pressoché impossibile capire cosa farà Stephens, che dovrà vedersela con variazioni e cambi di ritmo sia con Townsend che con Jabeur, non esattamente il tipo di avversaria che preferisce. Kerber ha il tabellone più semplice delle prime 8 sulla carta, ma la pressione non le sarà amica.
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Sono 7 le giocatrici che esordiranno per la prima volta in un tabellone Slam: Badosa Gibert, 21enne spagnola, Ysaline Bonaventure, talentuosa belga ancora in cerca della propria dimensione, le due diciassettenni Burel e Swiatek, la prima wildcard vincitrice del Master di Chengdu e la seconda qualificata e vincitrice di Wimbledon junior, le due australiane Hives e Sharma e la russa Kudermetova, vera bombardiera e già protagonista a Shenzen nella prima settimana dell’anno. Se si escludono Badosa, Burel e Hives, le altre potrebbero anche farsi largo nel tabellone principale.