UN NUOVO RITORNO – Dopo lo speranzoso ritorno in pompa magna al Porsche Tennis Grand Prix di Stoccarda, con il raggiungimento delle semifinali al primo torneo dopo 15 mesi di stop, le aspettative di una seconda parte di stagione da protagonista di Maria Sharapova erano in gran rialzo. Le vittorie di fila sulla terra tedesca contro Roberta Vinci, Ekaterina Makarova e Anett Kontaveit, prima di cedere a Kristina Mladenovic, hanno però illuso i tantissimi fans della russa: ai successivi incontri poco convincenti si è aggiunto l’infortunio alla coscia sinistra al Foro Italico nel match di secondo turno contro Mirjana Lucic-Baroni che l’ha costretta a saltare l’intera stagione sull’erba, superficie sulla quale nel corso della sua carriera la ex numero 1 del mondo ha vinto tre titoli Wta – compreso il primo e indimenticabile Slam nella leggendaria finale di Wimbledon contro Serena Williams dell’estate del 2004 – e che la avrebbe aiutata a trovare pienamente la forma per un finale di anno di livello.
Maria ha parlato dell’infortunio occorsole a Roma paragonandolo a quello che ebbe nel lontano 2008 quando dovette sottoporsi a un intervento alla spalla, seppur questo nuovo stop, alla delicata età di trenta anni, sia più fastidioso poiché incide molto dal punto di vista mentale, ancor prima che fisico, sul ritorno di una tennista già ferma per troppo tempo. La russa si è detta vulnerabile, più di quanto le persone possano credere. Fragile dietro la sua maschera glaciale.
Un momento del tutto particolare per Maria Sharapova, quando si avvicina il rientro nel Premier di Stanford, importante fermata del percorso che porterà il circuito all’appuntamento con gli US Open al via dal 28 agosto e dove, probabilmente, la siberiana non riceverà l’omaggio di una wildcard per il main draw, riconoscimento ottenuto invece dagli organizzatori dei tornei agostani di Toronto e Cincinnati e, a ottobre, di Tianjin. Il sorteggio di Stanford ha stabilito che il primo test per la tennista russa, al primo match sul cemento dagli Australian Open 2016, sarà contro la ventiduenne statunitense Jennifer Brady. Tra le due non c’è alcun precedente. La speranza di rivedere Maria al top, memori delle buone impressioni di aprile in quel di Stoccarda, è giustificabile; che soltanto gli infortuni stiano lontani da lei.
DA SETTEMBRE LA SUA AUTOBIOGRAFIA – Nome di Maria Sharapova sempre caldo anche fuori dal campo. Mentre su iTunes è disponibile il documentario “The point” incentrato sulla vita di Masha durante i lunghi 15 mesi di stop, si avvicina pure la data di uscita dell’autobiografia di Maria. Dal 12 settembre sarà disponibile “Unstoppable: My Life So Far”, libro scritto durante il periodo di riposo forzato e nel quale la siberiana analizza i suoi primi trent’anni di vita, dall’infanzia di Nyagan, ai primi trionfi, alle delusioni, ai ritorni.
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