Weekend di Fed Cup, ultimo appuntamento stagionale per il tennis femminile, quest’anno così duramente attaccato da me e dalla totalità degli altri illustri commentatori. Come da cinque anni a questa parte, in finale troviamo la Repubblica Ceca, trionfatrice delle ultime quattro edizioni ed, ovviamente, favoritissima anche stavolta.
CASA CECHIA – A sfidare l’armata guidata da Petra Kvitova, tornata con soddisfazione dalla trasferta di Zhuhai dopo aver divorato, per festeggiare, cinquecentosettanta involtini primavera (record europeo), ci sarà la Francia, supportata dal talento (poco) e dall’isterismo (tanto) delle sue nobili paladine: Caroline Garcia, Kiki Mladenovic e la sempre più amabile Alize Cornet. Il capitano Mauresmo, visibilmente impaurita davanti alla furia cannibale della Kvitova durante la cerimonia di apertura, ha, con coraggio, dichiarato: “Ci sentiamo molto bene. Conosco queste ragazze, dopo essere stata il loro capitano per diversi anni. Sono la mia squadra tipo. Abbiamo delle possibilità”. Ovviamente, neanche a dirlo, di possibilità non ne hanno mezza. D’altronde, chi può fermare il duopolio formato dalla già citata Petra e dalla riscoperta dama di Valacchia Karolina Pliskova? Nessuno, assolutamente nessuno.
JUSQU’À LA FIN – La speranza però è l’ultima a morire, e, allora, rilancia tutto Kiki Mladenovic, che non vince una partita dal ’76, ma che comunque, con audacia, afferma: “So che posso vincere ma anche perdere contro di loro. Siamo in grado di sconfiggerle se coglieremo le opportunità. Spero che l’energia del pubblico ci aiuti”. E infatti, la grande Francia, sarà costretta ad attaccarsi al suo tifo per non ricevere l’attesa mazzata che il mondo delle scommesse si aspetta da tempo. Perché insomma, diciamocelo, le singolariste d’oltralpe fanno affidamento su un repertorio altamente limitato di colpi potenti, solite e banali bordate che, nel movimento attuale, la fanno da protagoniste. Il problema, però, è uno solo. Dall’altra parte avranno due colpitrici d’eccellenza, che, con le loro storiche e famose fucilate, tramuteranno le ignoranti pallate delle giovani francesotte in sgonfi passaggi “alla Errani”. Il pronostico quindi già scritto. E dopo questa immane gufata, tutti a puntare sulla Cornet, che alzerà la coppa al cielo sotto lo stridulo grido di “Vive la France”