Ma la Fed Cup non era una competizione inutile?

CHARLEROI, BELGIUM - SEPTEMBER 17: (L-R) Francesca Schiavone, Mara Santangelo, Roberta Vinci, Flavia Pennetta and Coach Corrado Barazzutti of Italy celebrate with the trophy after defeating Belgium after the Fed Cup by BNP Paribas Final between Belgium and Italy at the Spiroudome on September 17, 2006 in Charleroi, Belgium. Italy won 3-2. (Photo by Julian Finney/Getty Images) *** Local Caption *** Francesca Schiavone;Flavia Pennetta;Mara Santangelo;Roberta Vinci;Corrado Barazzutti

Si dice che quando si arriva in cima, a cadere ci si metta un attimo. E’ quanto successo alla nazionale italiana di Fed Cup che dopo aver dominato per anni il palinsesto mondiale con quattro vittorie e cinque finali in sei anni, ora rischia addirittura la retrocessione in serie C.

La cosa non deve meravigliare più di tanto, lo si sapeva che dietro Pennetta, Schiavone, Vinci, ed Errani c’era il vuoto quasi assoluto.

L’unico talento da custodire era quello di Camila Giorgi, a detta degli esperti addirittura più forte di Flavia e compagne, ma varie controversie l’hanno portata al litigio con la Fit e ad una squalifica che tutto lascia presagire tranne che Camila possa tornare a vestire la maglia azzurra.

LA DISFATTA DI FORLI’ E LE CRITICHE Dopo la sconfitta contro la Slovacchia sono piovute critiche da destra e da sinistra, soprattutto verso il neo capitano Tathiana Garbin rea di aver fatto scelte sbagliate, come l’aver schierato un’infortunata Sara Errani.

Ma perchè tanto clamore dietro il flop della nazionale, dato che per anni, quando la coppa la si vinceva, non si è fatto altro che dire che la Fed Cup fosse una competizione completamente inutile?

Non che la Fed Cup improvvisimente abbia assunto il valore di uno Slam, la reazione dell’ambiente è legato al fatto che le vicissitudini di coppa sono lo specchio del movimento tennistico italiano, senza talenti, senza ricambio generazionale, senza una strada chiara per risalire la china.

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SIAMO UNA SQUADRA DA SERIE B – Siamo in serie B perchè il nostro potenziale attuale è di fatto da serie B, così come quando eravamo in Serie A, dominavamo perchè avevamo tenniste tra le prime venti/dieci del mondo. Difficile però quando le cose andavano bene ammettere che fosse così, più facili dire che le vittorie arrivavano per via della fortuna, del sorteggio o dell’assenza delle giocatrici più quotate.

La Fed Cup sarà anche una competizione senza fascino, un impiccio per le prime della classe, ma fatto sta che proprio dalle “misere” vittorie di Fed Cup il movimento italiano è partito per portare a casa, top ten, due titoli Slam ed una finale tutta azzurra che solo una super potenza tennistica come la Russia può vantare.

La disfatta di Forlì di fatti lancia un allarme piuttosto prevedibile: il movimento italiano femminile è in caduta libera, e forse i tempi delle “inutili” vittorie di Fed Cup ora sarebbero solo da rimpiangere.

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