Ah guarda, lo sapevo. Su, era logico, persino un bambino se ne sarebbe accorto. A Gennaio, dopo la scoperta dell’assunzione di Meldonium da parte della candida regina di ghiaccio, il pubblico mondiale aveva (giustamente) difeso la povera caramellaia, (ingiustamente) accusata, in diretta mondiale, di scorrettezza e slealtà.
POVERA MARIA – Lei che, poveretta, di certo non poteva essere a conoscenza delle nuove norme, subiva il pugno di ferro da parte delle autorità competenti, che la condannavano ad un semi-ergastolo sportivo, troppo pesante per essere applicato ad una ingenua creatura quale ha sempre dimostrato di essere. Eppure la dolce Maria, cosi attenta all’etichetta, è effettivamente stata sincera. Dopo ogni sconfitta rimediata con Serena (che, per generare un po’ di spettacolo, nelle ultime uscite aveva deliberatamente deciso di giocare zoppa e bendata), in conferenza stampa si diceva, e si è sempre detta, comunque positiva.
CI PENSANO GLI HACKER – E adesso, dopo mesi di insopportabile agonia, hacker russi (ma dai?) rivelano altri nomi altisonanti associandoli alla paurosa e terribile parola “doping”. Ovviamente tra questi non poteva che saltar fuori Rafa Nadal, da sempre immischiato in losche vicende e accusato di imbrogli degni della miglior versione della Banda Bassotti. Il maiorchino, però, esperto e astuto, non si è fatto trovare impreparato, creandosi alibi e contro alibi impossibili da smontare persino per i più incalliti tifosi di Sua Maestà (decaduta) Roger Federer, risultando perciò pulito agli occhi della giustizia e del Padre Nostro (Mats Wilander), che tutto sa e tutti giudica.
…E LA WADA – Detto ciò, la questione è molto semplice. Gli americani (e Nadal) hanno seguito e rispettato alla lettera un regolamento di dubbio gusto creato appositamente per essere aggirato, comprando a suon di milioni solidissime giustificazioni come durante gli spensierati anni del liceo. La bionda donzelletta russa, invece, ha deciso di sfidare a viso aperto la sorte e la Wada, sentendosi angelo intoccabile e superiore come i suoi sponsor le hanno sempre fatto credere di essere, cimentandosi poi, come il suo amichetto Djokovic le ha ben insegnato, in sceneggiate drammatiche degne delle migliori tragedie greche.
Ne consegue così un meraviglioso scandalo da copertina di settimanali, che, cogliendo al volo l’opportunità di un facile successo, compongono aberranti titoloni collegando la parola Nadal alla parola doping. E con questi due termini, si sa, il gioco è fatto. Ah, gli spagnoli (e gli americani), che birbanti truffatori…