La Serbia è stata fucina di grandi talenti e di numeri uno del tennis Mondiale, Vedi Ivanovic, Jankovic fino al fenomeno Novak Djokovic.
Ha un ottima tradizione tennistica seppur il paese sia piccolo e lo sport più diffuso sia il basket. Su appena 7 milioni di abitanti, i praticanti attivi e registrati di tennis sono passati dai 5.000 del 2007 ai 2.000 del 2017, secondoi dati dela federazione tennis serba.
Secondo l’opinione di Dragan Serer, direttore tecnico della federazione tennis serba, il motivo principale sta nel fatto che ora i genitori incoraggiano i propri figli a praticare sport meno costosi.
Circa due anni fa la federazione con l’aiuto del coach storico di Nole, Marian Vajda, ha fatto incontrare i due atleti serbi.
Sembra sia stato amore a prima vista. Ma, come abbiamo detto, chiunque lo veda giocare crede fermamente nella possibilità che possa emergere.
Lo stesso Vajda ne rimase molto colpito fin da subito : “Non ho mai visto una cosa del genere. Abbiamo un nuovo campione”
Il giorno dopo il piccolo Milo ha palleggiato con Djokovic. Si sono visti altre volte nell’estate del 2016 prima che la sponsorizzazione fosse ufficiale: adesso il coach, le prenotazioni dei campi e l’abbigliamento sono tutte spese dal valore di circa €5.000 euro coperte da Djokovic per Mihailo a tempo indeterminato, il che dà un grande aiuto alla sua famiglia, in questo senso privilegiata.
I privilegi non terminano con la sponsorizzazione di Nole ma con il rapporto di tutto l’ambiente che lo circonda. E’ già una piccola star. Circolano in rete diversi video dove si allena con il suo maestro, piccole esibizioni con Nole, con Janko Tipsarevic e anche con il nostro Vincenzo Santopadre. Pare evidente anche ad un occhio meno esperto la bravura e l’attitudine del campioncino in erba… Anche in federazione serba hanno un opinione molto simile: “Mihailo è 2-3 anni avanti rispetto ai ragazzi della sua età – ha detto Serer – e anche Novak era così. È un indizio per noi che potrebbe essere molto bravo in futuro, ma non possiamo dirlo realmente fin quando non crescerà e inizierà a giocare tornei; lì sapremo di che pasta è fatto”.
Adrian Garcia, ex giocatore professionista del Cile che ha conquistato il numero 103 del mondo è ora un allenatore al Novak Tennis Center. Egli afferma che il tennis serbo rimane altamente competitivo, anche da quando il suo ricambio di talenti junior si è ridimensionato.
“Gli atleti serbi sono predisposti geneticamente; molti sono alti, forti, coordinati “, dice. Quello che manca è la voglia di fare sacrifici, di sopportare la fatica degli allenamenti giornalieri. “Quando venivo dal Sud America per giocare i tornei in Europa, rimanevo qui per 3-4 mesi e per partecipare a tutti i tornei possibili”, dice. “Il biglietto aereo costava più di € 1.000.
In Europa, i giocatori sono più viziati. Fanno 2 tornei all’estero e sono già stanchi e vogliono andare a casa. Sto cercando di portare la mentalità del duro lavoro in Serbia”.
Così il piccolo Mihailo viene descritto dai genitori: “Non vuole mai voleva smettere di allenarsi. Dobbiamo essere sempre noi a portarlo fuori dal campo». «Anche quando non gioca a tennis, gioca a tennis” – ha detto la mamma. “Prende la sua borsa e va da una stanza all’altra come se fosse agli US Open, a Pechino o Shanghai. Ovunque sia Nole, anche lui è lì. Poi prende un trofeo e un microfono, come se facesse un’intervista”.
Nedad Topic, ingegnere meccanico e papà di Mihailo, ha ammesso di non essere ancora convinto dell’idea che suo figlio entrasse nel mondo del tennis. “Ho paura che possa perdere l’infanzia. È un ambiente superficiale e teso – l’ho percepito già nel vedere l’atmosfera che si respira nei tornei giovanili in Serbia -. I genitori tengono molto alla prestazione del loro figlio. Spesso litigano per chiamate dubbie, il tutto davanti ai propri bambini”. Topic padre avrebbe preferito che Mihailo scegliesse uno sport di squadra, “ma tutti dicono che è un talento eccezionale e io, essendo suo padre, non ho il diritto di fermarlo”.
Soprannominato il “piccolo Nole” dai soci del circolo, Mihailo si allena cinque giorni a settimana, per due ore. Ha caratteristiche tecniche che manco a dirlo ricordano il suo modello Nole. Un bellissimo rovescio bimane, un ottimo gioco di gambe ed una risposta al servizio che farebbe invidia a chiunque. Durante gli allenamenti batte regolarmente i ragazzi più grandi e più alti di lui.
Il potenziale di Mihailo è anche amplificato dalla sua ossessione per il tennis.
Bulic lo ha osservato di recente incollato alla recinzione di un campo a guardare l’intera sessione di allenamento del talento emergente Laslo Djere. Molti altri bambini si sarebbero annoiati in fretta.
Dietro consiglio di Djokovic padre non giocherà tornei fino all’età di 10 anni. Srdjan crede che l’inizio tardivo di Novak nella competizione gli abbia dato tempo per maturare e prepararsi alla continua pressione che aveva di fronte.
Il coach di Mihailo – Pavle Bulic, ex tennista professionista – ha indicato il precoce talento e la forte memoria fotografica come segreti del grande livello a cui è arrivato il piccolo. «Mi ha visto colpire slice di rovescio, poi gli ho lanciato alcune palle per provare e sta già colpendo grandi rovesci in back.
Sono meravigliato – ha detto Bulic – Mihailo ha questa capacità di imparare cose difficili in modo veloce rispetto ai ragazzi più grandi che impiegano mesi e anni per riuscirci. Mihailo sarebbe capace di stare in campo 10 ore, in un caldo soffocante o nella pioggia.
Le premesse per assistere al nuovo e futuro Novak Djokovic ci sono tutte. Di certo non mancherà la pressione, ma Mihailo sembra avere già un carattere da predestinato.
Franco Campagna