ELEGANZA CLASSICA – Stefanos Tsitsipas, diciottenne ateniese con madre russa (Julia Salnikova, ex tennista a ridosso delle top100) e padre greco, è il più grande talento tennistico di passaporto greco e uno dei giovani più interessanti del panorama mondiale. Al contrario dei campioni del passato Pete Sampras e Mark Philippousis e delle promesse Nick Kyrgios e Thanasi Kokkinakis (tutti accomunati dall’aver almeno un genitore di nazionalità greca), infatti, Stefanos ha scelto di gareggiare sotto la bandiera ellenica, per sfatare quel tabù che non ha mai visto un tennista greco varcare la soglia dei primi cento. Tsitsipas – primatista del ranking juniores (posizione raggiunta per merito dell’affermazione al prestigioso Trofeo Bonfiglio) – colpisce subito l’occhio per l’eleganza e la fluidità dei colpi: il dritto piatto, il rovescio a una mano (talvolta più bello che efficace), i pregevoli tocchi di fino e una disposizione innata per il tennis d’attacco; dall’alto del suo metro e novantatré (per settantotto chili) spinge il servizio per prendere subito le redini dello scambio nelle proprie mani e, non di rado, presentarsi a rete.
I PRIMI SUCCESSI (DI UNA LUNGA SERIE?) – Oltre alle vittorie nei tornei juniores (contro i vari Taylor Fritz, Tommy Paul e Andrey Rublev), l’efebico Stefanos si disimpegna egregiamente anche nelle sfide con gli adulti: solo ad aprile si è aggiudicato tre futures su terra (battendo, fra gli altri, il coetaneo Casper Ruud, vincitore in un challenger alla prima partecipazione in carriera), a cui ha fatto seguire un quarto titolo ITF, la scorsa settimana sul cemento. Ma è sulla terra battuta del challenger di Mohammedia che è arrivato il primo acuto del giovane Tsitsipas: tre vittorie di fila contro Mohamed Safwat (n. 200), Ruben Ramirez-Hidalgo (decano del circuito con più di mille incontri disputati su terra, attualmente n. 140 ma con un passato al cinquantesimo posto) e Daniel Gimeno-Traver (altro terraiolo doc, oggi n. 116). Ad onor del vero, nell’ultimo caso ha approfittato del ritiro dello spagnolo prima dell’inizio del terzo set, ma non può non stupire la maturità (tattica ed emotiva) con cui il talentino ellenico stava affrontando un avversario (molto) più potente ed esperto di lui. Per la prima volta in semifinale, dovrà adesso vedersela contro un altro giovane rampante: Kamil Majchrzak, capace di trascinare Jan-Lennard Struff al quinto set e, poi, battere Florian Mayer in un week-end di Coppa Davis.
LA MATURITA’ DEL PREDESTINATO – Dotato dunque di una magistrale capacità di gestione della partita, Tsitsipas appare un giovane con le idee molto chiare anche fuori dal campo: è un grande lavoratore che dedica anima e corpo al tennis (sotto la supervisione del papà-coach Apostolos) ed ha già obiettivi precisi quali l’ingresso nei primi duecento entro la fine dell’anno e uno Slam entro i prossimi tre anni. La top200 non è troppo lontana (la semifinale in Marocco gli permetterà un bel salto dal momentaneo n. 313), mentre per riuscire ad essere protagonista negli Slam serve innanzitutto irrobustire il fisico per aumentare la pesantezza dei colpi (ancora non all’altezza di un onesto mestierante come Gimeno-Traver), senza però compromettere la rapidità di gambe (già adesso non eccezionale). I prossimi anni ci diranno se Tsitsipas sarà in grado di mantenere le promesse, di determinazione e talento di certo non difetta.