I magnifici otto: Marin Cilic

Finito in un difficilissimo girone con Federer e Zverev, oltre all’underdog Jack Sock, Marin Cilic deve provare a dare una scossa ad un finale di stagione regolare su una superficie assolutamente congeniale alle sue caratteristiche.

Un solo titolo portato a casa quest’anno, ad Istanbul contro Milos Raonic, e tanta tanta costanza. Già, perchè questa è stata la stagione in cui sicuramente è maggiormente brillata la stella del croato, per continuità forse anche superiore a quel fantastico 2014, terminato con la vittoria agli US Open. Cilic ha giocato ben otto semifinali e ha portato a casa un buon bottino di punti, pur non avendo vinto molti titoli. E non solo: è mancato lo squillo nelle finali del Queen’s (sconfitta contro Feliciano Lopez) e, ovviamente, nella prestigiosa finale di Wimbledon, persa contro un ingiocabile Roger Federer.

Il 2017 di Cilic è stato un anno parecchio stancante, con molti alti e bassi, specialmente nei primi mesi dell’anno: da Wimbledon in poi, il volo, con qualche occasione persa di troppo nelle ultime settimane. E’ curioso come l’unico titolo della stagione l’abbia conquistato sulla terra battuta, decisamente la superficie meno adatta alle sue possibilità tennistiche. Pochi infortuni ed una costanza sul cemento degna di nota (semifinale a Tokyo, Shanghai e Basilea), motivo in più per cui arriva alla O2 Arena di Londra certamente più preparato di alcuni suoi colleghi.

Il girone in cui è finito non ispira fiducia: ci sono due dei top 3, Federer e Zverev, e c’è Jack Sock, l’unico con cui se la potrà giocare da favorito, forse. Nel 2017 l’unico confronto con Roger è avvenuto proprio a Wimbledon, in finale, ed è stata una cocente sconfitta per tre set a zero. I precedenti non sono favorevoli a Cilic: 7-1 in favore di Federer gli incontri, l’unica vittoria agli US Open nel 2014, anno del trionfo Slam del croato. Per quanto riguarda Alexander Zverev, in stagione l’ha affrontato una sola volta, perdendo, a Madrid. L’unica vittoria di Cilic contro il tedesco è avvenuta due anni fa a Washington, quando Sascha era ancora un ragazzino e non uno dei primi cinque del mondo. Nemmeno con Sock lo score è favorevole: due sconfitte su due in carriera, entrambe lo scorso anno, una in Coppa Davis e una agli US Open.

Filippo Gallino

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