Internazionali Roma: le dichiarazioni di Novak Djokovic dopo la finale

A Roma è nata una stella. Alexander Zverev, appena 20 anni e n. 17 del mondo, batte Novak Djokovic in due set e vince il suo primo Master 1000 in carriera. Una performance incredibile, che ha messo in ginocchio il n. 2 del mondo, versione sbiadita del killer che ieri in semifinale aveva steso Dominic Thiem giocando, a suo dire, la sua migliore partita “degli ultimi 10 mesi”. Novak nella conferenza stampa conferma anche che Andre Agassi sarà il suo nuovo coach per il Roland Garros.

“NON HO TROVATO IL MIO RITMO” – “Zverev oggi è stato bravissimo oggi – ha esordito -, è un giocatore giovane ma ha già lasciato il segno. Ha vinto uno dei maggiori tornei del mondo e l’ha meritato. Ha servito alla grande, ha giocato alla perfezione, è stato molto veloce e solidoHo dett. Dall’altra parte, la mia performance è stata parecchio deludente. Non sono riuscito a trovare il mio ritmo, a differenza di ieri sera. Le condizioni non aiutavano: non giocavo nella sessione diurna da 3 o 4 giorni. La palla rimbalzava molto veloce e c’era molto vento, a differenza di ieri e il rimbalzo era molto più lento. Non riuscivo a giocare il mio tennis e lui giustamente ne ha approfittato. Ho fatto un sacco di errori non forzati e così ho iniziato a subire break. Insomma, la partita è stata negativa sin dall’inizio. Sono deluso di com’è andata, ma devo accettarlo. Devo pensare che questa settimana ho giocato molto bene, soprattutto ieri”.

SULLA COLLABORAZIONE CON ANDRE AGASSI – “Ho parlato molto per telefono con Andre nelle ultime due settimane. Gli ho chiesto di seguirmi a Parigi durante il Roland Garros e lui ha accettato. Poi vedremo se la cosa potrà continuare anche dopo. Per il momento siamo entrambi entusiasti di iniziare questa collaborazione insieme. Per ora non abbiamo in programma di stare insieme a lungo, ci vogliamo solo conoscere un po’ a Parigi: non rimarrà nemmeno per tutto il torneo, ma solo per qualche giorno. Insomma, il futuro si vedrà. Perché ho scelto proprio lui? Per un sacco di motivi. Prima di tutto, nutro grande rispetto per lui sia come persona che come tennista. Come giocatore ha passato tutto ciò che sto passando io. Conosce il tennis benissimo e anche se non è nel tour da 15-10 anni ha seguito spesso i grandi match in tv. E poi mi piace molto conversare con lui: è molto umile, educato, gli stanno a cuore i valori della famiglia, e poi è un filantropo. Insomma, sento che ha tanto da darmi sia come tennista che come persona. Lui è stato un grande campione, ha lasciato il segno nella storia del tennis. Ha vinto tutto quello che un giocatore può vincere e poi mai nessuno ha avuto un carisma come il suo, sia nella carriera che nella vita. Per questo è così interessante e l’ho avuto insieme a me”.

 

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