Una mattanza. Non ci sono altre parole per descrivere la sconfitta in semifinale subita dal 23enne austriaco Dominic Thiem per mano del n. 2 al mondo Novak Djokovic. Un nettissimo 6-1 6-0 in un’ora esatta che corrisponde a una vera lezione di tennis del serbo, che ha giocato la sua partita migliore della stagione, e forse molto di più. Per contro, l’austriaco di oggi sembrava un lontanissimo parente rispetto alla versione deluxe che ieri ai quarti aveva spazzato via Rafael Nadal, vendicandosi della finale del Master 1000 di Madrid. Si dice spesso che il Master 1000 di Roma sono spesso il trampolino di lancio per nuovi talenti e occasioni di rinascita per campioni in crisi di risultati: oggi è stato così, per Alexander Zverev, che ha sconfitto al termine di una maratona l’amico veterano John Isner e per Novak Djokovic, che domani tenterà di sfruttare la maggiore esperienza per tornare alla conquista del suo secondo titolo della stagione (dopo Doha) e il suo 68esimo in carriera.
“ERO SCARICO” – “La sconfitta di oggi non è così frustrante – esordisce un Thiem visibilmente abbattuto. “Voglio dire, ci sono stati dei motivi particolari per quello che è successo. Prima di tutto, siamo due giocatori molto differente. Per me è sempre molto difficile giocare contro Novak Djokovic [con la partita di oggi ha un bilancio di 5 sconfitte e 0 vittorie] perché non mi dà alcun tempo per costruire il mio gioco. Non riesco mai a esprimere il mio miglior gioco contro di lui, ha uno stile di gioco che proprio non fa per me. Inoltre è da tre settimane e più che gioco ad alti livelli e certamente oggi ne ho pagato il prezzo”, ha ammesso il n. 7 del mondo, che nelle due settimane precedenti ha raggiunto le finali nell’Atp 500 di Barcellona e nel Master 1000 di Madrid, entrambe perse contro Rafael Nadal. “Oggi volevo vincere con tutto me stesso, ma è stato più difficile giocare bene. Inoltre ero stanco, lo ero giù dopo il match contro Sam Querrey [ottavi di finale], e infatti sono stato sorpreso della mia prestazione di ieri, ma sapevo che difficilmente mi sarei potuto ripetere. non ho avuto tempo per riprendermi del tutto per questo importante match. Nulla toglie ai meriti di Djokovic, che ha giocato una partita incredibile. È stato molto aggressivo fin dai primi punti: me lo aspettavo, ma non ho saputo reagire bene, ero scarico. Insomma, prendo la sconfitta come quella che è: se non sei al meglio di te, come non ero io, puoi perdere così severamente contro un campione come lui”.
“IL MIGLIOR MATCH DEL 2017” – Molto felice invece Novak Djokovic, alla sua seconda finale stagionale e alla ricerca del suo quarto titolo agli Internazionali d’Italia. “Sono contento di questa vittoria, è di certo la mia migliore partita dell’anno e di più. Sono entusiasta e felice per come mi sono comportato in ogni singolo minuto sia ieri con Del Potro che oggi. È stato un match perfetto. Sono riuscito a fare tutto ciò che volevo. Non c’è molto da dire se non che sono grato per questo risultato, perché ho lavorato sodo per arrivarci. Sapevo che contro Dominic, che gioca così bene con il rovescio, devi cercare di portarlo fuori dalla sua comfort zone. Devi spostarlo, muovere il gioco, variare, insomma toglierli punti di riferimento. A volte ciò è molto difficile perché ha un gioco molto potente, una grande rotazione e spin dei colpi. Non è facile trovare delle pecche nel suo gioco. Oggi però ce l’ho fatta sin dall’inizio. Gli ho tolto il ritmo e penso sia per questo che ha iniziato a fare così tanti errori non forzati. Ma rimane comunque uno dei più grandi tennisti del mondo, specie sulla terra. Ieri contro Nadal ha certamente speso un sacco di energie fisiche e mentali”.
UN RITORNO GRADUALE – Secondo il serbo, il suo ritorno ad alti livelli dopo un lungo periodo di crisi non si deve a qualche cambiamento particolare: “È stato qualcosa di graduale. Ho innalzato il livello del mio gioco piano piano, non è stato qualcosa di istantaneo. Non ho avuto un brutta stagione su terra: a Montecarlo e a Madrid ho giocato bene e partita dopo partita avevo sempre più fiducia in me stesso e nei miei colpi. Questo match di stasera è come l’ultima tappa di un lungo processo, che certo non voglio si fermi qui. Voglio andare avanti, perché so di essere sulla strada giusta. Non so se domani giocherò così bene come ho fatto oggi, ma spero di avvicinarmici”.
SULLA FINALE CONTRO SASCHA – Sull’avversario di domani, il tedesco Sascha Zverev, Djokovic ha solo parole di elogio: “È in grande forma. Da tempo tutti dicono che diventerà un campione ed è certamente sulla strada giusta. Sta giocando benissimo e ha solo 20 anni. Il futuro è dalla sua parte. Insomma, mi metto nei suoi panni: sarei molto eccitato nel trovarmi nella prima finale di un grande torneo. Sascha è un bravo ragazzo, l’ho visto crescere perché conosco da tempo Mischa, il suo fratello maggiore. Lo vedevo giocare 10, 12 anni fa quando era solo un bambino; ora è qui e si giocherà la finale di uno dei tornei più importanti del mondo, è pazzesco. Si merita tutto il successo che ha, ma domani tenterò di non fargli vincere il titolo. Comunque vada, anche se domani perdessi, ciò non toglierebbe nulla alle sensazioni positive che ho ora e ai miei obiettivi futuri. Mesi fa avevo perso gioia ed entusiasmo nel giocare a tennis, ma da due mesi a questa parte l’ho finalmente ritrovata. Questa è la cosa più importante”.