Alexander Zverev e John Isner. Sono questi i nomi dei primi due semifinalisti dell’edizione 2017 degli Internazionali Bnl d’Italia, che oggi hanno battuto rispettivamente Milos Raonic, n. 6, e Marin Cilic, n. 8. Una sfida certamente inaspettata per entrambi: meno per Zverev, n. 17 al mondo, promessa 20enne in rampa di lancio. La vera sorpresa è John Isner, n. 24, che conquista la sua prima semifinale dell’anno in un Master 1000 su terra, senza dubbio la sua superficie sfavorita (non batteva un top-ten su terra rossa addirittura dal 2012).
ZVEREV: “NON SONO SORPRESO DELLA MIA CRESCITA” – “Credo che raggiungere le semifinali qui a Roma sia un nuovo punto di svolta della mia carriera”, ammette Zverev in conferenza stampa. “Sento di aver giocato molto bene e sono felice di sfidare domani John [Isner] per un posto in finale. Io e John ci conosciamo molto bene da anni, sin da quando ci allenavamo nella stessa accademia a Saddlebrook, in Florida. La prima volta che abbiamo fatto degli scambi è stato quando avevo 14 o 15 anni. Tuttora giochiamo abbastanza spesso durante la off-season e in generale passiamo molto tempo insieme. So che sarà un gran match, sono entusiasta per entrambi. Non sono sorpreso della mia crescita in questo molto periodo, perché so bene quanto ho lavorato durante la pausa invernale. Sono convinto che se si lavora sodo i risultati arrivano da soli, prima o poi. Sono molto felice che questi siano arrivati ora, ma credo di essermeli meritati”.
ISNER: “HO GIOCATO BENE I PUNTI DECISIVI” – “Molto felice è senza dubbio John Isner, che dopo un inizio stagione non esaltante ha battuto ottimi giocatori come Albert Ramos, Benoît Paire e Stan Wawrinka, prima di sconfiggere oggi il campione degli Us Open 2014. “Sapevo che contro Marin Cilic sarebbe stato un match durissimo – esordisce il tennista residente a Tampa, in Florida. “Marin ha vinto un torneo un paio di settimane fa [Atp 250 di Istanbul, in finale contro Milos Raonic] e qui ha messo a segno ottime vittorie: sapevo che era in fiducia. Oggi però sono stato bravo a giocarmi al meglio i punti importanti: vincere questo tipo di partite molto dure e lottate fa bene, l’anno scorso ne avevo perse un sacco. Sono felice di avercela fatta. Anche Marin ha giocato bene, ha servito alla grande ed era molto solido dal fondo. È stata una gran vittoria. Non sono così sorpreso di aver ottenuto un simile risultato sulla terra: in generale a me non importa la superficie, penso di poter giocare bene un po’ dappertutto, il mio gioco rimane lo stesso su erba, terra o cemento. L’obiettivo è sempre quello di servire bene e mantenere un rendimento alto e costante”.
ISNER: “ZVEREV È UN FUTURO CAMPIONE” – Contro Sascha sarà un match durissimo. Lo conosco sin da quando era piccolo, mi sono allenato molto con lui. L’ho affrontato per due volte [nel Master 1000 di Shanghai 2016 e di Miami 2017] e sono sotto 0-2. Ora mi piacerebbe molto prendermi la mia rivincita, ma devo ammettere che sta giocando estremamente bene. Sapevo già da tempo che sarebbe diventato fortissimo: è sempre stato un ragazzo con un’enorme fiducia nei suoi mezzi e con una grande autostima. È nato con un talento straordinario, ma ha anche lavorato sempre duramente per svilupparlo. L’ho visto per la prima volta quando aveva 14, 15 anni: ‘Dio, è proprio bravo!’, mi dissi. ‘Davvero sta per diventare professionista?’, chiesi al mio coach. ‘Sì, lo sarà presto’, mi ha risposto. È un giocatore incredibile, colpisce la palla magnificamente. È da due anni che gioca ad alti livelli, ma negli ultimi dodici mesi ha fatto un enorme salto di qualità. E ha appena vent’anni: il suo futuro sarà grandioso, poco ma sicuro”.
ISNER: “MISCHA E SASCHA SI SOSTENGONO A VICENDA” – “Conosco bene la famiglia Zverev. Sono molto uniti. A cominciare da lui e il fratello Mischa, che quest’anno sta giocando veramente bene e agli Australian Open ha fatto una prestazione incredibile. Loro si sostengono sempre a vicenda. I loro genitori sono due persone incredibili, molto umili ed educati, ma sempre concentrati nei loro obiettivi. Hanno anche un cagnolino di nome Lovik, che si portano sempre dietro intorno al mondo. Io adoro i cani, ma non posso portarmi dietro il mio perché è troppo grande e sovrappeso! I genitori di Sascha hanno avuto un piano per i loro figli, ora ce l’hanno soprattutto per Sascha, e pare che stia funzionando. Lui li ascolta sempre, ascolta tutti: suo padre, il coach, il fisio, il trainer. È determinato con tutto se stesso a diventare fortissimo, lo si vede benissimo, ed è sulla strada giusta. Domani sarà una bella sfida, entrambi avremo pressione. Non penso di essere più avvantaggiato per il fatto di avere maggiore esperienza: sì, ho 12 anni più di lui e sono più abituato a gestire match importanti, anche se in partite di questo tipo le questioni di età alla fine non influiscono più di tanto”.