Melania Delai è una ragazza determinata, estroversa e coraggiosa. Nata fra le montagne del Trentino, ha scoperto il tennis un po’ per caso, grazie a sua cugina: è stato amore a prima vista. In pochi anni Melania, che ora ne ha 15 (è nata nel 2002), è diventata una delle più grandi promesse del tennis italiano. Dopo una folgorante carriera junior, proprio in questo periodo sta iniziando i primi passi verso un imminente ingresso nel mondo del tennis pro: circa una settimana fa ha conquistato il suo primo punto del ranking Wta grazie a un’ottima prova nelle qualificazione e a un convincente primo turno, dove ha battuto per 6-3 6-1 la giapponese Marimoto Nagisa. Due giorni fa, sempre in Tunisia, ha conquistato i primi punti Wta anche in doppio, grazie alla vittoria del torneo in coppia con la 23enne Angelica Moratelli. Abbiamo deciso di intervistarla in uno dei suoi momenti più felici dal punto di vista professionale. Ci ha parlato del suo team (è seguita da Alessandro Bertoldero e si allena presso la 2001 Team Sport Academy di Padova), dei suoi obiettivi ma anche dei suoi gusti e delle sue passioni oltre al tennis. Il ritratto che emerge è quello di una teen-ager solare, ambiziosa ma con i piedi per terra e la testa sulle spalle: qualità indispensabili per emergere (e talvolta resistere) in un mondo competitivo come quello del tennis. D’altronde, il suo motto preferito è: #nonsimollamai!
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Hai soli 15 anni, ma hai già un sito ufficiale e una pagina Facebook molto seguita! Qual è il tuo rapporto con i social network? Ti fa piacere avere così tanta gente al tuo seguito?
La pagina Facebook la seguo, la gestisco e mi piace tanto, mi distrae e mi ci dedico con passione. Qui ho conosciuto tantissime persone che sono venute al mio club: sono venute a vedere gli allenamenti, siamo andati a mangiare una pizza e sono nate delle bellissime amicizie sincere. Ricevo tantissimi messaggi pubblici e tanti anche in privato a cui rispondo appena posso. Sono tutti molto gentili e mi stimolano a fare sempre meglio anche quando perdo delle partite, sono sempre positivi e mi danno la carica! Poi quando sono in gito per tornei, alla sera, o quando ho finito di fare i compiti e di studiare, mi fa compagnia avere così tanti amici. Ormai li conosco quasi tutti! Il sito invece non lo gestisco io, è nato quando ho iniziato ad avere qualche sponsor. Seguo anche Instagram, anche se lo uso molto meno.
Pochi giorni fa ad Hammamet hai conquistato il tuo primo punto nella classifica mondiale. Che emozioni hai provato quando hai raggiunto questo importante traguardo?
È stato magnifico, un po’ come quando ero under 10 e aspettavo la prima classifica. Davvero emozionante. Mi sono arrivati tantissimi messaggi anche da ex professionisti che mi facevano i complimenti e mi dicevano che ho messo il piede in un altro mondo, quello del professionismo. Alla sera ho pensato un po’ ed è quello che ho sempre sognato di fare da grande: la tennista professionista. So bene che la strada è lunghissima, ma io mi definisco una guerriera e mi piace accettare le sfide, così avanti tutta con il mio motto: “nonsimollamai”.
Perché e come hai iniziato a giocare a tennis? Quali sono i tuoi maggiori idoli e perché?
Questa domanda mi piace tanto. Ho iniziato a giocare a tennis dopo avere provato vari sport: pallavolo, basket, ginnastica artistica e nuoto; ma un bellissimo pomeriggio sono andata a vedere una partita di un torneo di mia cugina Alice Russolo (che ora è fotografa di sport) e mi sono innamorata del tennis. Il giorno dopo ho voluto provare e quella estate mia mamma mi ha iscritto ad una specie di tennis vacanze vicino a casa e il mio primo maestro, Sisto Fusco, mi ha fatto innamorare di questo sport. Colgo l’occasione per salutarlo: ciao mitico Sisto! Idoli in verità non ne ho, mi interessa tutto il tennis, in generale. Ultimamente seguo le imprese della mia coetanea Marta Kostyuk. Mi piace pensare che magari un giorno ci troveremo a giocare contro da professioniste.
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Sei sempre molto sorridente e solare e come mi hai già detto ti piace molto girare il mondo per i tuoi tornei. Immagino però che ci sia anche qualche lato più negativo. A volte vorresti avere una vita un po’ meno “frenetica”?
Sì, amo molto viaggiare. Mi piacerebbe che nei tornei ci fosse più tempo per visitare i posti dove siamo ma purtroppo tante volte non succede. Arrivi, vai al club e parti subito perché devi tornare ad allenarti o perché hai il volo già fissato. Però questa vita mi piace tanto. Il lato negativo è che si è obbligati a dormire sempre in letti diversi! Per quanto riguarda l’alimentazione, mi piace adattarmi alla cultura del posto, anche se alcune volte sogno un piatto di pasta… Proprio come quella della mamma!
Quali sono i tuoi più grandi obiettivi?
Bé, la risposta più scontata è: “Voglio diventare la n. 1 del mondo!”, o comunque diventare una top-player. Per rimanere più concreta, il mio grande obiettivo è migliorarmi così tanto in modo che qualsiasi avversaria abbia davanti mi tema! (ride).
Molti tennisti professionisti dicono che è impossibile farsi amici o amiche nel tennis. Sei d’accordo?
Devo dare ragione ai tennisti pro. Le mie vere amicizie, e per vere intendo sincere e disinteressate, sono totalmente al di fuori del tennis. Ci scriviamo e ci vediamo appena coincidono i nostri giorni liberi (i miei amici giocano a basket, pattinano, fanno atletica, pallavolo eccetera). Però è anche vero che ho molte amiche tenniste straniere con le quali condivido i tornei o anche qualche periodo di allenamento. Ho anche amiche tenniste nel mio club, dove sto benissimo e condivido giornate intere con loro: si gioca a carte, si balla, si ride, si scherza e non ci sono invidie e cattiverie che invece girano spesso tra le ragazze. Però devo ammettere che si contano sulle dita di una mano…
Anche i tennisti più forti a qualsiasi età devono migliorarsi in qualcosa. Quale pensi sia ora il tuo colpo migliore, in generale il tuo punto di forza, e quali gli aspetti dove pensi di dover migliorare?
Devo migliorare in tutto. Sono molto giovane e stiamo lavorando su tutti i colpi. Il rovescio e il dritto ora si equivalgono. Fino a qualche mese fa facevo più male con il rovescio, ma ora viaggia bene anche il dritto. Sto seguendo un programma/progetto studiato per me dal mio team, perciò lavoro in piena fiducia per avvicinarmi giorno dopo giorno ai miei grandi sogni.
Le quattro campionesse del tennis femminile italiano, Schiavone, Pennetta, Vinci ed Errani, hanno regalato emozioni indescrivibili all’Italia! Cosa pensi di loro? Hai avuto modo di conoscerle?
No, non ho avuto modo di conoscerle purtroppo. Ti confesso che stimo tantissimo la Schiavone perché sprizza energia ed entusiasmo solo a guardarla, ha una tenacia invidiabile. Mi piace tanto anche la Pennetta, sia come persona che come tennista, apprezzo molto la sua naturalità e semplicità. Della Vinci ruberei il suo rovescio; della Errani non saprei cosa dirti, perché non l’ho seguita tanto.
Molti non conoscono bene le tue “origini tennistiche” e la formazione del tuo team. Vuoi parlarcene brevemente?
Ho iniziato a giocare a Trento, nella mia terra, e il mio primo maestro è stato Sisto Fusco. Poi sono passata ad un altro club sempre di Trento e verso gli 11 anni ho iniziato ad essere seguita dal mio attuale coach, Alessandro Bertoldero, con cui ho un rapporto non solo professionale, ma anche affettivo, perché è il compagno di mia madre. Il mio team è veramente super, siamo tutti molto legati. Oltre ad Alessandro, che sta con me sempre in campo, c’è il mio club, il 2001 Team Tennis Academy di Padova nella figura del signor Gianfranco Barbiero, che supporta il nostro progetto; Alessandro Cursi, il fisioterapista e biomeccanico, che sta tutti i giorni al club e perciò mi segue quotidianamente; Mirko Cappellato, il mio preparatore atletico, sempre presente e mio compagno fedele in palestra; Luca Moreschetti, che si occupa delle mie racchette, con il quale facciamo test in campo durante l’anno, e si confronta con il resto del team; inoltre c’è Caterina Russolo, mia cugina, che è la mia nutrizionista che mi insegna a mangiare bene. Con noi collaborano anche Andrea d’Amato, il mio osteopata (che mi raddrizza spesso e volentieri!) e Raffaele Tataranni che, anche se non è con me ogni giorno, sa tutto di me perché studia i miei match, fa la video-analisi e la match-analysis.
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Parlaci un po’ di dove stai giocando ora e dei tuoi prossimi tornei.
Sto partecipando a due tornei ITF 15000 dollari in Tunisia: nel primo ho conquistato il mio primo punto Wta dopo aver superato le qualificazioni e un turno in main draw. Nel secondo torneo ho superato le qualificazioni, ma ho perso nel tabellone principale dopo tre ore di autentica battaglia. Anche nel doppio ho conquistato i miei primi punti Wta, grazie alla vittoria in doppio in coppia con Angelica Moratelli, che si allena con me a Padova. Nei prossimi mesi la mia programmazione sarà dedicata ai tornei ITF under 18, con qualche apparizione ancora nei pro.
Mi hai detto che sei trentina e per questo non molli mai, come la gente della tua zona. Cosa ti piace della tua regione?
Si, sono Trentina, amo la mia regione. Mi piacciono le montagne innevate, il verde in estate, i laghi e anche la gente. Ho amiche delle scuole elementari che non hanno mai smesso di scrivermi e di telefonarmi. I trentini sono abbastanza chiusi, ma quando si affezionano ti danno il cuore. Dei trentini mi piace anche la tenacia: sono davvero tosti! A Trento ho degli affetti importanti: mio nonno (che purtroppo sta poco bene e che saluto: ciao nonno!!!), mia nonna e le mie cugine a cui voglio tanto bene, Alice e Caterina Russolo. Sono loro che mi hanno portato ad amare il tennis, perché era il loro sport e mi stimolano a fare sempre meglio… sono fantastiche.
Qualche domanda per conoscerti meglio: piatto, canzone, cantante, libro e film preferito?
Un solo piatto?! Direi la pasta, in mille modi, ma anche il pesce e il gelato della mia gelateria preferita, da Bepi a Padova, che fa gelati da sogno (se ti capita di passare devi andare!). Ascolto tutta la musica, non ho un cantante preferito, canto e ballo qualsiasi cosa mi capiti a tiro. Anche i libri mi fanno compagnia: ora sto rileggendo “Open” di Andre Agassi, che mi è piaciuto tanto e mi piace ancora di più: è una bella storia, c’è tutta la sofferenza che ogni tanto tocca a qualsiasi tennista, dal più piccolo al più grande come lui.