Carlos Moya, ex numero 1 Atp e vincitore degli Open di Francia nel 1998, celebre anche per il flirt con Flavia Pennetta, oggi allenatore di Rafael Nadal, ha concesso un’ intervista all’agenzia Efe e raccolta dal Mundo Deportivo. Un intervento interessante, che aiuta a comprendere le ambizioni dello stesso Rafa, ma anche le impressioni di Moya in primis. Infatti, il classe ’76, ha dato diverse opinioni sul futuro sul medio e lungo periodo del suo giocatore, in attesa, naturalmente, che si concludi la stagione in corso, una stagione in cui abbiamo ritrovato, The King of Clay.
IL 2017: IL RITORNO- L’ex numero 1 al mondo, affiancando Toni Nadal, ha dato nuove certezze al detentore del Roland Garros, cambiando il suo modo di battere, in particolare la seconda, più profonda, ma anche la maniera di posizionarsi nei pressi della riga di fondo. Un Nadal diverso, più propositivo nel gioco, anche quello d’attacco, come dimostrano le sue discese a rete, cosa che faceva raramente in passato. Un 2017 ancora in corso, con vari tornei da terminare, alcuni dei quali sono obiettivi, su tutti l’Atp Finals, mai vinto, ma che comunque ha soddisfatto, se non superato le aspettative del duo maiorchino: “Vincere due Grand Slam, essere numero uno nel mondo … siamo arrivati qui proprio come avevamo sognato”. Parole interessanti, che fanno capire il tennista di Palma di Maiorca fosse sicuro di sé, al momento dell’inizio della collaborazione, che ha portato Rafa, a rivivere un “tercera” giovinezza, dopo quella alterna 2013-14. Un tennista come Nadal, capace di cambiare modo di gioco, per beneficio del corpo e delle vittorie, con nuovi stimoli e rinnovandosi, come l’altro grande ritorno firmato Roger Federer. Con la partnership tra i due, sono tornati tra le braccia del classe ’86 il Roland Garros, 10° successo, 3° Us Open, più le triplette a Barcellona e Montecarlo, con le finali di Melbourne e Miami. Una stagione di due grandi ritorni, a fasi alterne, ma che hanno fatto rivivere il tennis e la leggenda, oltre a ridare la posizione numero 1 al maiorchino, che Moya ritiene verrà mantenuta da Nadal fino a fine stagione: “Credo che Rafa finirà la stagione come numero 1. Direi che senza dubbio ha 2.000 punti di vantaggio, sta bene fisicamente e a livello mentale”.
IL FUTURO- Moya, ritiene che Rafa potrà essere ancora competitivo nei prossimi anni, sempre che il fisico capriccioso glielo permetterà. Bisogna sempre stare in forma e pronto a rinnovarsi, soprattutto con l’incombere della Next Gen, che proietta i senatori a migliorarsi, pur di rimanere nel circuito .”Pensa solo a come mantenere il miglioramento e sa che se si gioca bene a tennis può ambire a grandi obiettivi , “ egli sostiene che Moya abbia avuto piena fiducia in lui. “Mi aspettavo molto da lui in questa stagione e ha soddisfatto le mie aspettative , ma c’è sempre spazio per migliorare”. Insomma, un Moya soddisfatto dei risultati ottenuti quest’anno, ma anche desideroso ed esigente con Rafa, che dovrà lavorare dubbio per confermarsi nel 2018, con la presenza dei giovani e i probabili ritorni dei tanti top ten, out per infortunio. L’attuale numero 1, dovrà fronteggiare, oltre le pressioni e le aspettative di come deve finalmente riconfermarsi un altro anno, anche alcuni esponenti della Next Gen, oltre la possibile riconferma di Roger e il ritorno di Djokovic e Murray. Carlos, infatti ha evidenziato i nomi di Alexander Zverev, Nick Kyrgios e Denis Shapovalov e riflette su cosa significa essere giovani nel mondo del tennis. “Venti anni fa, a 19 anni , se non era tra i primi 100, avrebbero potuto cercare lavoro” dice “Quest’anno si è visto di come questi tre possono affrontare il meglio e il prossimo anno sarà la chiave per loro”, dice un Moya interessato a comprendere il futuro del tennis, se dà subito o solo dal ritiro delle due leggende. Un pensiero molto significativo, che fa riflettere come ci siano ancora i veterani a dominare, piuttosto che i giovani, che da quest’anno saranno ad un punto di svolta. Inoltre una battuta anche su Novak Djokovic e Andy Murray, dei quali Moya si fida per un loro ritorno nel mondo del tennis, già dall’anno prossimo: “Sono giocatori di grande qualità che torneranno molto freschi. E sarà una bella battaglia che ci costringerà a continuare ad evolversi e non riposare sugli allori ” Una sorta di pausa, come i due iniziatori di questa intuizione, ma solo il tempo dirà se sia stata utile anche per loro o meno.
TONI NADAL E GRAND SLAM- Un 2018 diverso rispetto agli ultimi 25 anni di tennis: sarà il primo anno in cui suo zio Toni, non lo allenerà. Una scelta condivisa, con Rafa alla ricerca di nuovi spunti tattici, Carlos Moya verrà affiancato da Francis Roig, coach disponibile a dare nuove dritte e stimoli a Rafa, ed a proposito, il classe ’76 ha dichiarato: “Sono stato felice del programma di viaggio dell’anno scorso, mentre per l’anno prossimo ci organizzeremo con Francisco, che ha più possibilità di viaggiare. Ne parleremo a fine stagione. Ci divideremo al meglio i quattro Slam, per rendere Nadal, il migliore.” Per quanto riguarda l’artefice della macchina Nadal, zio Toni, si dedicherà alla Rafael Nadal Academy by Movistar, per allevare nuovi ragazzi e, magari creare i campioni del futuro. Una scelta per aiutare e coadiuvare i maestri spagnoli, ma anche per gli intensi viaggi fatti con il nipote in questi anni:”” Dunque sarà all’ Academy , un progetto che eccita un sacco e se si deve dare una mano lo farà. Capisco l’usura a viaggiare così tanto per molti anni , ” ha detto l’ex numero 1 del mondo. Un cambio di coach, per favorire Rafa ma anche il ricambio generazionale spagnolo nella sua Manacor. Infine, Carlos Moya, ha parlato dei Grand Slam, lui che ne ha vinto solo uno nel ’98, e di come il suo allievo possa superare l’eterno amico-rivale, con il quale si è diviso equamente gli Slam quest’anno :”Per me Rafa può raggiungere il 19, ma nessuno ti dice che Roger non può vincere altri tre. Respingere il migliore di sempre è inutile, sono stati la rimozione di molti anni.” Un’analisi breve, concisa, in una frase: il vero obiettivo di Rafa, è raggiungere e dunque superare Roger in termini di Slam, una sfida nella sfida, lanciata già da anni, in cui la sostanza non cambia; i 5 anni in meno dello spagnolo faranno la differenza. Ormai da diversi anni, ci si chiede se Nadal riuscirà a mai a superare l’avversario, lo sapremo solo se, e se, avverrà, ma il fattore a favore dello spagnolo, è certamente l’età. Tre sono gli ostacoli che potrebbero far decadere il piano: un infortunio che lo fermi definitivamente dopo essere ripartito più volte, la vittoria di altri Slam da parte dell’elvetico e 0 da Rafa, o il dominio di un Next Gen. Ipotesi plausibili, ma come sempre, sarà solo uno il giudice a decretare il vincitore: il tempo…