Sono passati esattamente dieci anni da quando una leucemia fulminante si portò via Federico Luzzi, a soli 28 anni.
Federico era nato ad Arezzo il 3 gennaio del 1980, aveva un talento raro e cristallino, giocatore estroso, molto bravo a rete, i tocchi di fino erano la sua specialità.
Fu n.98 ATP ed azzurro di Coppa Davis, la sua carriera da predestinato si perse tra i meandri di eccellenti risultati juniores, un brutto infortunio alla spalla destra ed una squalifica per aver ingenuamente scommesso su match di tennis. Non lottava più per diventare un campione quanto per divertirsi, giocava nella squadra del TC Parioli. A quell’età non pensi minimamente che da un giorno all’altro puoi trovarti ad affrontare una malattia che rischia di sconfiggerti per sempre, a maggior ragione se sei un ragazzone di 1 metro e 88, bello ed atletico ed a maggior ragione se meno di una settimana prima sei in campo a giocare un match di Serie A. Match che non portò a termine perchè costretto a ritirarsi dopo un solo 15 a causa di un forte mal di testa, Federico rientra ad Arezzo in preda ad un malanno che ha le sembianze di una polmonite e che lo costringe al ricovero in ospedale. Gli accertamenti dicono però che si tratta di qualcosa di ben più grave: “leucemia mieloide acuta”, un avversario duro che era pronto ad affrontare e battere.
Era preoccupato più del fatto che la terapia gli avrebbe fatto perdere i capelli, come ci racconta Francesco Aldi (sopra in una foto con Luzzi), ex tennista professionista ed attuale coach di Filippo Baldi, al quale abbiamo chiesto un’intervista per ricordare lo sfortunato Federico, a dieci anni dalla sua tragica scomparsa.
“Due giorni prima ci sentimmo al telefono e mi disse che era pronto per delle cure, mi raccontò a cosa sarebbe andato incontro e la sua proccupazione era quella che avrebbe perso i suoi capelli … lo sentivo sicuro che ce l’avrebbe fatta, era davvero pronto per lottare. Chiudemmo la telefonata e gli dissi “A domani “ . L’indomani non lo chiamai perché non volevo stressarlo con le mie ansie e preoccupazioni.”
Il giorno dopo Federico entrerà in un coma dal quale non si risveglierà più.
“Due giorni dopo mi telefonarono … fu un fulmine a ciel sereno.” , racconta Francesco che di Federico era grande amico.
“Eravamo molto amici. Ci siamo conosciuti durante i raduni al centro tecnico di Cesenatico, io venivo convocato a periodi mentre lui viveva lì. Credo di essergli stato subito simpatico e lui lo era per me. Crescendo abbiamo poi condiviso un sacco di belle cose. Abbiamo vissuto insieme al centro tecnico di Roma, dove dividevamo la stessa camera. Lì è nata una forte amicizia, direi eterna!!! Potevo considerarlo un fratello maggiore, aveva un consiglio su tutto, era per me un punto di riferimento.”
Che tipo era Federico?
“O l’amavi o poteva anche non stare troppo simpatico. Ovviamente io l’adoravo perchè conoscendelo bene non potevi fare altrimenti. Un leader, un trascinatore, una persona piena di energia con tanta voglia di divertirsi e divertire. Un’intelligenza rara. Molto sincero e diretto, senza peli sulla lingua, se doveva dirti una cosa non ci pensava troppo. Per gli amici (pochi ma buoni) faceva di tutto. Prima gli amici poi il resto.”
Un momento che ricordi, legato a Federico?
“Ho detto prima che abbiamo diviso la stessa camera per anni. Spesso la sera prima di addormentarci ci divertivamo a rompere le scatole a qualche ragazza con alcuni sms… il gioco era quello di prevedere ogni loro risposta… e credetemi che ci riuscivamo. Gli piaceva entrare nella mente delle persone, direi che a farlo era proprio un maestro!! E così era anche nel campo da tennis. Non c’è un ricordo di preciso. C’è lui e basta. A volte mi compare in sogno. Sta bene !!!“
Che sensazione ha lasciato nella tua vita la sua prematura scomparsa?
“Tanto vuoto, tanta rabbia.”
Se ora Federico ti stesse ascoltando, cosa gli diresti?
“Voglio credere che lui sappia tutto di me. Penso che le persone a cui tieni continuino ad assisterti da lontano.”
Cambiamo un attimo argomento e facciamo un focus sul tennis italiano che per un decennio ha trovato fortuna nelle vittorie delle ragazze. Ora però il movimento femminile sembra in crisi, mentre i ragazzi stanno facendo buone cose. Pensi che il tennis azzurro riuscirà a tirare fuori quel campione che manca da tempo?
“Le ragazze hanno fatto delle cose incredibili, adesso dobbiamo attendere un pochino ma sono sicuro che con il lavoro e con la pazienza ritorneranno nuovamente successi anche in campo femminile. Eguagliarli sarà difficile ma chi lo sa. Nel tennis maschile c’è un gran bel movimento, girando per i tornei vedo tanta qualità nei ragazzi e tra di loro si stanno trainando. Credo che il campione l’abbiamo già ed è Fabio (Fognini n.d.r.) su tutti per adesso. Come si fa a pensare che uno che è vicino ai primi 10 del mondo non sia un campione?? Se la gente vede solo il numero 1 o 2 al mondo criticando il tennis italiano credo che abbia qualche problema.”
Concludiamo con un saluto a Federico, che ti ascolta ovunque si trovi.
“Grazie per tutto quello che abbiamo condiviso insieme. A Domani Fede. ”
Ringrazio sentitamente Francesco Aldi per la disponibilità.