Fabio Gorietti “Vanni e Fabbiano nei top 100”

Premiato come miglior coach dell'anno agli Ace Cube 2015, Fabio Gorietti traccia la linea per la stagione appena inziata. "L'obiettivo per Luca e Thomas è quello della top 100, ma mi aspetto un anno positivo anche da Stefano Travaglia e Claudia Giovine.
gorietti

Lo aveva già sfiorato lo scorso anno, quando si piazzò sul secondo gradino del podio. E il riconoscimento è arrivato puntualmente quest’anno per Fabio Gorietti, direttore tecnico della Tennis Training School di Foligno, che agli Ace Cube 2015  ha ricevuto il premio come migliore coach dell’anno. Non solo la Tennis Training ha che da festeggiare considerando che Luca Vanni bissa il premio ricevuto un anno fa e si laurea ancora una volta migliore sorpresa dell’anno.

“E’ un premio che mi fa molto piacere – esordisce il coach umbro –  anche perché arrivato da una giuria composta da addetti ai lavori quali giornalisti e allenatori. E’ chiaro che è un riconoscimento legato al risultato dei ragazzi che alleno. L’anno appena passato è stato certamente positivo sia per Luca Vanni che per Thomas Fabbiano e questo premio è un sigillo ad una stagione certamente proficua che mi auguro possa ripetersi. Allenare non uno ma due atleti comporta grande fatica, ma la soddisfazione di aver conseguito risultati di alto livello, è chiaramente maggiore”.

Un lavoro impegnativo che ora avrà bisogno di nuovo forze in campo da parte della Tennis Training School diretta proprio da Fabio Gorietti.

“E’ normale che con questa classifica Luca e Thomas hanno bisogno di essere seguiti spesso con l’obiettivo di fare un ulteriore salto di qualità ed entrare nei primi 100. Da febbraio, poi, faranno tornei diversi per cui c’è la necessita di essere seguiti da persone diverse e quindi di allargare l’organico della Tennis Training. Nello specifico in alcune tappe del tour verranno seguiti dal preparatore atletico Diego Silva.

fabbiano _gorietti

Bilancio di questa primissima parte di stagione

“E’ stato un bellissimo inizio di stagione. All’Atp 250 di Chennai, Luca ha raggiunto il secondo turno e Thomas, dopo aver superato le qualificazioni ha centrato i quarti. Poi sono venute fuori partite più difficili, anche a causa del caldo, ma è stato un mese molto proficuo. Basti pensare che sono partito il 30 dicembre e tornato il 21 gennaio e non c’è stato un giorno in cui non abbiamo lavorato. Ci siamo allenati anche nei giorni di trasferimento, dopo viaggi di 13 ore.

Per cui abbiamo potuto lavorare molto e mettere benzina. Nelle sconfitte abbiamo potuto fare molta analisi, autocritica quando ce n’è stato bisogno ed elogio nelle cose positive. E io credo che quando si lavora cosi i risultati poi si vedano. In più certamente le condizioni atmosferiche aiutano. Il caldo ti permette di lavorare con dei muscoli più rilassati, si recupera con maggiore velocità dopo gli incontri, per non parlare del fatto che il sole aiuta a trovare una condizione emotiva migliore. Non solo. Lavorare in palestra insieme a campioni del calibro di Djokovic o Fereder, ovvio che ti permette di avere stimoli ulteriori”.

Ma non ci sono soli Vanni e Fabbiano. Alla Tennis Training si allenano anche Stefano Travaglia e Claudia Giovine oltre ad una nutrita nidiata di giovani.

“Stefano è partito oggi per la Tunisia (direzione Itf 10.000$ Hammamet ndr), ha fatto una buonissima preparazione seguito sia da Sebastian Vazquez che da Diego Silva. Proprio loro mi hanno riferito che si è allenato molto bene, e in Tunisa sarà insieme al mental coach Marco Formica che lo aveva seguito proficuamentenegli ultimi tornei della scorsa stagione.

Inutile ribadire che Stefano ha grandi potenzialità, che ha espresso due anni fa. Poi una serie di guai fisici lo hanno ostacolato, ma è giovane, può fare molto bene e confido di poterlo aggiungere presto a Fabbiano e Vanni, quanto meno nelle qualificazioni dei tornei dello slam.

travaglia

Inoltre ci terrei molto che Claudia Giovine riuscisse a raggiungere risultati importanti. Mi piacerebbe che la Tennis Training allenasse una donna di alto livello, e lei ha grandi qualità tecniche per raggiungere posizioni di primo piano. Già al mio rientro l’ho trovata molto piu forte ed allenata”.

Tra i giovani merita una menzione il 17enne Riccardo Balzerani, che molto bene ha fatto nei giorni scorsi al Grade 1 di Traralgon in Australia, per poi uscire nelle qualificazioni dell’Australian Open junior a Melbourne.

“Balzerani sta facendo bene, è ragazzo bravo che merita. E’ molto giovane ed è molto vicino al tennis professionistico, tanto che quest’anno farà tornei junior e si affaccerà in modo più deciso ai pro. Starà a noi prepararlo bene per entrambe i tipi di tornei, considerato che sono molto diversi.

Per quanto riguarda i più giovani sono tutti in fase di crescita. E’ chiaro che gli step sono più piccoli. Con i giovani non bisogna avere fretta. Il più grande errore è la precocizzazione: nella formazione i ragazzi hanno bisogno di tempo per la crescita e per lo sviluppo, per dimostrare successivamente tutto quello che hanno assimilato ora. Ben vengano i risultati, però il lavoro di formazione non deve mai venire meno, deve essere sempre al primo posto. Bisogna rispettare le tappe di crescita dei ragazzi, lavorare su contenuti molto forti che potranno esprimere solo quando saranno maturi. E per maturità non intendo solo quella fisica, anzi”.

balzerani

Il tennis italiano

“Io credo che il tennis italiano abbia una grande risorsa che sono i giocatori, dai 25 in su, che fanno da traino e da esempio a tutti quei ragazzi che magari hanno avuto delle difficoltà nel momento del passaggio dal tennis junior a quello pro. E’ sicuramente vero che non abbiamo abbiamo un giovane azzurro tra i primi 100, però se uno va a vedere le classifiche, l’età media dei giocatori che occupano le prime 100 posizioni del ranking supera i 28 anni. E’ chiaro che il campionissimo non c’è, ma il compito di una federazione è creare un numero importante di giocatori buoni, perché il campione viene fuori inaspettatamente. Sta a noi tecnici credere in tutti i ragazzi che posseggono volontà e capacità, perché quando poi raggiungono risultati di vertice danno tanto al tennis italiano. E’ proprio questo il punto. Gli allenatori sbagliano quando danno dei giudizi. Non siamo in un reality dove dobbiamo dire chi è dentro e chi fuori. Noi dobbiamo solamente pensare a creare dei giocatori, anche se questi non arriveranno mai tra i primi 5 del mondo. Se penso a me stesso ritengoo di avere qualche esempio importante da portare, prima con Lorenzi e oggi con Vanni e Fabbiano. I miei obiettivi a livello personale? Tengo sempre presente che il successo è legato ai risultati, per cui continuerò a lavorare per portare i ragazzi al piu alto livello possibile.

Poi, da persona molto curiosa quale sono, vorrei coltivare questa passione per il Tennis Training Lab, nella sperimentazione di metodi nuovi con l’ausilio di medici, fisioterapisti e psicologi. Ma soprattuto lavorare nella formazione dei maestri , sia interni alla scuola che esterni. Sul campo mi piace trasmettere quello che ho imparato, e lo devo fare se voglio che ci sia una continuità di insegmaneto. Infine concluderie con questa chiosa: non guardarsi ma indietro ma guardare fuori, perché fuori c’è sempre qualcosa da cui imparare e da cui trarre ispirazione”.

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