Intervista a Giovanni Fonio: “Le vittorie più belle? Quelle con Sonego a Brescia e quella con Elias a Genova”

Abbiamo fatto due chiacchiere con il giovane tennista Giovanni Fonio, classe 1998, di Novara, che attualmente si allena nella sua città natale. Ci ha parlato dei suoi primi passi, del suo amore per il tennis, della sua condizione e dei suoi progetti per il futuro.

Giovanni Fonio, di Novara, classe 1998 e n. 556 del mondo, è una delle giovani promesse italiane. Allenato da Matteo Sacchi e Fabio Colangelo nella sua città natale, il prossimo anno Giovanni vuole distinguersi nel circuito Challenger. Abbiamo fatto due chiacchiere con lui per conoscerlo meglio e sapere gli obiettivi della prossima stagione.

Quando hai scoperto il tennis?
Grazie alla mia famiglia. I miei genitori e mio fratello maggiore hanno sempre praticato questo sport e sono stati loro ad avvicinarmi quando ero molto piccolo, all’età di 5 anni.

A che età hai capito che questo sport sarebbe potuto diventare la tua professione?
All’età di 14 anni ho lasciato casa per trasferirmi a Tirrenia presso il centro di preparazione olimpica per allenarmi, da quel momento ho iniziato a vedere questo sport come un possibile lavoro e con il passare del tempo questa sensazione si è sempre più concretizzata.  Ma se dovessi dire un momento più preciso direi quando ho terminato la mia carriera junior ed ho iniziato a giocare esclusivamente tornei professionistici.

Quali vittorie ricordi con maggior soddisfazione?
Tra tutte i successi a livello Challenger: l’anno scorso a Brescia, contro Lorenzo Sonego, e a Genova, contro Gastao Elias.

Quali sono i tuoi obiettivi per la prossima stagione?
Per il 2019 non ho particolari obiettivi di classifica. Il mio principale proposito è quello di migliorare il livello del mio gioco e di competere prevalentemente a livello Challenger: se questo accadrà penso che poi la classifica migliorerà di conseguenza.


Raccontaci dove ti alleni e da chi è composto il tuo team.
Attualmente mi alleno al circolo tennis Piazzano a Novara. Il mio staff è composto da Matteo Sacchi e Fabio Colangelo per quanto riguarda l’aspetto tennistico e da Matteo Ceresa per la parte atletica.

Quali sono i tuoi colpi migliori?
Certamente il servizio e dritto sono i miei punti di forza; quelli su cui devo migliorare maggiormente sono invece la risposta al servizio ed il gioco al volo in generale.

La tua superficie preferita?
La terra rossa, ma amo giocare anche sul rapido.

Chi è il giocatore a cui ti ispiri?
Roger Federer, da sempre.

Cosa pensi delle nuove regole applicate nella competizione NextGen?
Le reputo molto innovative: quest’anno ho avuto la possibilità di sperimentarle nelle qualificazioni delle NextGen ATP finals a Milano e quelle che mi sono piaciute di più sono lo shot-clock ed il nastro sul servizio, mentre quelle che mi sono piaciute di meno sono il riscaldamento abbreviato ed il punto secco sul 40 pari.
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