Martina Hingis, classe 1980, naturalizzata svizzera, ma di origine slovacca, considerata come una delle giocatrici più precoci e talentuose della storia del tennis, è stata vittima di troppi infortuni, negandole la speranza di a ripercorrere le orme della sua leggendaria ispiratrice, Martina Navrátilová, in onore di quest’ultima, i genitori le diedero il nome di battesimo.
UNA TENNISTA SFORTUNATA- La giocatrice originaria di Košice nel corso della sua carriera, breve ma vittoriosa, di singolarista, ha vinto ben tre volte l’Australian Open, con un successo sia a Wimbledon che a New York, tutti avvenuti nel 1997, come il primo sigillo a Melbourne, con due finali raggiunte al Roland Garros, una raggiunta sempre in quel magico anno, in cui sfiorò il Grand Slam, unica fin qui a riuscirci fu Steffi Graf nel ’88, vincendo addirittura l’oro olimpico di Seul, e l’altra nel ’99, ma entrambe finite con una sconfitta. Per un Career Grand Slam non completato, l’ex numero 1 al mondo, è riuscita a conquistarlo sia nel doppio femminile, che nel doppio misto, a cui si è maggiormente dedicato dopo il secondo rientro. A 16 anni, nel ’97, divenne la tennista più giovane a raggiungere la vetta della classifica Wta, ha vinto in totale ben 25 titoli dello Slam, 5 nel singolare, 13 nel doppio femminile, oltre ad una medaglia d’argento alle ultime Olimpiadi, e 7 in quello misto, mostrandosi molto abile ad adattarsi su più superfici e discipline, grazie a schemi e colpi ben impostati, pur non possedendo la potenza e cattiveria agonistica delle sue coetanee. Una donna che non si è mai fermata davanti alle difficoltà, agli infortuni che le hanno negato la possibilità di competere con le Williams, Maria Sharapova e le diverse tenniste della sua epoca e, perché no, anche della Next Gen femminile, considerando che l’età avanzata, non è un problema, come hanno dimostrato diverse leggende di questo sport, come la stessa Navrátilová, oppure come oggi, con le sorelle americane e Roger Federer, pronti a far sognare e continuare a vincere. Una tennista, sfortunata, che ha provato a rientrare nel circuito togliendosi varie soddisfazioni, ma i problemi fisici l’hanno costretta a terminare anzitempo una carriera probabilmente in cui avrebbe potuto vincere quanto il suo idolo, vincendo ovunque, contro chiunque e insieme a qualunque compagna/o.
UNA VITA DEDICATA AL TENNIS- Nel corso dell’intervista, la tennista svizzera, attuale numero 12 al mondo nel doppio femminile e quinta in quello misto, ha parlato di come il tennis gli abbia insegnato tanto , nei momenti belli e brutti, sin da l’età di 2 anni: “Ho sempre amato giocare a tennis. E’ quello che so fare meglio, è stata la mia educazione sin da quando avevo due anni”. In 35 anni di tennis, interrotti spesso da infortuni o stop forzati come quando fu trovata positiva ad un test antidoping nel 2007, non hai smesso di credere in quello che fa, andando oltre le sconfitte, provando sempre a ripartire, al di là delle sconfitte, senza far caso alle critiche e ai giudizi altrui. Dal 1994, è diventata professionista, un percorso intrapreso già a 14 anni:” Nel mio caso, non vorrei cambiar nulla di quello che è accaduto. E’ più interessante quello che ho fatto piuttosto che andare a scuola. Seguì gli studi fino all’età di 14 anni, quando poi decisi di diventare professionista. Credo che questa sia la miglior educazione che si possa ottenere. Anche se, quando viaggiavamo nelle diverse città e paesi in giro per il mondo, mia madre si assicurò che potessi sempre studiare.” Per la tennista slovacca dunque, l’educazione e l’istruzione che le sono state trasmesse ed insegnate, sono servite molto nel tennis, dimostrandosi sempre leale ed umile, con certi valori sempre rispettati, e nella vita, come dimostrano le lingue che mastica bene, come il tedesco e l’inglese ad esempio.
IL TENNIS ODIERNO- L’ex numero 1 al mondo, si è anche espressa circa il nuovo che avanza, delle nuove tecniche e di come le tenniste “escano” probabilmente un po’ troppo tardi, come riportato dal sito spagnolo Puntodebreak.com: “Sono sempre stata la più giovane nella maggior parte delle cose che ho fatto. Oggi, vedendo le giovani tenniste, le comparo a quelle della mia epoca. Ad esempio, la gente dice: Oh, Jelena Ostapenko ha vinto il Roland Garros ed appena compiuto 20 anni! Dunque, penso a miei tempi, quando, se non vincevi già uno Slam a 20 anni, eri già considerata vecchia.” Una dichiarazione importante quella della tennista di origine slovacca, che fa riflettere di come i tempi siano cambiati, ma sopratutto come sia mutato il pensiero delle persone. Come comparato dalla svizzera, si può notare come oggi ci sia una certa rarità nelle vittorie dei giovani, in entrambi i circuiti, e dunque un certo stupore mostrato dagli spettatori quando ciò accade. Certo, nel circuito maschile ci sono stati giovani diventati campioni, ma rispetto al circuito femminile degli anni 80-90, era in minoranza; precedentemente, c’era una condizione ed un’importanza maggiore rappresentato dallo sport, come unica possibilità in alcuni paesi che ci tenevano a fare bella figura, oppure stati che sfornavano talenti, come la Svezia di Stefan Edberg e Mats Wilander. Viceversa, in quello femminile, tutti erano abituati a giovani promesse, che nel giro di qualche anno, diventavano certezze come Monica Seles, la stessa Hingis oppure le sorelle Williams. Al giorno d’oggi invece, la Next Gen dei due generi, ritardano a sbocciare, per l’immortalità dei vari campioni nei rispettivi circuiti, e anche per una mancanza di continuità nei risultati, che riguarda soprattutto il circuito femminile, spesso oggetto di exploit di giocatrici che non riescono a dare un seguito alle carriere. Infine, anche una frecciatina di come si preferisca il circuito maschile, ma anche che il tennis femminile tornerà ad essere ammirato, sperando che torni ad essere anche uno sport di strategia.
QUEL CONSIGLIO A ROGER- La tennista svizzera, ci tiene a ricordare come sia stata importante per Roger Federer, con il quale trionfò in doppio:” Dico sempre di come gli abbia insegnato a vincere. Vincemmo anche Sydney, una settimana dopo quello in Hopman Cup. Condividemmo alcuni grandi momenti insieme, poi sappiamo tutti cos’è successo dopo…” E sì, sappiamo tutti cosa sia successo dopo, con la vittoria a Wimbledon su Pete Sampras, con il conseguente passaggio di consegne con l’americano. Due campioni, due leggende, due svizzeri, che hanno condiviso vari momenti felici insieme, che sono stati capaci di rinnovarsi e migliorarsi nel corso di un tempo mai passato!