“Querelo Bachelot per proteggere la mia immagine”
A circa un mese di distanza dall’insinuazione di Roselyne Bachelot (“si sa che il famoso stop per infortunio di Rafael Nadal, quando si era fermato per sette mesi, era certamente dovuto a un controllo risultati positivo”), il tennista maiorchino lunedì ha depositato una querela per diffamazione nei confronti dell’ex ministro francese dello Sport. “Sono fortunato a non avere bisogno di soldi – ha spiegato Nadal -, lo faccio solo per per la mia immagine. Le persone non sono libere di dire tutto quello che vogliono e quando lo vogliono”. Il n. 5 al mondo non ha commentato le parole di Bachelot, spiegando di averne “già parlato abbastanza”. Il campione spagnolo aveva inoltre scritto alla Federazione Internazionale di Tennis (ITF) per chiedere la pubblicazione di tutti i controlli anti-doping che ha subito durante tutta la sua carriera.
“Ritiro? No, grazie. Mi diverto più che in passato”
Nadal durante la conferenza stampa di ieri, alla vigilia dell’esordio nel Master 1000 di Madrid, contro il russo Andrej Kuznetsov, ha detto di non aver pensato minimamente al ritiro. “La mia passione per il tennis non è cambiata. Mi fermerò quando non sarò più soddisfatto della mia vita nel tour, delle sessioni di allenamento e dei match”, ha detto Rafa, 30 anni tra un mese esatto e con 15 anni di carriera professionistica alle spalle. “Quando ero giovane ero desideroso di andare in campo per le partite – ha spiegato -, ora sono felice in ogni momento che sto sul campo, nelle sessioni di allenamento o nei match”. Rafa ha ben chiaro dove vorrebbe giocare l’ultimo incontro della sua carriera: “In Spagna o al Roland Garros. Contro chi? Non so. Non ci ho mai pensato e non è ancora arrivato il momento”.
“L’Accademia e i figli: ecco i miei progetti dopo il tennis”
Il tennista maiorchino non ha affatto paura del ritiro: “Ci sono tante cose che mi piacciono oltre al tennis giocato”. Uno dei suoi progetti più ambiziosi è la sua Accademia di tennis a Manacor, che aprirà i battenti il prossimo 1° giugno: “Non ricoprirò il ruolo da coach perché sarò ancora nel circuito, però voglio spendere tanto tempo coi bambini sul campo. So che non tutti i bambini dell’Accademia diventeranno professionisti, ma almeno lo sport insegnerà loro i valori che gli aiuteranno nella vita”. Nadal spera che un giorno tra gli allievi della sua Accademia, un giorno, ci saranno anche i suoi figli: “Voglio avere una famiglia, dei bambini, ma non li spingerò a diventare sportivi professionisti. Anche se è bello vivere nel mondo dello sport. Vedremo quali regali la vita avrà ancora in serbo per me”.
“Posso tornare n. 1, come nel 2014”
Rafa è apparso ottimista sul suo futuro di giocatore ad altissimi livelli, ricordando che solo 2 anni fa era “numero 1” al mondo. “Ero molto vicino a Djokovic prima che mi infortunassi al polso e mi operassi d’appendicite, per cui non c’è nessuna ragione per cui non potrei riuscirci di nuovo”. Per Nadal, tuttavia, “l’obiettivo attuale non è Novak, mi solo concentro sul mio gioco e sul migliorare”. Anche la conquista del decimo titolo al Roland Garros non è un’ossessione. “Spero solo di poter competere per i prossimi anni a un livello sufficiente per vincere quel decimo trofeo”. Nadal ha poi risposto a una giornalista che gli chiedeva se in futuro potrebbe aggiungere un “supercoach” nel suo team: “Mai dire mai. Sarebbe ingiusto addossare sulle spalle del team i brutti risultati. Chi è in campo sono io, sia nelle sconfitte che nelle vittorie, che non otterrei se non avessi il loro aiuto”.
Toni Nadal: “Djokovic è il favorito per il Roland Garros”
Toni Nadal, zio e coach di Rafa, ha rilasciato alcune dichiarazioni nel corso di una cerimonia tenutasi alla Caja Màgica, dove ha presentato il programma estivo dell’Accademia di Rafael Nadal, che aprirà il prossimo 1° giugno. “Vincere tutto è difficile – ha spiegato – ma siamo venuti qui a Madrid con buone sensazioni. Abbiamo alle spalle due titoli vinti di grande importanza [Montecarlo e Barcellona] e diversi successi con ottimi giocatori”. Toni ha parlato del momento positivo che sta vivendo il nipote, ma si è mantenuto cauto sul futuro: “Gli allenamenti stanno andando molto bene, ma sappiamo che cosa lo sport: si può avere una brutta giornata, o un avversario in stato di grazia. In ogni caso siamo ben preparati per questo torneo”. Toni ha poi sottolineato la sua assoluta priorità: “Quello che vogliamo è vincere, non sfidare il migliore del mondo. So che contro Djokovic abbiamo meno possibilità che con altri, dunque perché sfidare il destino? E anche giocare contro David Ferrer o Murray non è che mi faccia piacere. Mi fa piacere giocare contro gente peggiori di noi”. Lo zio più famoso del tennis ha poi commentato la sconfitta del n. 1 Novak Djokovic al secondo turno di Montecarlo contro il ceco Jiri Vesely: “E’ stato solo un passo falso, un incidente. Djokovic ha dimostrato in tutto questo tempo che è un giocatore quasi imbattibile e che è motivato a diventare il migliore di sempre. E’ solo una sconfitta. Se non andrà bene qui a Madrid e a Roma allora si potrà parlare di crisi, ma oggi è sicuramente il primo favorito per la vittoria al Roland Garros”. Toni ha comunque ammesso che Rafa ha buone chance per aggiudicarsi il suo decimo trofeo a Parigi: “Sì, è un grande candidato alla vittoria finale. Sta vincendo, sbaglia poco. La vittoria a Montecarlo gli ha dato fiducia, ma quella a Barcellona, dopo le sconfitte nei due anni precedenti, è stata speciale: è un torneo che ci ha sempre sostenuto e vincere davanti a spettatori spagnoli è sempre qualcosa di unico”.