Noemi Basiletti “Sogno di lasciare un segno nel tennis italiano. La Rafa Nadal Acadamy mi ha insegnato molto”

Noemi Basiletti / Foto: Giampiero Sposito (FITP)

Immaginate di avere 14 anni e di scegliere di lasciare tutto per volare in Spagna. Immaginate, in una dell’età più delicate, di scegliere di iscriversi in un’accademia in un altro paese, nella mitica Rafa Nadal Academy. A molti questa scelta può sembrare folle, sicuramente azzardata e complicata. Ma se a muovere questa scelta è il desiderio di inseguire il proprio sogno tutto diventa più facile.

Nel 2021 Noemi Basiletti, allora campionessa d’Italia U14, ha scelto di fare questo grande passo volando a Manacor ed iscrivendosi nell’accademia del fuoriclasse spagnolo. Dopo 3 anni l’italiana ha lasciato la Spagna con il diploma e molti insegnamenti che le hanno permesso di avere un’ottima carriera tra i juniores e di sognare in grande per il futuro da professionista.

Sempre a 14 anni Basiletti ha esordito nel 15.000 di Manacor ottenendo la prima vittoria contro la greca Athina Pitta. Da lì in poi l’azzurra ha scelto di dedicarsi agli juniores dove ha raggiunto un best ranking alla posizione numero 43 ed ottenuto 5 titoli, di cui uno in singolare (lo scorso anno nel J200 di Castricum) e quattro in doppio. Tra questi spicca il successo nel trofeo Bonfiglio 2023 al fianco di Gaia Maudzzi (prime azzurre a riuscire nell’impresa dopo Vinci e Pennetta). Inoltre negli ultimi 12 mesi Basiletti ha partecipato a tutti i tornei del Grande Slam ottenendo, in singolare, il secondo turno sia agli US Open che a Wimbledon.

Insieme a Maduzzi e a Vittoria Paganetti, l’azzurra ha rappresentato l’Italia alla Summer Cup 2024 ottenendo un prezioso terzo posto. Noemi Basiletti si è raccontata ai microfoni di Tennis Circus spaziando tra l’esperienza in accademia, le prime apparizioni tra i professionisti e le ultime da juniores.

Innanzitutto grazie per aver accettato quest’intervista. Cosa ti porti dall’esperienza in Summer Cup appena conclusa? 

“Con Vittoria e Gaia ho un bellissimo rapporto, abbiamo fatto tanti tornei insieme quest’anno e quindi eravamo un gruppo molto unito. Rappresentare l’Italia è un’emozione molto bella che avevo già avuto l’opportunità di provare negli anni passati. Quest’anno però secondo me è stato qualcosa di speciale perché eravamo davvero un gruppo molto unito. Ci siamo qualificate arrivando prime a Mesagne e siamo andate in Francia due giorni dopo.

Foto: @noemibasilettii/ instagram

Sapevamo di essere una squadra forte ma non ci aspettavamo di raggiungere il terzo posto. ,Ci siamo supportate durante tutta la settimana, c’era Daniele (Silvestre n.d.r.), il nostro maestro, e Pierluigi (Lucci n.d.r.), il preparatore atletico, che ci sono stati molto dietro e li ringrazio veramente tanto. Abbiamo perso il doppio decisivo con la Cechia ma siamo molto felici del terzo posto.”

Proprio con Paganetti e Maduzzi hai spesso giocato il doppio ottenendo ottimi risultati. Quanto è importante, secondo te, giocare anche il doppio?

“Sicuramente è molto importante perché in primis fai esperienza. Inoltre impari a giocare il doppio, ti puoi confrontare con altre ragazze e giochi più partite. Secondo me è importante, soprattutto da junior, giocare più incontri possibile per fare esperienza poi a livello pro è diverso. Devi avere un buon feeling con la persona con cui giochi. Penso che conti più quello che come giochi.”

Questa è la tua ultima stagione a livello juniores. La partecipazione agli imminenti US Open sarà l’ultima tra gli juniores?

“Sì, sarà il mio ultimo torneo junior. Ieri sono partita per il Canada e poi giocherò gli US Open. In realtà avrò poi una settimana di stop prima dei campionati Europei che saranno il mio ultimo vero torneo juniores.”

“Hai fatto la prima esperienza in singolare a 14. A posteriori un debutto così anticipato è stato positivo oppure era ancora troppo presto?”

Ho giocato quei tornei perché erano in accademia, e non c’erano altri tornei in quel periodo. La prima partita che ho giocato ero davvero molto tesa e penso di non essermela goduta tanto però è stata una bella esperienza che mi ha permesso di capire a che punto fossi. È stata un’esperienza che mi ha aiutato, ho vinto anche una partita contro una ragazza dell’accademia.”

Nel 2021 eri da poco entrata nella Rafa Nadal Academy da cui sei uscita pochi mesi fa. Come valuti l’esperienza in accademia?

Sicuramente ci sono lati positivi e negativi. Credo che quest’esperienza mi abbia aiutato molto a capire cosa voglio veramente e cosa no, specialmente nell’ultimo periodo. Secondo me è importante è avere almeno una persona di cui ti fidi, che ti segue e con cui puoi creare un vero e proprio rapporto che vale molto nei pro. Nell’ultimo periodo in accademia ho avuto molti cambiamenti: ho cambiato tutto il gruppo, i maestri, tutto. Essendo il mio ultimo anno non ha avuto nemmeno troppo senso ma sono cose che non decido io.

Foto: @noemibasilettii/instagram

Adesso sono felice di esser tornata a casa. Lì mi sono diplomata. La scuola è stata una sorpresa perché è molto valida. Rifarei quest’esperienza milioni di volte, ho imparato tanto e sono cresciuta molto come persona soprattutto fuori dal campo.”

Se dovessi descrivere il tuo gioco con 3 aggettivi quali useresti? Perché?

Sono un’attaccante da fondo anche se adesso sono molto più aggressiva rispetto a prima. Sto prendendo consapevolezza del mio modo di giocare quindi direi consapevolezza e fiducia.”

Se dovessi descrivere te stesso con tre aggettivi quali useresti?

“Direi sicuramente riservata, testarda e determinata.”

Quest’anno hai giocato per la prima volta le Prequalificazioni di Roma affrontando sul Pietrangeli Dalila Spiteri. Che esperienza è stata giocare su quel campo?

“Sicuramente il tabellone non è stato ottimo anche se appena ho visto che giocavo sul Pietrangeli mi sono tirata su ed inoltre la davano in diretta su Supertennis. È stato veramente molto bello. È un campo pieno di storia e poi ci giocano ogni anno i pro, quindi fare lì le Prequalificazioni è stato molto bello a maggior ragione perchè Roma mi piace moltissimo come torneo.”

Qual è il tuo sogno nel cassetto?

“Ne ho vari. Se si parla di classifica direi raggiungere la top 10. Quello che spero veramente è di essere ricordata nel tennis italiano, lasciare qualcosa alle persone non per forza per i risultati. Vorrei trasmettere qualcosa.”

C’è un giocatore, in attività o ritirato, a cui ti ispiri o magari ti rivedi?

 “Da piccola guardavo sempre Federer, mi piace molto Sinner come personalità. Nel circuito femminile mi rivedo nel gioco di Pegula, anche se mi piace molto come Jasmine (Paolini n.d.r.) sta in campo. Ho avuto la possibilità di vederla sia al Roland Garros che a Wimbledon ed è impressionante.”

Hai giocato tutti e 4 gli Slam e di conseguenza hai provato tutte le superfici. Qual è stata la tua esperienza con l’erba, che forse è la superfice che si conosce di meno?

È quella che conosciamo meno ma per assurdo è quella che preferisco. Tutti mi dicevano che è una superfice velocissima, che non tutti ci sanno giocare e mi sono un po’ spaventata anche perchè ero l’unica delle ragazze che non ci aveva giocato prima. Mi sono detta vado, gioco e fine. Invece mi ha fatto molto meno paura di quanto mi avevano detto gli altri, poi riuscivo a muovermi abbastanza bene. Wimbledon è un’atmosfera incredibile, torneo molto elegante, tutti vestiti in bianco. Tra gli Slam è quello che mi è piaciuto di più finora.

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