Il tennis svedese non naviga in acque felici, dopo i fasti di Borg, Wilander, Edberg non ha più ritrovato una serie importante di successi, anche se altri tennisti come Norman e Soderling hanno ottenuto discreti risultati, non sono paragonabili a quelli dei loro predecessori e attualmente la situazione è ancora più grave.
La Svezia non ha nessun giocatore in Top100, ne ha due in Top200, situazione che non fa sperare in un futuro competitivo e Robin Soderling è stato intervistato per parlare dello stato del tennis svedese durante il turno di Coppa Davis in Colombia.
“Nel nostro paese abbiamo una forte etica del lavoro, alleniamo i nostri giovani per esser forti fisicamente e per aver un bel gioco da fondo campo. Abbiamo molta fiducia nei fratelli Ymer, sono giovani ed entrambi son entrati in classifica tra i Top200.”
Elias Ymer è alla posizione 116 mentre il fratello Mikael alla 194, ancora molta strada da fare per i due giocatori svedesi per entrare nel tennis che conta.
Quando si intervista Soderling, ovviamente si torna a parlare della famosissima semifinale di Parigi contro Rafael Nadal.
“E’ stato uno dei giorni più importanti della mia vita, mi davano tutti per sconfitto solo io ci credevo, e ho visualizzato la mia vittoria nei giorni precedenti l’incontro.”
Soderling giocò due finali consecutivamente a Parigi senza riuscire a vincere, poi come ben sappiamo si dovette ritirare quando scoprì di esser affetto da mononucleosi.
“Era il 2011 avevo appena vinto il torneo di Bastad, giocando molto bene, ero a Stoccolma in auto ed ho iniziato a perder l’udito e la vista. Mia moglie ha dovuto prender la guida, i mesi successivi son stati molto duri, ero entrato in una specie di buco nero senza sapere cosa sarebbe successo al mio corpo. Giocatori come Wawrinka e Cilic, che io avevo battuto hanno poi vinto almeno uno Slam, voglio pensare che anche io avrei potuto, anche se ovviamente non ho la certezza. Quando mi son dovuto ritirare ero nel momento di forma migliore, disposto a lavorare per diventare numero 1, ma è andata così.”
Dopo il ritiro si è impegnato in un nuovo progetto, sviluppando una pallina da tennis che è stata approvata anche dall’ATP.
“Ho dovuto accettare quella condizione, non mi piaceva ma non ho potuto far altrimenti, ho imparato da ogni situazione e adesso investo tutto il mio tempo nel marchio RS, mi impegna molto tra viaggi ed incontri con altre persone, ogni momento libero lo passo con la famiglia.”