Rafael Nadal è notoriamente conosciuto come il “Re della terra” ed è considerato il giocatore più forte della storia sulla terra battuta. Lo spagnolo, infatti, ha conquistato ben 59 trofei sul rosso, trionfando in dodici occasioni all’Open di Francia, undici volte a Montecarlo e nove a Roma.
Tuttavia, nel corso della sua lunga carriera, Nadal ha più volte dimostrato di essere un tennista completo, capace di vincere su tutte le superfici del circuito, come testimoniano i sette Slam conquistati sulle superfici rapide, i 10 Master 1000 vinti sul cemento e l’oro olimpico di Pechino.
Della versatilità del gioco dello spagnolo e della completezza raggiunta negli anni ha parlato, in una recente intervista per Eurosport, Toni Nadal, zio ed ex allenatore del maiorchino. In particolare, lo zio Toni ha ricordato un momento chiave della carriera del nipote, la finale dello Us Open 2010: “Concludemmo la stagione 2009 con grandi problemi; all’inizio dell’anno Rafa era il più forte del circuito, vinse l’Australian Open, ma al Roland Garros cominciarono i problemi al ginocchio e altri piccoli acciacchi. Alla fine finì per perdere la vetta della classifica”.
“All’invio del 2010 il nostro obiettivo era quello di tornare al numero uno. Quell’anno fu l’unico in cui Rafa riuscì a vincere tre Slam su quattro, era in grandissima forma. Vinse il Roland Garros, vinse Wimbledon contro Berdych e poi arrivammo pieni di fiducia allo Us Open. Ci tenevamo molto perché sapevamo che vincere a New York significava completare il Career Grand Slam, era un’occasione speciale”, ha ammesso zio Toni.
“Eravamo tutti un po’ tesi prima della finale. In quel momento Rafa era nel pieno della forma, era il numero uno del mondo. Nella mia testa non lo percepivo come un match così importante, ma, senza dubbio, mi avrebbe fatto piacere poter dire: “Rafa ha vinto tutti e quattro gli Slam”. Alla fine è andata bene. Rafa è l’unico specialista della terra ad essere riuscito in questa impresa, quindi credo che sia vero che per lui sia stato un po’ più difficile”, ha concluso Toni Nadal.