Francesco Ricci Bitti: “Nel 2009 l’ATP ha danneggiato pesantemente la Coppa Davis”

L’ex presidente dell’ITF ha aspramente criticato i cambiamenti apportati al calendario ATP nel 2009; a suo avviso, infatti, questa mossa ha avuto un effetto estremamente deleterio per la Coppa Davis. Non sono mancate le critiche per la Federazione australiana, colpevole di aver finanziato e sponsorizzato la Laver Cup. Ecco le sue parole.

In un’intervista al quotidiano francese “L’Equipe”, l’ex Presidente dell’ITF (Federazione Internazionale Tennis), Francesco Ricci Bitti, ha espresso il suo parere circa le proposte di modifica del formato della Coppa Davis dal 2019.

Bersaglio delle critiche del dirigente italiano è stata soprattutto l’ATP, principale colpevole della perdita di appeal della Davis: “Penso che le modifiche apportate al calendario nel 2009 siano state una vera e propria mazzata per la Coppa Davis”, ha affermato Ricci Bitti. “Se prima, in teoria, l’ATP ci aveva assicurato, tramite una lettera firmata dalla maggior parte dei migliori venti giocatori del mondo, che era loro intenzione giocare la Coppa Davis la settimana dopo i tornei dello Slam, poi, in pratica, non è stato così; questo cambiamento, infatti, ha messo troppe pressioni ai giocatori reduci da un lungo percorso negli Slam. L’ITF non avrebbe dovuto accettare”.

Ma il rimpianto più grande di Ricci Bitti è un altro: “Probabilmente non abbiamo investito abbastanza sulla crescita della Coppa Davis, soprattutto nel momento in cui c’è stato un aumento esponenziale dei prize money degli Slam e dei tornei ATP”.

Non è mancata una stoccata alla Federazione australiana, rea di aver patrocinato la Laver Cup, una competizione che sembra poter rappresentare, in un prossimo futuro, la diretta concorrente della Coppa Davis: “Mi dispiace che l’Australia abbia supportato la Laver Cup, vista la sua importante e gloriosa storia nella Davis, anche se vedo che il suo capitano, Lleyton Hewitt, si è schierato con forza per difendere il formato attuale (della Coppa Davis ndr). La sua squadra e la sua federazione, però, non la pensano così”.

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