Transition Tour: nel 2019 una nuova rivoluzione nel tennis

Andiamo alla scoperta dell'ITF Transition Tour, creato per favorire ai giovani giocatori juniores l'ingresso nel tennis professionistico.

A partire dal 2019 si assisterà ad una radicale ristrutturazione del tennis professionistico: il 2020 dovrebbe essere poi l’anno nel quale la riforma ATP/WTA ed ITF diverrà definitiva. La novità più rilevante è la creazione di un ITF Transition Tour che dovrebbe aiutare l’accesso nel tennis professionistico ai giovani giocatori di talento provenienti dal mondo juniores. Questo nuovo circuito verrà creato mediante il riposizionamento degli attuali ITF da 15.000 dollari, che non faranno più parte della categoria del Pro Circuit dal 2019. I punti conquistati nel Transition Tour daranno l’accesso ai tornei ITF Pro, che offriranno poi a loro volta punti ATP/WTA.

I Transition Tour saranno tenuti su base territoriale (macroarea nazionale) al fine di ridurre i costi per organizzatori e giocatori.

Si è visto, sulla base di un’analisi effettuata nel periodo 2001-2013 sul circuito ITF, che sono circa 14mila i giocatori che competono nel circuito professionistico. A giudizio dell’ITF troppi, con la metà dei quali che sostiene solo costi e non riesce ad accedere ad eventuali introiti, e la loro età media si sta alzando, con conseguente difficoltà dei giovani tennisti ad emergere e raggiungere i massimi livelli.

L’intenzione della Federazione Internazionale è diminuire drasticamente il numero dei tennisti professionisti in competizione per i punti ATP/WTA, portando il numero a non più di 750 (limite non fisso ma sembrerebbe elastico). Ciò al fine di rendere più efficace il percorso professionale e garantire che i livelli di premi in denaro nell’ITF Pro Circuit possano garantire il mantenimento economico di tutti i professionisti.

Nel contempo, dal 2019, cambiano i tornei Challenger ATP che saranno divisi in cinque categorie, ridenominate in base ai punti assegnati al vincitore come succede nel calendario ATP: Challenger 70, 80, 95, 110 e 125. I tabelloni saranno a 48 giocatori: 46 entrano direttamente, due dalle qualificazioni ridotte ad appena due incontri. Ogni Challenger, qualificazioni comprese, durerà una settimana, dal lunedì alla domenica. I costi per gli organizzatori, tuttavia, sono destinati ad aumentare. Il nuovo regolamento, infatti, impone a chi organizza l’evento di garantire l’ospitalità dalla notte prima del via, a quella successiva all’eliminazione. L’ATP stima che questo porterà a circa 20 mila pernottamenti in più da offrire nell’arco della stagione. Nonché andranno ad aumentare i costi per i servizi da offrire da parte degli organizzatori in ogni Challenger per le attività di fisioterapia, ufficiali di gara, streaming, etc. Abbiamo incontrato il Dott. Luca Del Federico, consulente fiscale e finanziario sportivo, nonché Direttore di alcuni Challenger ATP organizzati dalla MEF tennis events, società leader in Italia nell’organizzazione di eventi sportivi, per approfondire alcune tematiche relative alla rivoluzione 2019-2020 nel mondo del tennis professionistico internazionale.

Dott. Del Federico quali sono gli effetti di questa rivoluzione nel mondo del tennis?

Il 2019 per il mondo del tennis sarà un anno di vero e proprio rinnovamento con regole nuove e più articolate nell’organizzazione dei tornei. Per gli organizzatori dei Challenger i costi andranno ad incrementarsi tra il 15 ed il 20% e per i giocatori purtroppo ci saranno, a mio giudizio, meno possibilità di accedere a tornei con punti ATP. Infatti, I tornei Futures del Transition Tour maschili da 15 e 25 mila dollari e gli ITF femminili da 15 mila dollari daranno solo i cosiddetti “Entry Points”, per il ranking ITF che serviranno poi per poter entrare nel circuito professionistico. Solo per il 2019 i tornei da 25 mila dollari al maschile daranno Entry Points e punti ATP dalle semifinali se si offre ospitalità, per i finalisti negli altri casi. Questo comporta per un giovane giocatore di tennis un approccio sempre più metodologico con necessità di pianificare attentamente anche dal punto di vista finanziario il desiderio di diventare un tennista professionista. A mio giudizio ci sarà una grande selezione con il numero assoluto dei tennisti semi professionisti che si andrà notevolmente a ridurre rispetto ad oggi.

 

Ci spieghi meglio, cosa accadrà?

Non è semplice ed è presto per dire come si muoverà il mondo del tennis con ranking ITF. Dovremmo aspettare almeno i primi 6-8 mesi del 2019 per valutare l’impatto della riforma per i giocatori fuori dai 750 pro ATP. Facciamo un esempio nel 2018, un giocatore italiano con un punto ATP può iscriversi a tutti i Challenger nel mondo (ovviamente le qualificazioni) e normalmente dovrebbe rientrare in almeno un Challenger la settimana (anche se non Italia o in Europa). Nonché (iscrivendosi in alternativa) potrebbe essere testa di serie nelle qualificazioni di un Futures da 15.000 o 25.000 $. In caso di iscrizione alle qualificazioni di un Challenger, se bravo e con un pò di fortuna,
qualificandosi, ad esempio, nel main draw nel livello più basso attuale dei Challenger da 43.000 euro, prenderebbe tre punti ATP. Inoltre pensiamo alla gratificazione dello stesso giocatore di essere all’interno dello stesso circuito di Federer, Nadal, etc. Dal 2019, invece, lo stesso giocatore non avrà più un ranking ATP ma esclusivamente ITF, non potrà accedere alle qualificazioni di un Challenger poiché ci sono solo quattro giocatori di cui 3 con ITF ranking ed una wild card. Nella conversione lo stesso giocatore con un solo punto avrà un ranking ITF scadente e sostanzialmente si troverà a giocare solamente i Futures da 15.000 $ uscendo dal prestigioso circuito ATP e prendendo punti ITF che però per la massa degli appassionati significa ben poco.

 

Come funzioneranno i nuovi tornei del Transition Tour?

Tutti i tornei ITF, compresi gli eventi del Transition Tour, dal 2019 avranno la stessa struttura: tabellone principale a 32, qualificazioni a 24 su due turni, tutto in una settimana dal lunedì alla domenica. Per le iscrizioni, gli organizzatori prenderanno in considerazione, nell’ordine:
Ranking ATP/WTA

Ranking ITF

National ranking (classifica FIT per l’Italia dei primi 500 giocatori per gli uomini)

Tennisti senza alcuno dei suddetti ranking

L’idea alla base del nuovo circuito è premiare chi ha successo a livello più basso con opportunità a livello più alto. Per questo:

– ogni torneo del Transition Tour riserva cinque posti nel main draw ai cinque migliori junior nell’entry list;

– ogni ITF da 25 mila dollari, maschile e femminile, riserva cinque posti ai cinque con la migliore posizione nel ranking ITF presenti in entry list;

– ogni Challenger riserva quattro posti nel main draw e tre nelle qualificazioni ai giocatori con la miglior posizione nel ranking ITF in entry list.

Ai tornei possono iscriversi tutti, a patto che abbiano più di 14 anni. I giocatori devono iscriversi ai tornei online, attraverso l’IPIN ((International Player Identification Number) nell’apposita sezione del sito ITF. Lo stesso numero di identificazione permette di iscriversi ai tornei junior,

 

Pertanto, secondo lei cosa accadrà?

Andranno a diminuire i giocatori che partecipano al circuito internazionale ITF in quanto molti penseranno di dedicarsi al circuito nazionale per migliorare la propria classifica nazionale per accedere ai tornei internazionali. Tuttavia, questo, a mio giudizio, è un grosso errore di valutazione poiché il National ranking varrà sempre meno. In Italia ricordiamo che dalla classifica 2.3 alla 2.1 c’è un contingentamento dei posti assegnati. Ho riscontrato, con delle variabili matematiche applicate alla classifica ed al coefficiente di fine anno che si sta creando, negli ultimi due-tre anni un sovraffollamento negli uomini e nelle donne di giocatori 2.4 che poi resteranno per sempre tali. Ciò produrrà un effetto “boomerang” sui giovani tennisti con la perdita di chance importanti anche per un buon giocatore.

 

Cosa vuol dire?

Guardi oggi assistiamo (al contrario del passato) a giocatori di 15-16 anni che diventano abbastanza agevolmente 2.4, anche per meccanismi forse un pò troppo premiativi delle metodologie delle ultime determinazioni delle classifiche nazionali. Ad esempio: i tornei rodeo con punteggio ridotto da tenersi nel fine settimana per i ragazzi sono un meccanismo rischiosissimo di crescita della classifica senza particolari meriti. Capita di giocare più volte nello stesso circolo con gli stessi giocatori che migliorano le proprie classifiche tra di loro. Nel contempo il sistema internazionale muta in modo diametralmente opposto rendendo tutto veramente più difficile. Oggi quantifico in almeno 200.000 euro l’investimento finanziario che deve fare una famiglia per portare un giovane tennista ad avere delle chance minime per cercare di diventare un giocatore professionista.

 

Per gli organizzatori dei tornei ITF transition cosa cambia?

Gli organizzatori che volessero ospitare un evento per il circuito dovranno continuare, come già avviene ora, a fare richiesta quattro mesi prima dell’inizio del torneo. L’ITF, comunque, si è data come obiettivo anche quello di rendere più omogenea la distribuzione dei tornei nel corso dell’anno e nelle varie aree geografiche, così da permettere a giocatori e giocatrici di competere di più nel proprio Paese o in quelli limitrofi con evidente risparmio di costi.

Per gli organizzatori dei tornei del Transition Tour, nel 2019, si attendono vantaggi economici, oltre alla durata ridotta dell’evento e al prize money fisso di 15 mila dollari per torneo nel circuito:
– sparisce l’obbligo di organizzare tre settimane consecutive di tornei per il Transition Tour e due settimane consecutive di tornei ITF da 25 mila dollari;
– viene introdotto un fee di ingresso per gli uomini ammessi nel main draw (40 dollari per i singolaristi, 20 per i doppisti);
– si riducono i criteri di ospitalità da garantire nei tornei del Transition Tour, maschili e femminili.

 

Qual è il suggerimento da dare ad un organizzatore di questi eventi?

Il suggerimento che posso dare è quello di servirsi di società e consulenti che possano assistere il circolo/club nell’organizzazione di un evento sportivo nel mondo del tennis sempre più complicato dal Transition Tour al Challenger. Si assisterà ad un’importante selezione degli organizzatori e molti eventi andranno a scomparire. Nel contempo il circolo che oggi organizza un OPEN nazionale dagli 8-10.000 euro in su, dal 2019 non ha veramente più senso e conviene per lo stesso circolo trasformarlo in un Futures del Transition Tour.

 

Qual è il suggerimento per i giovani tennisti e le proprie famiglie?

Oggi i tempi di riuscita di un giocatore di tennis si sono dilatati e storicamente i giocatori italiani escono oltre il 23-25 anni a livello internazionale (eccetto poche rilevanti eccezioni); pertanto primo consiglio è di non avere fretta. Poi fondamentale è una decisa programmazione, anche finanziaria, della propria attività giovanile da tennista evitando uno stress sistematico dell’atleta (come troppo spesso accade) almeno fino alla categoria under 14. Tutto questo con la consapevolezza che se si vuole percorrere questa strada (il professionismo) la famiglia deve avere le disponibilità per investire dai primi passi 6-8 anni alla fascia Next Gen (21 anni) almeno 300.000 mila euro. Quello che però si può consigliare è di vedere il tennis come un’opportunità di lavoro in un mondo che muovendosi verso un’ottimizzazione della gestione dei servizi vede il benessere personale sempre più al centro degli interessi economici, con un settore (sport e benessere) che solo negli ultimi dieci anni ha aumentato del 150%  il proprio volume d’affari.

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