Arthur Schopenhauer disse “La massa ha scarsissima capacità di giudizio e assai poca memoria” applicando questo concetto all’utilizzo che in tanti fanno dei social network non si può dargli torto.
In questi anni abbiamo avuto modo di constatarlo sempre più spesso: la quantità di agnellini che nascosti dietro ad una tastiera e uno schermo si sentono leoni si sta moltiplicando a dismisura. Ne sa qualcosa una certa Sara Errani vittima di offese gratuite da anni per il solo fatto di aver “osato” esprimere pareri personali su una squadra di calcio e su un tennista. Nulla di grave direi, no? Dopo tutto il mondo è bello perché è vario. Ma la “massa” non la pensa così, la massa si sente forte in gruppo, si sente forte ben nascosta e crede di avere il diritto di offendere o esprimere giudizi personali su tutto e tutti. Abboliamo il libero pensiero dunque, abboliamo ogni sorta di differenza, cancelliamo chiunque è o la pensa in maniera diversa da noi.
A questo punto vi starete chiedendo dove vogliamo arrivare, per spiegarvelo partiamo dunque dall’origine: all’indomani della vittoria di Wimbledon Serena Williams posta su propri profili social alcune foto che la ritraggono in primo piano, a quel punto, furtivi e viscidi come solo i vigliacchi sanno essere, arrivano gli haters di turno ed iniziano a scatenarsi con offese tanto sessiste quanto gratuite, il succo del discorso è sempre lo stesso: Serena non avrebbe fattezze femminili.
Un commento questo, che sinceramente inizia a stancare. Tra coloro che si sono mossi in difesa di Serena c’è J.K. Rowling, autrice della saga di Harry Potter. La scrittrice tramite il suo profilo twitter ha infatti postato una foto in cui appare Serena in versione sexy, accompagnata dal commento “Certo, anche mio marito ha quest’aspetto quando indossa un abito. Sei un idiota”. Già, chi si ferma a canoni di bellezza prefissati, chi vede il brutto nella diversità, sia di pensiero che estetica, a nostro avviso altro non può esser definito se non idiota. Prima di coalizzarvi contro il diverso ricordate dunque che le peggiori pagine dell’umanità sono nate proprio da pensieri di questo tipo.