Si conclude anche quest’anno la manifestazione a squadre che mette a confronto l’Europa ed il Resto del Mondo. Per il terzo anno consecutivo (dopo l’evento di Praga del 2017 e quello di Chicago dello scorso anno) la squadra europea batte il Team World. Delle tre edizioni, questa è stata sicuramente la più emozionante, nonostante non siano scesi in campo in doppio Federer e Nadal, a causa del problema alla mano di quest’ultimo: per la prima volta la squadra dei rossi, capitanata da John Mcenroe, è stata ad un passo dalla vittoria, anzi ad un “supertiebreak” dal titolo. Zverev, nell’ultima sfida, ha conquistato i tre punti fondamentali ai danni di Raonic, consentendo al Team Europe di prevalere. E chissà che questa vittoria importante e decisiva possa rappresentare un trampolino di lancio per il tedesco in questa stagione in cui il tennista di Amburgo sembra aver smarrito il suo gioco. Non è un caso che nel momento in cui Zverev ha messo a segno il punto della vittoria, tutti siano corsi ad abbracciarlo, quasi a voler scuotere da un punto di vista emotivo il giovane classe ’97, dopo che nella sfida di ieri si era mostrato quasi disperato per aver perso il match contro Isner.
Mai come quest’anno il team World era stato così vicino alla vittoria: nei primi due match di giornata, Sock e Isner in doppio, e Fritz in singolare avevano conquistato sei punti che avevano consentito alla squadra extraeuropea di issarsi sull’11-7. Ci ha pensato poi il solito Federer a garantire a Zverev la possibilità di giocarsi nel match decisivo le sorti dell’intera competizione: se Federer infatti avesse perso, la squadra di Mcenroe, in base alla matematica, avrebbe conquistato il tanto atteso e ambito titolo. Invece Roger, da fuoriclasse, è riuscito a giocare un match di livello contro lo “yankee” Isner, portando la sua squadra sul momentaneo 10-11. Per cui tutto era nelle mani di Zverev, il quale ha dimostrato di avere le spalle larghe in match del genere: qualcuno potrà sicuramente obiettare “ma era un’esibizione!”; mai tale esclamazione fu più menzognera: bastava guardare lo sguardo incattivito e allo stesso tempo teso di Federer e Nadal per capire che, pur trattandosi di incontri che non mettevano in palio punti Atp, la vittoria era sentita. Poi, non so se a tutti faccia effetto giocare di fronte a campioni del calibro di Rod Laver, Bjorn Borg, John Mcenroe, Roger Federer e Rafael Nadal, certo è che per giocatori, quali Zverev, Tsitsipas, Shapovalov, che sono cresciuti con il mito di questi campioni, un po’ di tremarella può anche rendersi manifesta.
Durante la premiazione, l’ex campione Slam in doppio Todd Woodbridge ha annunciato che l’anno prossimo la Laver Cup si svolgerà a Boston, con Borg e Mcenroe confermati ancora una volta capitani.
Ma procediamo con ordine e andiamo ad analizzare questa lunga giornata di tennis che si è conclusa verso le 20.30 circa.
FEDERER/TSITSIPAS-SOCK/ISNER 7-5, 4-6, 8-10. NO FEDAL. Il primo match avrebbe dovuto veder scendere in campo i 39 campioni Slam Federer e Nadal per il team europeo, come anche avevo accennato nell’articolo di ieri. Tuttavia, lo spagnolo si è dovuto ritirare a causa di un problema accusato alla mano, che già nei giorni scorsi lo aveva tormentato (più precisamente al polso). Le 3 ore e più trascorse in campo ieri sicuramente lo hanno condizionato negativamente, portandolo alla dolorosa decisione di dare forfait. L’augurio è di rivedere questo duo il prossimo anno a Boston, ma chissà. Il sostituto dello spagnolo è stato Stefanos Tsitsipas: una decisione sicuramente abbastanza discutibile, dal momento che l’unico in panchina nel Team Europeo ad aver vinto uno Slam in doppio era il nostro Fabio Fognini. Nell’intervista, Nadal aveva detto che il servizio di Fabio non sarebbe stato adatto su una superficie così veloce indoor. Opinione sicuramente condivisibile, ma visti gli errori commessi dal greco nel terzo set, forse Fabio non avrebbe sfigurato. Nel primo set, Tsitsipas gioca forse anche meglio di Federer, dato che gli americani Isner e Sock giocano quasi sempre sul greco. Nonostante ciò, la tattica del Resto del Mondo non funziona e il primo parziale viene vinto dagli europei per 7-5. Nel secondo set, Tsitsipas perde il servizio avanti 40-15 e Federer e il greco non riescono a sfruttare diverse palle break, in particolare molto lungo è stato il decimo game in cui gli americani servivano per il match: Isner al servizio non si scompone e porta a casa il secondo set. Nel supertiebreak però il greco commette troppi errori con le volèe di diritto, cosicché gli europei perdono 10-8 il primo incontro di giornata.
THIEM-FRITZ 5-7, 7-6 (7-3), 5-10. Nel secondo match, sarebbe dovuto scendere in campo al posto del giovane americano il “bad boy” Kyrgios, il quale tuttavia ha accusato un problema alla spalla destra. Thiem dimostra ancora una volta tutte le sue lacune su una superficie così veloce indoor: ancora i movimenti sono quelli della terra battuta, dal momento che risponde 4 metri lontano dal campo e alza troppo le traiettorie. Solo nel tiebreak del secondo set, Thiem dimostra quella che dovrebbe essere la sua superiorità su un giocatore buono, ma non alla sua altezza, quale è Taylor Fritz. Tuttavia, il cemento indoor non costituisce ancora la superficie ideale dell’austriaco. Il supertiebreak infatti è un dominio del giovane americano, il quale spara a raffica diritto vincenti e costringe Thiem a giocare lontanissimo dal campo. Decisivi sono stati sicuramente due rovesci bellissimi di Thiem che sono usciti di un soffio. Da rivedere l’austriaco su questa superficie in vista Finals a Londra. Con questo risultato, il Team World guadagna un vantaggio importante, issandosi sull’11-7. Tutto è nelle mani di Roger Federer.
FEDERER-ISNER 6-3, 7-6 (7-3). Il padrone di casa non tradisce le attese e dimezza lo svantaggio, portando la sua squadra sul 10-11. Nonostante i due precedenti in cui lo svizzero è stato sconfitto dall’americano (Friburgo, terra altura in coppa Davis nel 2012 e Parigi Bercy nel 2015), Federer conosce alla perfezione i movimenti di Isner e non si lascia impressionare dal suo micidiale servizio, come più volte in carriera ha dimostrato: lo svizzero risponde in anticipo, togliendo il tempo all’americano e utilizzando il suo slice tagliato: l’americano, a causa della sua stazza, più volte impazzisce e si lascia andare a serve and volley sconsiderati che però non impressionano Federer, il quale più volte lo trafigge con passanti di rovescio, spesso in controbalzo straordinari. Federer, dal canto suo, non soffre mai al servizio e muove l’americano come vuole, salvo però il dodicesimo game del secondo set, in cui l’americano si procura l’unica palla break (e set point), che viene annullata dall’elvetico un diritto inside-in. Il tiebreak del secondo set è un assolo svizzero: quest’ultimo lo vince 7 a 3 e consente a Zverev di giocarsi l’ultima chance di portare a casa il titolo. La pressione è tutta sul tedesco.
ZVEREV-RAONIC 6-4, 3-6, 10-4. Nonostante la pressione, il tedesco gioca un buonissimo primo set: un break gli consente di chiudere 6-4. Nel secondo i fantasmi del match di ieri contro Isner tornano a manifestarsi: un calo di concentrazione lo costringe nel secondo set a cedere il servizio, dopo essere stato avanti 30-0. Nel nono game Zverer si procura 4 palle break che non trasforma, cosicché Isner porta il amtch al terzo set. Di nuovo supertiebreak, nel match decisivo: la tensione è palpitante. Zverev però, da campione, è quello che la gestisce meglio: il servizio di Raonic diventa meno incisivo, mentre il tedesco si mostra saldo e sicuro, lasciando andare dei bellissimi rovesci lungolinea. Sul servizio del canadese, Zverev guadagna il punto della vittoria, che in molti sperano possa rappresentare il ritorno in grande del giocatore di Amburgo. Lo abbracciano tutti, compreso l’orso svedese Bjorn Borg, che raramente si lascia andare alle proprie emozioni.
La coppia viene sollevata dal Team Europe: onore agli sconfitti, che mai come quest’anno sono stati così vicini alla vittoria. Complimenti, Team Europe! See you next year.
di Donato Marrese
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Sono stati bravissimi superlativo Federer grandissimo Zverer nel momento decisovo
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